Salvare le vite con una telecamera sul casco: in Toscana i medici collegati in diretta con i soccorritori sulle ambulanze, l'invenzione è pisana
La nuova frontiera della telemedicina d'urgenza si chiama sistema interattivo Rec-Visio 118: è stato inventato dal docente del Sant'Anna Piero Castoldi
Una diretta video, tramite un caschetto utilizzato dal soccorritore, per consentire al medico della centrale operativa del 118 sia di prendere visione delle condizioni del paziente che di comunicare, tramite un audio bidirezionale, con l’operatore. Giungendo così rapidamente a un diagnosi pre ospedaliera che, in molti casi, vuol dire guadagnare del tempo. Se il tempismo è tutto nella vita, questo assioma vale ancora di più quando c’è in ballo la salute delle persone. Di questo ne sono consapevoli due ambiti tra loro differenti, la medicina e l’ingegneria, che unendo le forze hanno creato, grazie anche al prezioso contributo di altri attori locali, il sistema di tele-medicina nel servizio di emergenza e urgenza 118, con tecnologie moderne che permetteranno il supporto medico a distanza. L’ennesimo esempio di come una delle principali eccellenze toscane, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, sappia fornire un apporto quotidiano al miglioramento della qualità della vita di quei cittadini residenti nelle aree interne e isolate.
La sperimentazione
Nell’ambito di “Proximity Care”, un progetto pluriennale dal centro universitario pisano con il coinvolgimento di Regione Toscana, Asl Toscana Nord Ovest e il sostegno finanziario della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, da giovedì 15 febbraio fino ai prossimi 18 mesi le squadre di soccorso della zona distretto Valle del Serchio, comprendente 19 comuni (da questo piano non fanno parte Pescaglia, Villa Basilica e i due comuni dell’alta Versilia Stazzema e Seravezza), potranno servirsi di questo nuovo prezioso strumento nelle attività ordinarie. Non è un caso che per sviluppare il progetto, sorto nell’inverno 2019 e utilizzato già nell’estate seguente a Pistoia e Arezzo, sia stato scelto questo lembo della Toscana settentrionale, dove la distribuzione della popolazione in un ampio territorio montuoso non sempre rende agevole gli spostamenti.
Il padre del caschetto
Il “papà” del sistema interattivo Rec-Visio 118, questa la dicitura completa del sistema di telemedicina d’urgenza, risponde al nome di Piero Castoldi, docente di telecomunicazioni e direttore dell’istituto Tecip (Tecnologie della comunicazione, informazione e photonics) della Scuola Sant’Anna. «Gli operatori indosseranno un caschetto dotato di videocamera con cui inviare al medico della centrale operativa il video del paziente – spiega Castoldi – . Dal canto suo il dottore, grazie a un’applicazione, potrà visualizzarlo con la possibilità di attivare paralleli teleconsulti con altri specialisti in modo da fornire un’immediata assistenza medica da remoto ai soccorritori». Uno strumento, realizzato grazie al contributo degli ingegneri Anna Lina Ruscelli Sujit Kumar Sahu e Molka Gharbaouj, che potrà essere oggetto di ulteriori migliorie. Diagnosi istantanea Il caschetto assumerà una ruolo strategico nella gestione delle patologie tempo dipendenti, che hanno nell’ictus il loro caso più eclatante. «Sarà uno strumento che agevolerà il nostro compito, ma anche quello degli operatori sul posto – afferma Andrea Nicolini, responsabile area emergenza urgenza 118 Asl Toscana Nord Ovest – . Quando un paziente, mettiamo caso, sia vittima di un episodio neurologico acuto, l’utilizzo del caschetto ci consentirà di vedere subito l’immagine, stabilendo così la diagnosi per poi trasportarlo immediatamente verso l’ospedale più adeguato per le cure da lui richieste: più tempestivo è l’intervento e maggiore è la parte di cervello salvata».
Donazione caschetti
Sono stati sei, al momento, i caschi consegnati ai sei dei centri del 118 presenti in Valle del Serchio: si tratta di cinque Misericordie e una Croce Rossa. Queste squadre di soccorso si sono ritrovate nella rinnovata sede della Misericordia di Piano di Coreglia, frazione di Coreglia Antelminelli, quasi come a simboleggiare, tutte insieme, l’inizio di una nuova era per il servizio sanitario. Anche per loro, che siano operatori o volontari, poter utilizzare questo strumento significherà contare in momenti concitati sull’apporto, seppur a distanza, di un medico. Il senso della comunità, in una zona costellata di piccoli comuni, è racchiuso in queste azioni che da oggi, grazie all’asse medicina-ingegneria, guardano con fiducia al futuro.
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