Toscana blindata, la nave delle armi non attracca grazie ai portuali e ai cittadini
Grazie alla mobilitazione di Livorno e Marina di Carrara, la nave cargo statunitense diretta a Camp Darby resta impossibilitata ad attraccare; sindacati liguri pronti a mantenere la stessa linea
Le armi non riescono a passare. Lo avevano promesso i portuali toscani, in sintonia con l’appello lanciato dal porto di Genova alla fine di agosto, e per adesso stanno mantenendo la parola. E della solidità di quel “blocchiamo tutto” sta facendo esperienza la nave cargo Slnc Severn, battente bandiera statunitense e diretta a Camp Darby con materiale militare, sembra impossibilitata ad attraccare nei porti dell’area, tra cui Livorno e Marina di Carrara, a causa della forte opposizione di portuali, sindacati e cittadini. Resta l’ipotesi di un attracco in Liguria, a La Spezia, ma i lavoratori del porto ligure sembrano più che decisi a mantenere la stessa linea dei colleghi toscani. Nella giornata di oggi, giovedì 25 settembre, la barca non risulta più localizzabile e quindi non si possono fare ipotesi sulla nuova rotta.
La mobilitazione a Livorno vince la partita
A Livorno, la nave non approderà grazie alla mediazione della Prefettura con le autorità competenti e la rappresentanza diplomatica statunitense. In seguito all’annuncio, il presidio pro Gaza organizzato dall’Usb, dal Gruppo autonomo portuale e da “Livorno per la Palestina” si è spostato dalla banchina del porto a punti strategici della città, come la rotatoria del ponte Genova e un capannone abbandonato vicino al varco Zara. Il sindacato ha convocato assemblee e chiamato alla mobilitazione permanente, sottolineando l’importanza di mantenere alta l’attenzione sulla Global Sumud Flotilla e promuovere azioni di solidarietà in tutto il Paese.
Da Marina di Carrara il monito: «No a strumenti di morte sulla nostra terra»
A Marina di Carrara, il 22 settembre una maxi manifestazione pro Palestina aveva bloccato il porto per tutta la giornata. I portuali hanno ribadito la loro opposizione contro la guerra e «contro gli strumenti e i simboli di essa», rifiutandosi di scaricare la nave Slnc Severen, definita «la nave della guerra». L’Usb Massa-Carrara aveva chiesto «alle autorità portuali e alla sindaca Serena Arrighi di intervenire per scongiurare l’arrivo», mentre i sindacalisti della Cgil hanno dichiarato: «Se la nave dovesse recarsi in porto, siamo pronti, insieme a tutti i lavoratori, ad aprire lo stato di agitazione e a bloccare lo scarico di strumenti di morte nel nostra terra, che è una terra di Resistenza e fratellanza».
I sindacati in Liguria pronti al blocco
Secondo una nota congiunta di Cgil Liguria e Filt Liguria, «nelle scorse ore la nave Slnc Severn è stata respinta dai portuali e dalla cittadinanza a Livorno. La nave risulta carica di armi e strumenti di offesa destinate al genocidio del popolo palestinese. Da una verifica effettuata la nave non risulta più localizzabile sui siti destinati al traffico marittimo internazionale e pertanto al momento non si è in condizione di conoscere la rotta né il porto di destinazione finale». I sindacati precisano inoltre che «stanno monitorando la situazione attraverso tutti gli strumenti e, come accaduto a Livorno, interverranno nel caso in cui questa punti la prua verso un porto ligure. I lavoratori non saranno complici del genocidio».
In entrambe le città, quindi, la mobilitazione di portuali e cittadini ha reso impossibile lo sbarco dei materiali militari, e le autorità continuano a monitorare la situazione per impedire eventuali approdi futuri nella regione.