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Verso le Regionali, Eugenio Giani: «No al listino bloccato, serve il confronto con i cittadini»

di Francesco Paletti
Un momento dell'incontro (foto Stick)
Un momento dell'incontro (foto Stick)

Il candidato per il centrosinistra ha rilanciato anche su Peretola e all’incontro a Eliopoli ha ironizzato su Tomasi e l’appello anti rigassificatore

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Niente listino bloccato alle regionali. L’avviso è arrivato da alcune federazioni del Pd, politicamente anche piuttosto pesanti come quelle di Siena, Empoli, Livorno, Lucca e Grosseto. E il governatore toscano, e candidato per il bis, Eugenio Giani lo ha subito raccolto e rilanciato: «Nel Pd è un’ipotesi che proprio non mi sembra all’orizzonte ed è bene che sia così perché è importante che i candidati si confrontino e abbiano il consenso con i cittadini» ha detto prima della riunione del tavolo di coalizione.

Almeno apparentemente per niente preoccupato della “bagarre” che rischia di aprirsi sulla composizione delle liste: «Nei partiti è normale che si discuta, in modo costruttivo, fino all’ultimo giorno ma, una volta arrivati alla sintesi, nell’ultimo mese ci si getta tutti nella campagna elettorale». Diverso, invece, è l’atteggiamento di Giani sulle questioni programmatiche: «Cercherò di esercitare un ruolo perché, come candidato presidente, sarò colui che sostanzierà le scelte», ha tagliato corto. Chissà se è per questo che in giornata è intervenuto anche sul futuro dell’aeroporto Vespucci di Firenze e il relativo potenziamento con tanto di nuova pista, chiarendo in modo fermo che «quello che è stato acquisito c’è, e nessuno lo può rimettere in discussione e, dunque, se io guiderò la Toscana, non si riaprirà alcun dibattito sul fatto che la giunta precedente ha approvato il progetto per lo sviluppo dell’aeroporto di Firenze che ora è presso Enac per vivere l’ultima fase dell’approvazione».

Parole che potrebbero riaprire un fronte di polemica con il M5S, da sempre contrario all’ampliamento di Peretola e che, nel patto di coalizione con il Pd sottoscritto appena una decina di giorni fa, hanno comunque voluto mettere, nero su bianco, la loro «contrarietà alla previsione di Masterplan come presentata alla Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica in risposta alle integrazioni richieste, al netto dell’esito delle valutazioni» sostenendo pure «la necessità di una revisione complessiva del piano strategico aeroportuale toscano».

Una “carezza” ai pentastellati, invece, il governatore, l’aveva fatta la sera prima dal palco di Eliopoli (Calambrone) , a cui è intervenuto insieme alla capo di gabinetto della Regione Cristina Manetti e al sindaco di Livorno Luca Salvetti («Sono stato il primo a proporre la ricandidatura di Giani» ha detto), intervistato dal direttore de Il Tirreno Cristiano Marcacci e dal giornalista Massimo Marini.

Prima polemizzando con il candidato del centro-destra Alessandro Tomasi che, insieme al sindaco di Piombino Francesco Ferrari (entrambi di Fratelli d’Italia) hanno firmato una lettera inviata al presidente del consiglio Giorgia Meloni per chiedere la rimozione della nave rigassificatrice dal porto di Piombino al termine dei tre anni di permanenza: «Vediamo ora che succede – ha sorriso sarcasticamente -, ma se dal governo non gli risponde nessuno, vuol dire che non contano nulla». Poi ha ulteriormente precisato e ribadito in modo netto la sua posizione che, in questo caso, è in linea con quella del M5S: «L’ho già detto e lo ribadisco: alla scadenza dell’autorizzazione, la nave dovrà lasciare Piombino e andare in un porto di un’altra delle 15 regioni che si affacciano sul mare».

Comunque, l’alleanza con i pentastellati non è immune da, per ora piccole, fibrillazioni. Inevitabili, forse, dopo un mandato intero con il Pd al governo della Toscana e il M5S all’opposizione. Perché quando gli hanno chiesto il motivo di quell’accordo, Giani ha risposto così: «Avremo potuto farne a meno? Forse sì, ma non era coerente rispetto alla strategia nazionale e poi se il campo largo vuol crescere e vincere le elezioni fra due anni, battendo la Meloni, è importante che cominci a farlo nelle regioni: è quello che si sta cercando di fare nelle 6 che andranno al voto in autunno, a cominciare dalla Toscana».
Interviene il sindaco Luca Salvetti: «Consigli a Giani su come rapportarsi con i pentastellati? Sono la persona meno indicata: da noi hanno governato e hanno fatto male. Poi sono arrivato io e ho vinto e adesso continuano a vivere nel rancore per l’occasione persona» ha sorriso. Rivendicando, però, una primogenitura per quanto riguarda la candidatura di Giani: «Sono stato il primo a dirlo e chiederlo: il motivo? È il sindaco della Toscana e su di lui ho sempre potuto contare, anche nelle situazioni più complicate».

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