Il Tirreno

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I precedenti

Da Oksana a Ilaria Sula, quando l’orrore è nella valigia: così l'assassino depista le indagini e allontana il senso di colpa

di Federico Lazzotti

	Oksana Auskelyte, ballerina di origini lituane uccisa nel febbraio del 2008 dall’uomo che frequentava da un paio di settimane
Oksana Auskelyte, ballerina di origini lituane uccisa nel febbraio del 2008 dall’uomo che frequentava da un paio di settimane

Nel 2015 il ritrovamento choc dei due coniugi trovati lungo la Fi-Pi-Li in quattro trolley: è il tentativo di sistemare il corpo in un’altra dimensione per mettere una barriera tra se stessi e l’atrocità compiuta

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Prima di Denisa, solo un mese fa, Ilaria Sula. Prima di Ilaria, Pamela Mastropietro, era il gennaio del 2018. Prima ancora i coniugi Teuta e Shpetim Pasho, siamo nel 2015. Ma l’orrore, in principio, aveva gli occhi celesti di Oksana Auskelyte, ballerina di origini lituane uccisa nel febbraio del 2008 dall’uomo che frequentava da un paio di settimane e trovata qualche giorno dopo in un cassonetto, nella zona di Serravalle Pistoiese.

Dietro a questi delitti efferati c’è infatti un filo conduttore, una sottocategoria della rappresentazione del male: il tentativo dell’assassino di nascondere il cadavere in un valigia e di portarlo altrove. Lontano. Sia da un punto di vista fisico, con l’obiettivo di non farlo trovare per cercare di farla franca, di depistare le indagini e restare libero.

Ma anche – spiegano gli esperti di criminologia – lontano da un punto di vista mentale, nel tentativo (impossibile) di allontanare da sé l’orrore appena compiuto. Di mettere una barriera tra sé e il senso di colpa? In particolar modo attraverso il corpo, che deve essere posto in un’altra dimensione, in uno “spazio” diverso. Un meccanismo psicologico evidentemente ricorrente, vista la frequenza con cui accade e si ripete questo comportamento da parte di chi compie un delitto.

Prima però di questi aspetti investigativi e psicologici, c’è la lucida follia del killer, capace come nel caso di Denisa, la escort uccisa a Prato e trovata in un casolare nella zona di Montecatini, di sezionare il cadavere – come avrebbe fatto Vasile Frumuzache. Agli investigatori, infatti, la guardia giurata durante la confessione avrebbe raccontato che dopo averla uccisa, in seguito al presunto tentativo di ricatto («O mi dai 10mila euro o racconto tutto a tua moglie»), l’avrebbe decapitata e poi messa in una valigia. Un’operazione che solo a pensarci fa venire i brividi.

Possibile non aver lasciato tracce? È stato lo stesso assassino a rispondere a questa domanda e a spiegare agli investigatori di aver eseguito l’operazione da solo, con un coltello da cucina, e di non aver lasciato macchie di sangue o di liquidi biologici perché Denisa era già morta e perché la disumana operazione è stata portata a termine quando il corpo era già stato sistemato all’interno della valigia.

Ancora più raccapricciante, nella classifica dei delitti più agghiaccianti, quanto fatto nel 2015 da Elona Kalesha, allora 31enne. La donna uccise i genitori dell’ex fidanzato, poi li fece a pezzi e li nascose in quattro trolley che abbandonò lungo la Fi-Pi-Li, nei pressi del carcere di Sollicciano. I cadaveri, meglio ciò che rimaneva, vennero ritrovati cinque anni più tardi. Un delitto che per brutalità sconvolse il Paese.

Anche perché anche il movente ricostruito dagli investigatori faceva accapponare la pelle. La donna li avrebbe uccisi per impedire che i due rivelassero al figlio che lei era in attesa di un bambino da un altro uomo mentre il fidanzato si trovava in carcere. E il delitto sarebbe avvenuto proprio la sera prima che l’uomo venisse scarcerato.

Da quell’omicidio sono passati dieci anni, la donna è stata condannata anche in Appello a 30 anni di reclusione. Molti meno, 18, sono stati invece quelli nei confronti di Andrea Falaschi, ritenuto responsabile dell’omicidio di Oksana. Tanto che i familiari della ballerina dopo la sentenza non nascosero la loro amarezza. Se queste storie, anche da un punto di vista processuale, sono già state archiviate, le indagini sulla morte di Luana Sula e Maria Denisa Adas potranno rivelare altri particolari. Magari sui profili degli assassini o sul loro modo di agire. A cominciare dalla possibilità che possano essere stati aiutati nel loro piano folle e criminale.


 

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