Oltre ogni limite: in Toscana celle al 173%, droga e suicidi in aumento
La nuova relazione del Garante dei detenuti fotografa un sistema al collasso: tossicodipendenza diffusa, suicidi, atti di autolesionismo e agenti allo stremo. Grosseto maglia nera.
In Toscana il sovraffollamento in carcere tocca punte del 173%. Il dettaglio lo si può ricavare dalla corposa relazione di 350 pagine presentata oggi dal garante regionale dei detenuti, Giuseppe Fanfani, in commissione Affari istituzionali. Il documento relativo all'attività svolta nel 2024, su cui l'organismo del Consiglio regionale appone il proprio sigillo con una risoluzione approvata a maggioranza, tratteggia un quadro che riflette le criticità di fondo del sistema penitenziario italiano. Al 31 dicembre 2024 erano presenti 3.209 detenuti, di cui 1.487 stranieri, nei 16 istituti penitenziari per adulti, due istituti per minorenni e due residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza in Toscana.
Il problema della tossicodipendenza
Molto significativo il tasso di tossicodipendenza, che tocca il 36,5%. Un livello che porta lo stesso Fanfani a sottolineare che "il carcere non può essere la sola risposta che si dà al problema della tossicodipendenza". Al numero dei detenuti in carcere, peraltro, bisogna aggiungere 8.118 persone in esecuzione esterna.
Le carceri più svovraffollate
Ma a colpire è il sovraffollamento che raggiunge, come detto, una punta massima del 173%, è il caso di Grosseto, ma che si riscontra in misura importante anche al Gozzini di Firenze (112%), a Lucca (127%), Massa (137%), Pisa (133%), San Gimignano (126%), Siena (131%) rispetto alla capienza regolamentare. Unitamente agli otto suicidi accaduti sempre l'anno scorso e ai "moltissimi atti di autolesionismo" va a comporre un mix di fattori che complica le condizioni di lavoro degli stessi agenti penitenziari, già sottoposti a una importante carenza di organico. Fanfani richiama d'altra parte l'importanza di avviare i carcerati stessi al lavoro affinché, a fine pena, "siano in grado di reinserirsi con successo". Ma per riuscire, serve fare formazione dentro e creare occasioni di lavoro fuori dai penitenziari.