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Calcioscommesse, Primavera e Serie C: la base in Toscana per “gonfiare” i risultati e l’arbitro complice – I nomi dello scandalo e le accuse

di Redazione web

	L'arbitro Luigi Catanoso
L'arbitro Luigi Catanoso

L’accusa della Procura di Reggio Calabria ai danni di Luigi Catanoso: il ruolo di un’agenzia di scommesse di Sesto Fiorentino

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Telefonate, richieste, soldi e il sospetto di una serie di partite alterate con un arbitro a fare da raccordo. Anche in Serie C. Con padre e figlio toscani inviduati come finanziatori del giro illecito di scommesse. Un altro scandalo nel mondo del calcio. Questa volta in campionati minori e giovanili e con il coinvolgimento di arbitri. «Dalle prime ore di oggi – si legge nella nota di mercoledì 29 novembre – la nota ufficiale degli inquirenti i carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria e i finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria stanno dando esecuzione a una misura cautelare di sottoposizione agli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Reggio Calabria, nei confronti di 5 soggetti, indagati per il reato di associazione a delinquere finalizzata alle frodi sportive».

Frodi sportive confermate

Le frodi sportive in questione sono appunto legate al mondo delle scommesse sul calcio. Le indagini coordinate dalla procura di Reggio Calabria «hanno avuto origine da una segnalazione dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli relativa a un flusso anomalo di scommesse su un incontro della categoria Primavera. L’attività investigativa che ne è derivata ha permesso di raccogliere gravi elementi in ordine all’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, promossa e diretta da un arbitro della sezione di Reggio Calabria delle categorie Primavera, Primavera 2 e Serie C, il quale dirigeva l’arbitraggio di diversi incontri calcistici, in modo da indirizzare il risultato finale e farlo convergere verso gli esiti oggetto di scommesse mirate effettuate dai membri del sodalizio».

Cosa dice la giustizia sportiva

Dalla nota della procura di Reggio Calabria, diretta dal procuratore Giuseppe Borrelli, emerge che la giustizia sportiva si era già occupata di quanto accaduto. «Anche in seguito alla sua sospensione da parte degli organi di giustizia sportiva che avevano accertato le prime irregolarità, il direttore di gara reggino individuava altri colleghi arbitri, designati per i singoli incontri sportivi, per poi avvicinarli e corromperli, mediante la dazione o la promessa di somme di denaro, che potevano arrivare anche a 10.000 euro a partita, sempre affinché questi conducessero una direzione di gara funzionale a far convergere il risultato verso l’esito delle scommesse effettuate dai membri dell’associazione.

Partecipazione ulteriori indagati

Secondo la ricostruzione avallata dal Gip - prosegue la nota - il sistema criminale vedeva la partecipazione di ulteriori indagati in qualità di partecipi dell’associazione, i quali fornivano supporto morale e materiale all’attività svolta dall’arbitro occupandosi anche di ricercare i contatti con i direttori di gara designati per le partite oggetto di scommessa oltre a investire il proprio denaro sulle scommesse del gruppo, al fine di trarne un utile comune. Il modus operandi era semplice ma efficace: l’arbitro faceva in modo che le partite terminassero con un numero di gol tale da poter garantire il verificarsi del pronostico "Over" (cioè il superamento di un numero totale di gol per ogni match)».

Favori arbitri denunciati

«Il direttore di gara riusciva a ottenere tale risultato concedendo un numero importante di rigori, molto spesso inesistenti - affermano dalla procura -. Altre volte invece favoriva una delle due squadre, normalmente quella le cui quotazioni permettevano introiti più elevati, espellendo giocatori delle squadre avversarie senza una reale motivazione. Queste decisioni risultavano avere un impatto assolutamente rilevante sull’epilogo delle gare, che era ben lontano da quello conseguente al corretto e leale svolgimento delle competizioni sportive. Proprio su quell’esito falsato e pilotato, gli altri componenti dell’associazione scommettevano ingenti somme di denaro che fruttavano loro elevati guadagni.

Finanziatori toscani arrestati

A finanziare l’associazione, soprattutto al fine di corrompere altri direttori di gara, erano due imprenditori toscani (padre e figlio), titolari di un’agenzia di scommesse di Sesto Fiorentino, anche loro tratti in arresto. Nello specifico, l’associazione utilizzava anche l’attività di raccolta scommesse ubicata in Toscana per veicolare giocate per importi rilevanti sulle gare influenzate dagli episodi corruttivi. Gli accertamenti bancari e sui conti gioco utilizzati dall’associazione consentivano di censire l’utilizzo da parte degli indagati di provider di scommesse esteri e non autorizzati a operare nell’ambito dell’Unione Europea, all’evidente scopo di non destare sospetti su corposi flussi di scommesse».

Partite sotto indagine

Le partite oggetto dell’indagine "Penalty" contro le frodi sportive sono: Benevento-Cesena, categoria Primavera; Hellas Verona-Cagliari, Under 19; Sassuolo-Verona, Under 19. Un tentativo è stato poi riscontrato nella partita Empoli-Lazio, Primavera. Le partite oggetto di accertamento – come si legge nell’ordinanza di 995 pagine della Procura di Reggio Calabria – sono:

  • Salernitana-Virtus Entella 2-1 del 9 marzo 2024 – Campionato Primavera 2
  • Pineto-Carrarese 0-0 del 1 marzo 2024 – Campionato di Serie C
  • Napoli-Spezia  2-0 del 24 febbraio 2024 – Campionato Primavera
  • Sassuolo-Verona 3-2 del 18 febbraio 2024 – Campionato Primavera
  • Casertana-Monterosi 4-3 del 15 febbraio 2024 – Campionato Serie C
  • Olbia-Arezzo 1-0 del 28 gennaio 2024 – Campionato Serie C
  • Lumezzane-Albinoleffe 3-1 del 23 dicembre 2023 – Campionato Serie C
  • Udinese-Sudtirol 3-1 del 10 dicembre 2023 – Campionato Primavera
  • Foggia-Latina 1-2 del 24 novembre 2023 – Campionato Serie C

I nomi

È Luigi Catanoso, nato a Reggio Calabria il 29 luglio 1988, l’arbitro coinvolto nell’inchiesta. Tra gli indagati anche i due imprenditori toscani, padre e figlio, che risultano i finanziatori del giro corruttivo, titolati di un’agenzia di scommesse di Sesto Fiorentino, anche loro arrestati: Giampiero Reale, nato a Firenze il 22 gennaio 1965, e Tommaso Reale, nato a Fiesole il 24 gennaio 1995. Gli altri sono Giancarlo Leone Fiumanò, nato a Reggio Calabria il 28 marzo 1983, e Lorenzo Santoro, nato a Melito Porto Salvo il 7 agosto 1993.

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