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Le reazioni

Elezioni in Toscana, tonfo Lega con l’effetto Vannacci: nel Carroccio via alla resa dei conti

di Francesco Paletti

	Matteo Salvini a Livorno (foto Stick)
Matteo Salvini a Livorno (foto Stick)

Il partito di Salvini porta in consiglio un solo rappresentante. Donzelli attacca e Ceccardi rincara la dose

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La Lega cola a picco. Affonda, trascinata sempre più in basso dall’ “effetto Vannacci”, il generalissimo, europarlamentare e vicesegretario, inviato da Matteo Salvini in Toscana per rilanciare le sorti del Carroccio, con tanto d’incarico di responsabile della campagna elettorale, conferitogli in pompa magna nel luglio scorso. Un po’come curare un fiore malato con un’iniezione di diserbante. I dati, al riguardo, sono inconfutabili: fra un’elezione regionale e l’altra i consensi alla Lega sono calati di ben cinque volte, dal 21, 4% del 2020 al 4, 4% di domenica e lunedì, e i candidati entrati in consiglio regionale, dagli otto della precedente consiliatura, sono scesi ad appena uno, il “vannacciano” di ferro Massimiliano Simoni, paracadutato sugli scranni di Palazzo del Pegaso grazie al listino bloccato. Resta fuori anche la cascinese Elena Meini, la più votata del Carroccio toscano con 3. 122 preferenze.

Beninteso, nel Granducato La Lega non godeva di buonissima salute nemmeno prima dell’intervento del generale se è vero che alle Europee del 2024 si era fermata al 6, 2% e alle Politiche 2022 al 6, 5%. Ma, stavolta, è riuscita a far peggio scendendo ancora più giù. E il tracollo è generalizzato, non si salva nessun territorio della regione. Delle 13 circoscrizioni in cui la legge elettorale divide il territorio toscano, la Lega fa il suo miglior risultato a Massa Carrara (7, 0%) e supera il 5% solo in altre due (Lucca 5, 6% e Arezzo 5, 2%). Nelle circoscrizioni fiorentine, regno “del Giani”, invece, non supera mai il 4%. E nella numero 4, quella che copre anche il territorio di Sesto Fiorentino, la “Sestigrad” toscana e in cui vota pure il governatore, si ferma al 2, 4%. Ma non va troppo meglio sulla costa: Massa Carrara e Lucca a parte, il risultato “migliore” è a Grosseto (4, 6%) , il peggiore a Livorno (4,1%). In mezzo Pisa (4,4%) .

Sono i numeri di una debacle pesantissima e a pagare dazio è stato anche il candidato del centro-destra Alessandro Tomasi. Non lo dice, ma lo fa capire chiaramente Giovanni Donzelli, deputato e responsabile nazionale organizzazione di FdI: «Se la coalizione avesse tirato di più avremmo vinto» dice. Indicando, neppure troppo indirettamente, nella Lega, e soprattutto in Vannacci, l’anello debole della coalizione: «Quando Matteo Salvini in prima persona ha seguito le elezioni in Toscana, la Lega faceva altri risultati rispetto ad adesso, ma massimo rispetto per il Carroccio e le loro dinamiche». Appena un po’ più velato il riferimento dell’eurodeputata leghista Susanna Ceccardi: «Mi chiedete un commento sulle regionali? Sentite Vannacci, che era il responsabile della campagna elettorale in Toscana», ha tagliato corto. Come dire: ognuno si prenda le sue responsabilità. A lei, probabilmente, il tonfo fa male due volte: in primo luogo perché la scalata alla “Toscana rossa” era partita proprio da “Leonessa” che nel 2016 strappò il comune di Cascina al centro-sinistra. Poi perché negli ultimi mesi ci aveva pure provato a far capire che la strada intrapresa era sbagliata. In tal senso erano arrivati anche segnali inequivocabili sotto forma di dimissioni. A Viareggio quelle dell’ex capogruppo Alessandro Santini e dell’ex segretaria comunale Maria Domenica Pacchini. A San Giulano Terme, invece, ha salutato l’ex candidata sindaca Ilaria Boggi. Tutti e tre in polemica con le esternazioni del generale Vannacci. Ora, però, il momento della resa dei conti, probabilmente, è arrivato. 
 

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