La guida
Ora dobbiamo bloccare l’occupazione della Rai da parte del centrodestra
Il pluralismo è in pericolo
Ecco le riflessioni dei lettori pubblicate sull’edizione cartacea di martedì 23 luglio, nella pagina dedicata al filo diretto con il direttore de Il Tirreno, Cristiano Marcacci. “Dillo al direttore” è l’iniziativa che permette alle persone di dialogare direttamente con Cristiano Marcacci, attraverso il canale WhatsApp (366 6612379) e l’indirizzo mail dilloaldirettore@iltirreno.it.
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di Marco Susini *
La presidente del Consiglio ha inteso giocare la carta dell’autoironia quando ha chiamato le sue trasmissioni su Facebook “TeleMeloni”. Così facendo, la premier ha voluto irridere tutti coloro che in questi mesi hanno stigmatizzato l’uso assai disinvolto che lei e il suo partito stanno facendo del servizio pubblico televisivo. Nei giorni scorsi non sono stati però l’opposizione o la stampa a lei ostile a lamentarsi di questa sua vocazione "proprietaria" dell’informazione.
Infatti, è arrivato un vero e proprio grido d’allarme contenuto in un documento ufficiale della Commissione Europea, frutto di una ricerca scientifica volta appunto a individuare i rischi potenziali per il pluralismo dell’informazione. In questo documento si parla esplicitamente di «occupazione e spartizione della Rai da parte del principale partito di governo» e si lamenta «la diminuzione della qualità e dell’autorevolezza del servizio pubblico e un drastico peggioramento del pluralismo dell’informazione».
Alcuni esponenti di Fdi hanno sminuito la portata di queste accuse arrivando a sostenere che la ricerca in questione ha fotografato «una situazione invariata» (sic) del sistema. Eppure, gli autori dello studio non si sono certo dannati l’anima nel mettere in fila comportamenti e iniziative dei nuovi “padroni del vapore” attraverso cui essi hanno manifestato una smodata smania di occupazione del servizio pubblico.
Ecco alcune “perle” della loro gestione: nei mesi scorsi si sono lasciati trasmigrare verso altre reti tv giornalisti o personaggi dello spettacolo che, pur avendo un altissimo indice di gradimento tra il pubblico, avevano il torto di non apparire troppo allineati con il nuovo corso politico. Il risultato è stato che la Rai ha perso fior di professionisti e un bel po’ di share a tutto favore della concorrenza. È stato censurato l’ormai famoso monologo di Antonio Scurati sul fascismo e si è voluto sanzionare Serena Bortone, rea di aver parlato in diretta di tale sconcertante episodio. Non solo si è allontanato dalla televisione uno scrittore prestigioso e campione di ascolti come Roberto Saviano, ma da parte di esponenti del Governo si è proceduto contro di lui così come altri giornalisti e intellettuali (da ultimo Luciano Canfora) sul terreno giudiziario, con una volontà intimidatoria.
In occasione delle elezioni europee si è pensato bene di ripristinare un meccanismo per cui il tempo riservato agli esponenti del Governo veniva scorporato dalla par condicio provocando un evidente squilibrio tra maggioranza e opposizione. Merita poi essere ricordata l’ultima “chicca” che la Rai targata Meloni ci ha regalato quando pochi giorni fa ha letteralmente silenziato il clamoroso e inaspettato successo della sinistra alle elezioni francesi. Questi signori stanno occupando tutti gli spazi possibili e immaginabili con palesi forzature e comportamenti impropri come appunto avviene nel delicatissimo campo dell’informazione. Anche per questo vanno fermati in tempo.
* ex parlamentare