Il Tirreno

Toscana

Femminicidi

Pamela Genini uccisa con 24 coltellate, l’ultimo messaggio: «Aiuto, è qui: chiama la polizia»

di Francesco Floris
La vittima (foto da Instagram)
La vittima (foto da Instagram)

La 29enne assassinata nella sua casa, la telefonata disperata all’amico: «Si è duplicato le chiavi, è qui...»

4 MINUTI DI LETTURA





MILANO. Negli ultimi istanti di vita è riuscita a rispondere al citofono e ad aprire il portone alla polizia di Stato simulando una consegna. «Secondo piano, Glovo», le ultime parole di Pamela Genini, 29 anni, uccisa a coltellate dal compagno 52enne, Gianluca Soncin, con cui da mesi intratteneva una relazione tossica fatta di rotture e riavvicinamenti.

La ricostruzione

L’uomo, in stato di fermo e che subito dopo i fatti ha tentato o forse inscenato un tentativo di suicidio ferendosi con un fendente alla gola, l’ha colpita con 24 coltellate al collo, dorso, braccia, torace e mani. La giovane, originaria di Bergamo, modella e imprenditrice, è stata soccorsa nel suo appartamento di via Iglesias 33 a Milano ancora agonizzante. Inutili si sono rivelati i disperati tentativi di salvarle la vita. Quando la polizia è entrata Soncin si stava ancora accanendo su di lei.

L’uomo, originario di Biella e residente a Cervia, è stato ricoverato alcune ore all’ospedale Niguarda di Milano e dimesso fuori pericolo. È stato sottoposto a fermo di iniziato di delitto disposto dalla pm Alessia Menegazzo, davanti alla quale nella notte si è avvalso della facoltà di non rispondere, e dall’aggiunta Letizia Mannella. È accusato di omicidio volontario con una serie di aggravanti, tutte da ergastolo: il legame affettivo con la vittima, la crudeltà, i futili motivi, ma sopratutto la premeditazione per essersi recato nell’abitazione in zona Gorla-Martesana già armato del coltello a serramanico con cui ha inferto i fendenti mortali e per essersi procurato, nelle settimane precedenti, una copia delle chiavi dell’appartamento in cui la compagna era tornata a vivere dopo un breve periodo a casa dei genitori a Bergamo e una convivenza interrotta con lui in Romagna.

La telefonata

Le ha usate per mettere in atto, secondo gli inquirenti, un vero e proprio agguato ai danni della giovane. Alle 21. 22 di martedì sera (14 ottobre), Genini si trovava al telefono con il suo ex fidanzato 40enne. Si confida: gli dice di essere «contenta di aver trovato il coraggio di lasciare», questa volta definitivamente, Soncin, e di essere ormai «inamovibile». La conversazione viene interrotta. «Aiuto, aiuto, aiuto» le ultime parole ascoltate dall’uomo prima che saltasse la comunicazione.

«Ho provato a richiamarla, senza successo», ha messo a verbale, e «immediatamente» ha iniziato a scriverle dei messaggi. «Ho paura, ha fatto doppione chiavi mie, è entrato, non so che fare, chiama polizia», risponde Genini terrorizzata. Nella notte gli agenti del Commissariato Villa San Giovanni hanno sentito come testimoni anche i vicini di casa che hanno racconto di aver udito grida e urla e aver visto la donna che «cercava di uscire dal proprio appartamento, ma veniva trattenuta e tirata dai capelli da un uomo per poi trascinarla in casa». Urla provenienti anche dal «terrazzo grande». Intorno alle 21. 45 una vicina di casa ha sentito una voce femminile invocare pietà gridando: «Non lo farò più», «Ti amo», «Smettila, ho una famiglia». Da quel momento il silenzio. Per Soncin, che questa mattina (16 ottobre) sarà interrogato a San Vittore dal gip Tommaso Perna, la Procura di Milano chiede di disporre la custodia cautelare in carcere con l’ulteriore aggravante degli atti persecutori. Numerosi testimoni sentiti dagli inquirenti – amici e conoscenti della vittima – hanno riferito di pestaggi e minacce all’interno della coppia. «Una serie di condotte persecutorie» nei confronti della modella con cui intratteneva una «relazione affettiva», si legge nel provvedimento di fermo.

Le minacce

Il 52enne ha minacciato più volte la compagna di «uccidere la madre» se lei avesse interrotto la relazione, in particolare dopo l’aprile 2025 quando la stessa ha manifestato l’intenzione di chiudere la storia. «Se mi lasci ti ammazzo, e ammazzo tua madre», le avrebbe detto. In realtà sin dal marzo 2024, l’imprenditore, con problemi di abuso da cocaina e oppiacei, l’avrebbe obbligata a «lasciare il lavoro» e dopo il trasferimento nella sua casa di Cervia, in Romagna, a impedirle di «vedere le amiche», «sentirle telefonicamente». Pamela Genini avrebbe utilizzato dei numeri in “anonimo” per poter contattare i suoi conoscenti, incluso l’ex fidanzato.

Primo piano
Strategie

Turismo lungo in Toscana: come funziona la strategia per allungare l’estate con il “settore corporate”

di Sara Chiarei