Pierluigi Bersani a Livorno, dal campo largo in Toscana al rigassificatore: «Non siamo mica qui ad asciugar gli scogli...»
L’ex segretario del Pd ha presentato il suo libro alla Festa dell’Unità a Livorno: «Avanti con l’alleanza cercando obiettivi comuni»
LIVORNO. Il campo largo va fatto, assolutamente, perché «non siamo qui mica ad asciugar gli scogli», dice Bersani rilanciando una delle sue proverbiali metafore politiche, agevolato dal contesto e dal libeccio che soffia forte sul palco della Festa dell’Unità di Livorno. Bordate al governo, alla Meloni ma soprattutto a Salvini quelle lanciate dall’ex ministro e segretario Pd. Attacco frontale al ministro dei Trasporti che a suo dire ha stravolto il paradigma trasporti-infrastrutture con la storia del ponte sullo Stretto. «Prima si fa un piano dei trasporti, poi dopo le infrastrutture». Un invito al suo Pd, ma anche alle forze del centrosinistra a smussare gli angoli nel nome dell’intesa. E un comprensibile smarcamento quando gli chiediamo del destino del rigassificatore di Piombino. «Giani non ha bisogno dei miei consigli».
Bersani, il campo largo toscano, o extralarge. Che ne pensa?
«Il campo largo è un’ottima notizia. E spero che possa dare spinta a fare in modo che i prossimi campi larghi abbiano un progetto politico nazionale alle spalle, perché questo ci vuole. Però vedrete che la gente è un po’ più avanti rispetto al quadro politico che ancora deve aggiustarsi».
Ci sono troppe differenze all’interno della coalizione che tiene dentro Conte e Renzi. No?
«Ma allora, se guardiamo la destra… Le differenze sono ovvie, ma per fare un’alleanza si è sempre fatto allo stesso modo. Primo: bisogna volerla. Secondo: una volta che la vuoi metti assieme le cose che ti uniscono, e sono tante, e ti metti lì di buzzo buono a rendere compatibili le cose che ancora ti differenziano, ma il primo è volerlo».
Coi 5 Stelle la distanza è tanta. Pensi a Livorno dove storicamente il rapporto col Pd è burrascoso.
«L’alleanza va fatta, ho visto che c’è stata una decisione democratica. È comprensibilissimo che ci sia un problema. Ma vogliamo stupircene? Dobbiamo guardarlo in faccia questo problema e con santa pazienza costruire degli elementi di ricucitura, cercare degli obiettivi che tengano assieme in modo da lasciare sullo sfondo quello che ci divide».
Che è un po’ il ruolo della politica?
«Anche del buon senso».
Il Pd come sta? Può essere il partito trainante della coalizione?
«Mettiamo in fila le cose che andrebbero fatte: ci vuole un patto per l’alternativa che ancora non si vede. Lo squillo di tromba tocca alle tre forze che hanno fatto coerentemente l’opposizione, dichiarando da subito che non sono sufficienti e, strada facendo, vogliono raccogliere altre forze ed energie. Le alleanze si fanno così».
Veniamo a un tema a lei caro, che sta portando in giro anche col suo libro, quello del rapporto fra la politica e giovani. A che punto siamo?
«Mettiamoci nei panni dei giovani che vedono sterminare dei bambini senza che il mondo reagisca. Fan fatica a pensare che possa esserci un mondo migliore. Tocca a noi. Perché se vogliamo tener viva la speranza che i giovani possano interessarsi alla politica, dobbiamo ribadire i nostri valori. Tocca a noi, con le parole ma anche con l’esempio».
Ai suoi tempi era diverso?
«Certo. Però anche allora nessuno se lo aspettava che s’incendiasse la prateria. I giovani hanno davanti a loro con chiarezza i problemi del mondo, la pace e la guerra, il clima, i diritti, l’immigrazione e credo che questo a poco a poco farà individuare un avversario, afferrarlo adesso è molto difficile. Ma se cominciano a unificarsi questi problemi, comincia a essere più chiaro chi è contro la difesa del clima, chi davvero propone la pace e chi vuole fare la guerra, chi sputa sui migranti».
Bersani, uno dei temi caldi in Toscana è il rigassificatore di Piombino. Resta lì, va spostato. Che ne pensa?
«Io mi rimetto totalmente agli amministratori. Ho fatto anche il presidente della Regione e non avrei gradito che qualcuno mi dicesse cosa dovevo fare». Poi Bersani sale sul palco per presentare il libro: «Chiedimi chi erano i Beatles», tra giovani, storia e politica.