Il mistero
Acea, 25 anni in Toscana: «Investiti 4 miliardi in dieci anni e qualità dei servizi in crescita»
Dal 2000 ad oggi Acea ha potenziato la gestione idrica in 5 aree su 6 della Toscana, con 4 miliardi di investimenti, riduzione delle perdite e bollette più efficienti grazie a fondi Pnrr e attrattività finanziaria
Venticinque anni di attività in Toscana, cinque ambiti su sei serviti, pari a tre quarti della popolazione, che in termini reali significa 3,2 milioni di abitanti: questi i numeri dell’attività di Acea in Toscana, che - insieme agli altri soci - svolge il proprio ruolo di partner industriale di Publiacqua a Firenze e Prato, di Acque a Pisa ed Empoli e di Acquedotto del Fiora a Grosseto e Siena, consentendo alle società di realizzare importanti progressi nella gestione del Servizio Idrico Integrato nei territori di riferimento, ottimizzando processi, favorendo gli investimenti e migliorando la qualità del servizio. La presenza di Acea in Toscana si completa con la partecipazione anche in altre due società: Geal nel comune di Lucca e Nuove Acque ad Arezzo e Siena.
Gli investimenti sul territorio
“Negli ultimi dieci anni - dice Enrico Pezzoli, Ad di Acea Acqua - il Gruppo ha investito quattro miliardi di euro sul territorio, con un impatto tangibile anche sul tessuto economico territoriale ed una concreta attrattività finanziaria, sia in termini d’interessi favorevoli, sia per l’assegnazione di fondi Pnrr che hanno toccato quota 182 milioni. Tutte le gestioni - prosegue Pezzoli - evidenziano un incremento degli investimenti realizzati successivamente all’ingresso nella gestione di Acea quale socio privato. L’investimento pro capite nella Regione è passato da 15 euro per abitante a 92 euro per abitante, ben superiore alla media nazionale (72) ed europea (82). In particolare, la media annuale degli investimenti, dopo l’ingresso di Acea, è più alta di tre volte per Acquedotto del Fiora, di quattro volte per Publiacqua e di ben nove volte per Acque”.
Le perdite
Sul fronte delle perdite, attualmente la Toscana è a quota 35 per cento rispetto al 40% d’inizio gestione Acea ed alla media nazionale del 42%. Dati che potrebbero, per il futuro, aprire qualche scenario di difficoltà per una eventuale gestione esclusivamente pubblica. Un quadro che, se così si delineasse, potrebbe anche portare a ricadute economiche sulle bollette dei cittadini.