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Piano dei rifiuti in Toscana: i sette maxi nuovi impianti. E il “partito” di Case Passerini

di Mario Neri

	Il vecchio progetto per il termovalorizzatore di Case Passerini
Il vecchio progetto per il termovalorizzatore di Case Passerini

Anci e Alia: «Non abbandoniamo l’idea di fare termovalorizzatori»

05 luglio 2024
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Monia Monni non avrà messo d’accordo tutti, forse neppure il Pd. Non quello della costa, che teme l’assalto della spazzatura in arrivo del centro della Toscana dopo il gran rifiuto di Empoli e un extra carico per lo Scapigliato o altre nuove centrali, ma l’assessora regionale all’ambiente ha convinto il mercato a seguirla. Perché, seppure monca del gassificatore di Empoli, al quale Alia ha rinunciato, sono aziende pubbliche e privati ad aver disegnato un’ipotesi di mappa degli impianti da realizzare in Toscana entro il 2027.

La speranza di Monni è riposta proprio nelle proposte avanzate ad aprile 2022 dai privati. Il piano immaginato dall’assessora, per ora, va verso l’economia circolare. Sono almeno sette le maxi eco-factory proposte dalle aziende pubbliche in alleanza con i privati in regione. Cinque grandi progetti a cui aggiungere decine di piccoli impianti che le spa pubbliche vorrebbero realizzare insieme alle multinazionali con un investimento di oltre 1,5 miliardi di euro. Quali sono? La giunta Giani li ha allegati al piano appena licenziato in un testo che riassume «un quadro conoscitivo» sui rifiuti in regione.

Eni Rewind spa vuole costruire un rigassificatore waste to chemicals a Livorno che tratti 200mila tonnellate di rifiuti, in gran parte combustibili solidi ricavati da rifiuti tessili, carta e plastica per produrre metanolo, inerti e zolfo, il primo da riutilizzare come carburante per le navi. Uno da 78mila tonnellate, per il trattamento di combustibili solidi e indifferenziata, l’ha proposto Retiambiente a Massa, un gassificatore green che dovrebbe affiancarsi a un biodigestore anaeroobico. Nel sito di Casone di Scarlino, Iren punta a un polo tecnologico con tre impianti, di cui uno per il trattamento di pulper di cartiera e degli scarti in plastica plasmix. Ati Natura srl e Am Recuperi srl si offrono di realizzare una struttura per la scissione molecolare a Gallicano, nella Valle del Serchio, per trattare 11.500 tonnellate annue di frazione solida. Retiambiente guarda anche a Peccioli, dove immagina una centrale a ossicombustione pressurizzata senza fiamma per trattare e riconvertire 115mila tonnellate di rifiuti solidi e percolato.

Ma a fare la parte del leone nella presentazione delle richieste che la Regione ha vagliato per l’assegnazione dei finanziamenti comunitari (in ballo ci sono 15 milioni del Fondo sociale europeo più altri 50 legati al Pnrr di qui al 2027) è stata Alia. La spa del centro della Toscana ha stretto un’alleanza con Suez e Maire Tecnimont e voleva costruire tre poli del riciclo con altrettanti maxi biogassificatori. Uno lo prevede a Pontedera da 265mila tonnellate, un altro dalla stessa portata a Rosignano Marittimo, entrambi per il trattamento di varie tipologie di rifiuti e la produzione di gas. Ma appunto è saltato quello di Empoli da 192mila tonnellate.

Non un caso che Alia, ma anche Anci e Cispel, nelle osservazioni presentate alla giunta e presto all’esame del Consiglio regionale tornino a chiedere «un’alternativa». Anci Toscana, guidata dall’ex sindaco di Prato Matteo Biffoni, esprime «perplessità in merito alla gestione della fase transitoria nel caso non siano conseguiti gli obiettivi previsti con la realizzazione dei nuovi impianti», dunque chiede «un piano alternativo» per non «correre il rischio di dover esportare i rifiuti in termovalorizzatori fuori regione», ed esorta a «non abbandonare investimenti di questo tipo anche nella nostra regione». Alia «contesta la scelta di rinunciare alla realizzazione dell’impianto di Case Passerini». La Regione ribatte chiarendo che l’autorizzazione per l’inceneritore nella Piana fiorentina è stata annullata dal Consiglio di Stato nel 2018 e «non è stato possibile, alle condizioni presenti, rilasciare una nuova autorizzazione che superi i rilievi» dei giudici. Ma pure Confesercenti e Confcommercio li ritengono «un valido aiuto». Il partito del termovalorizzatore non demorde.


 

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