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Una manovra da 18 miliardi: i nodi da sciogliere, i tempi e il taglio dell’Irpef – Le ultime

Il ministro dell'Economia
Il ministro dell'Economia

E nel frattempo il ministro Matteo Salvini annuncia via social la rottamazione delle cartelle esattoriali

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ROMA. Dopo i numeri, il testo. I numeri sono quelli del Documento programmatico di bilancio (Dpb) da inviare a Bruxelles entro oggi (16 ottobre). La manovra è invece attesa domani sul tavolo del governo: il ministro Giancarlo Giorgetti ha anche corretto la sua agenda, prevedendo di rientrare con qualche ora di anticipo dagli Stati Uniti, dove partecipa al meeting di Banca Mondiale e Fmi, ma resta il nodo delle coperture.

I tempi

Sono andati avanti ancora tutto il giorno i contatti con banche e assicurazioni, dal cui “contributo” derivano parte delle risorse attese dal governo. È per questo che si fa strada l’ipotesi di un ulteriore slittamento del Consiglio dei ministri per la manovra, inizialmente ipotizzato per inizio di questa settimana. C’è comunque tempo fino al 20 ottobre per l’invio alle Camere. Dunque, fino a lunedì prossimo. Parte delle risorse per finanziare la manovra da circa 18 miliardi saranno reperite «a carico degli intermediari finanziari e assicurativi», ha spiegato il Mef, senza fissare un’asticella né anticipare il meccanismo per il “contributo” richiesto.

La Lega nelle ultime settimane ha parlato di 5 miliardi, e la cifra messa in conto non è troppo lontana da questa. Si tratta ancora. Interlocuzioni e valutazioni, spiegano diverse fonti, sono in corso e verrà utilizzato tutto il tempo utile. A livello politico Forza Italia è contraria da sempre a un prelievo forzoso. «Il ministro Giorgetti ha assicurato che non ci saranno tasse sugli extraprofitti» delle banche, «quello per noi sarebbe stato inaccettabile – ha ribadito il vicepremier Antonio Tajani -. Mi auguro che si arrivi presto a una conclusione e si trovi un accordo. Le banche possono dare un contributo, che non sia imposto ma concordato. Giorgetti ha assicurato che non ci saranno tasse sugli extraprofitti e sono convinto che andrà a finire così».

Il taglio dell’Irpef

Accolte, anche se ridimensionate, le proposte delle forze della coalizione. Per il taglio dell’Irpef «l’ideale è che si arrivi a 60mila euro, ma bisogna vedere le coperture. È un percorso che abbiamo avviato, se non si può fare quest’anno si continua l’anno prossimo – incassa il sì Tajani -. A noi interessano aumenti salariali, ceto medio e la sanità con nuove assunzioni di medici e infermieri». La rottamazione sarà non in 10 anni, con 120 rate, come inizialmente proposto dalla Lega.

Rottamazione

È Matteo Salvini, nell’attesa che la norma venga delinata, a spiegare: sarà in 9 anni, e con rate uguali, come il partito chiede, senza l’acconto iniziale che pure era stato ipotizzato. «Come promesso, finalmente è in arrivo la rottamazione definitiva di tutte le cartelle esattoriali emesse fino al 31 dicembre 2023 – scrive via social Matteo Salvini –. Vale per i cittadini che hanno fatto la dichiarazione dei redditi (quindi nessun furbetto), ma che per problemi esterni o personali (Covid, malattie, fallimenti, difficoltà familiari, mancati pagamenti di altri, aumento improvviso dei costi) non sono riusciti a pagare tutto». Per quanto riguarda il fronte delle imprese, il governo ha messo in campo 4 miliardi. Molto meno degli 8 all’anno chiesti dagli industriali. Ma per il presidente di Confindustria, Emamuele Orsini, quella «dell’iper e super ammortamento» è «una buona via».  
 

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