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Museo Mitoraj in Versilia, nuovo intoppo per il progetto: cosa manca, i tempi e le cifre di un’opera infinita

di Luca Basile
Igor Mitoraj al lavoro nel suo studio a Pietrasanta (foto Comune di Pietrasanta)
Igor Mitoraj al lavoro nel suo studio a Pietrasanta (foto Comune di Pietrasanta)

Ora il Comune dovrà bussare alla porta del ministro Giuli, il sindaco: «Sarebbe stato meglio demolire tutto subito»

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PIETRASANTA. L’opera più complessa e laboriosa realizzata, nel divenire degli anni da Igor Mitoraj, non è stato il Centauro che impera e emoziona in una delle piazze del centro storico di Pietrasanta e neppure le sculture monumentali che si elevano a protagoniste, da qualche mese a questa parte, fra Siracusa e l’Etna. No, l’opera più complicata e ancora oggi incompiuta del maestro polacco, cittadino onorario della “Piccola Atene” scomparso nel 2014, è il museo a lui dedicato, in corso di realizzazione sulle ceneri del vecchio mercato comunale di Pietrasanta.

Ieri e oggi

Sono infatti trascorsi sette anni e mezzo da quando il consiglio comunale certificò il via libera al progetto (era il 15 febbraio 2017) per un impegno di spesa quantificato, allora, sui 2 milioni di euro con tanto di taglio del nastro fissato, ottimisticamente, fra il 2020 e il 2021. Di fatto qualcosa non deve però essere andato per il verso sperato se, oggi, il museo è un cantiere più o meno infinito a cielo aperto. La data del vernissage inaugurale è un centrifugato di ipotesi e il costo complessivo, nel frattempo, si è impennato fino alla cifra, da brivido, di 17 milioni di euro.

Caccia a 5 milioni

Con una postilla di cui tenere doverosamente conto: per completare i lavori servono oltre 5 milioni di euro. Che non ci sono e che il Comune, presto o tardi, andrà a chiedere al ministero dei Beni culturali che qualche denaro in realtà, nel frattempo, l’ha già garantito. I conti, non proprio dettagliati al centesimo, sono presto fatti: Pietrasanta ha contribuito per oltre 3 milioni di euro, 1 milione di euro lo ha anticipato la Regione e circa 7 milioni li ha appunto portati in dote il Mibact. Ne ballano, come da premessa, almeno altri cinque o poco più per dare forma e sostanza alla sede sottostante del museo che accoglierà uno spazio espositivo dedicato ad altri artisti contemporanei, uffici, vani tecnici, un bistrot (ma nessun ristorante come da tradizione inflazionata della cenatown pietrasantina) e una libreria.

C’è però un aspetto ulteriore di cui tenere conto: gli ultimi eventi, che hanno visto il cambio alla guida del ministero con Gennaro Sangiuliano sostituito da Alessandro Giuli e con annesse ripercussioni a livello di uffici e referenti responsabili, qualche problema lo stanno creando. In poche parole il sindaco Alberto Giovannetti attende il momento giusto per fare tappa nei palazzi romani e provare a portare a dama i discorsi cominciati tempo fa. Come a dire speranze tante, certezze insomma.

Critiche e promesse

«La verità è che non c’è chiarezza: né sui tempi di realizzazione, né sui costi. A questo punto – le parole della capogruppo del Pd Irene Tarabella – dopo tutti questi anni, numerosi proclami e 17 milioni di euro di costi paventati, la città si aspetta un museo funzionante e che restituisca il sacrificio economico e di immagine che è costato a tutta la città. Intanto i lavori vanno avanti fra settimane di cantiere aperto e mesi di stallo. Non c’è progettualità, si campa alla giornata. Non vorremmo che a un certo punto proprio i lavori si bloccassero definitivamente per mancanza di fondi. Sarebbe un danno immenso per tutti».

Il sindaco Giovannetti, al secondo mandato e alla guida di una coalizione di centrodestra, quanto meno a parole, rigetta ogni timore. «Il museo Mitoraj rappresenterà qualcosa di straordinario e unico non solo per Pietrasanta, ma per tutta la Versilia e la Toscana. Qualcuno forse ancora non se ne rende conto, ma prima o poi lo comprenderà. Troppi soldi per completarlo? Erano pochi – dice – quelli previsti inizialmente. Con 2 milioni di euro non si sarebbe mai dato vita a uno spazio espositivo. Rispetto al progetto iniziale sono stati rivisti tutti i calcoli strutturali, abbiamo realizzato due nuovi solai, rinforzato i pilastri e, soprattutto, è stata triplicata la sede espositiva passata da circa 800 metri quadrati a i 2.500 mq. Certo, alla luce dei fatti, forse sarebbe stato meglio prima demolire tutto e ricominciare da zero, ma è andata così e credo che alla fine, grazie al nostro modo di portare avanti il progetto, verranno risparmiati anche dei soldi».

Le cifre

I 5 milioni di euro che oggi mancano al conto? «Al momento opportuno – replica – riparleremo con il ministero e anche la Regione è pronta a dare un ulteriore contributo. Non vedo problemi. Anzi, mi spingo oltre: una parte del museo, quella al pianterreno e che accoglierà le opere di Mitoraj, pensiamo di inaugurarla nell’estate 2025. La copertura economica per questa sede non è infatti un problema e il cantiere procede nella tempistica prevista».

A gestire il tutto sarà la Fondazione Mitoraj, presieduta da Jean Paul Sabatié e che vede nel cda anche la presenza dell’ex direttore degli Uffizi Eike Schimdt. Per una collezione, in esposizione, di 69 opere fra sculture e dipinti per un valore, stimato, di 7 milioni e mezzo di euro. Nel frattempo è già in carica un direttore generale: Franck Michael Boehm con contratto base di 61 mila 500 euro annui. Come a dire che la macchina organizzativa è pienamente operativa, ma il museo, ormai argomento di sarcasmo e polemica al curaro in buona parte della comunità, ancora non c’è. E neppure sappiamo quando ci sarà.

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