Uiltrasporti: «La riforma portuale potrebbe avere risvolti negativi»
Prime prese di posizione dopo l’intervento del Ministro Salvini in Senato e la pubblicazione di alcuni stralci della nuova normativa. Secondo l’organizzazione sindacale bisogna evitare che venga snaturato completamente l’assetto attuale
Non piace alla Uiltrasporti il contenuto della legge di riforma portuale annunciata, con alcuni riferimenti, dal Ministro Salvini durante un question time al Senato e pubblicata a stralci su alcuni organi di informazione. L’organizzazione sindacale rileva che la riforma portuale di cui si parla soprattutto negli ultimi giorni potrebbe avere risvolti negativi che ci preoccupano molto.
“Bisogna innanzitutto evitare – si legge in una nota diffusa da Uiltrasporti - che la misura snaturi completamente l’attuale assetto della legislazione portuale. L’impressione infatti è che si vada verso la creazione di inutili sovrastrutture burocratiche in nome di una razionalizzazione e un efficientamento dei porti che già a nostro avviso dovevano essere traguardati nella riforma della governance del 2016”.
“Inoltre – prosegue la nota – è importante non distogliere risorse pubbliche per effettuare manutenzioni straordinarie oggi generalmente a carico dei concessionari e soprattutto non lasciare la porta aperta all’entrata di capitali privati proprio nella nuova “cabina di regia” nazionale che si vorrebbe creare con questa norma. Piuttosto sarebbe importante riprendere un sistema di cogestione pubblico/privato, quali appunto i comitati portuali, che siamo stati costretti ad abbandonare, in nome di un presunto conflitto di interessi, dalla precedente riforma”.
Da ultimo – conclude l’organizzazione sindacale – è fondamentale a nostro avviso non distogliere preziose risorse alle AdSP anche a scapito degli incentivi al pensionamento previsti dal comma 15 bis articolo 17 della legge 84/94 e conseguentemente a danno dell’attivazione del fondo per l’incentivazione all’esodo dei portuali a cui stiamo lavorando per presentare una nuova proposta attuativa. I porti sono il motore dello sviluppo economico del nostro Paese in quanto rappresentano il primo anello della catena logistica; dobbiamo garantire che la loro natura pubblica non venga messa a rischio e che in ogni caso non venga bypassato dalla riforma il suo corretto iter parlamentare”.