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Nel 2024 crescita contenuta ma la recessione sarà evitata: le previsioni per la Toscana

di Sara Giusti
Nel 2024 crescita contenuta ma la recessione sarà evitata: le previsioni per la Toscana

Le previsioni fanno ipotizzare un “atterraggio morbido”. Riaccelerazione nel secondo semestre per la Toscana

29 dicembre 2023
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Nel corso del 2023 l’evoluzione dell’economia italiana è stata condizionata dallo shock energetico e inflazionistico a cui si sono aggiunti gli effetti della restrizione monetaria e la minore generosità dei bonus edilizi: la ripresa post-pandemica ha ridotto la sua intensità dalla primavera del 2023 quando è iniziata una fase di sostanziale stagnazione. Sull’evoluzione della domanda incidono, inoltre, le tensioni geopolitiche, e in particolare il conflitto tra Russia e Ucraina e quello più recente in Medio Oriente. In considerazione di questi elementi, il 2023 si è caratterizzato come un anno di rallentamento del ciclo internazionale e le attese per il Pil italiano sono di una crescita dello 0,7% a prezzi costanti.

Anche l’economia toscana è stata interessata da questo rallentamento: secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (Iter) sviluppato dalla Banca d’Italia con l’obiettivo di cogliere la dinamica dell’attività economica territoriale, si evidenzia nel primo semestre un aumento del prodotto dell’1%, inferiore di quasi 3 punti percentuali alla crescita del 2022 e lievemente più contenuto di quello stimato a livello nazionale.

Il rallentamento è visibile anche in termini di scambi internazionali; la regione ha comunque mantenuto una buona dinamicità grazie al traino di alcuni settori. Le esportazioni della Toscana nei primi nove mesi del 2023 sono state pari a 42,2 miliardi di euro, in crescita dell’8,5%, con un incremento di 3,3 miliardi rispetto al periodo gennaio-settembre del 2022 e un tasso di crescita che è passato dal 18,2% nel primo trimestre al 4,8% nel secondo e al 3,3% del periodo luglio-settembre.

Le esportazioni

L’evoluzione delle esportazioni della regione è stata migliore della media italiana che nel periodo considerato ha registrato una sostanziale stabilità rispetto all’anno precedente (+1%). Inoltre, a fronte di una variazione tendenziale che per l’Italia sconta un calo nel secondo e terzo trimestre (-1,3% e -4,6%), la Toscana ha continuato a mostrare un incremento nelle esportazioni in tutti e tre i trimestri. Dal punto di vista settoriale, un impulso importante è determinato dal settore farmaceutico che ha registrato esportazioni per 5,8 miliardi di euro (+52,8%), superando per valore le vendite del settore della pelle che si sono attestate a 5,7 miliardi, con un calo rispetto all’anno precedente del -9%. Positivo l’apporto del settore della meccanica (+20%), dell’agro-alimentare (+2,3%) e spicca il buon andamento dell’oreficeria con un balzo dell’8,2%, grazie al quale Arezzo mantiene il primato tra le realtà distrettuali del comparto in termini di esportazioni. Le altre specializzazioni del sistema moda risentono invece di un calo con l’abbigliamento che perde il -4,6% di export e il tessile che mostra un ritardo del -6,7% (grafico 2).

Città per città

In termini territoriali, Firenze rappresenta la prima provincia per esportazioni con oltre 15 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2023 che coprono più di un terzo dell’export regionale e ha registrato una crescita del 5,9%; segue la provincia di Arezzo con 7,8 miliardi di euro sostanzialmente in linea con il 2022 (-0,9%). Particolarmente sostenuto l’incremento delle esportazioni dalla provincia di Siena che sono passate da 2,5 miliardi nel 2022 agli attuali 3,7 miliardi di euro (+48,4%), crescita legata soprattutto alla spinta del settore farmaceutico che ha aumentato le esportazioni di 894 milioni. Grazie a una crescita di oltre 1,5 miliardi di euro (+30,7%) giustificata principalmente dai prodotti farmaceutici, gli Stati Uniti rappresentano il primo mercato di riferimento delle esportazioni, seguiti dalla Francia con 5,4 miliardi di euro (+9,3%) e dalla Germania (+0,6%), mentre la Svizzera diventa il quarto mercato con 3,3 miliardi con un calo del -35,5% legato soprattutto ai settori del sistema moda e in particolare ai prodotti della filiera della pelle per i quali il mercato elvetico rappresenta un hub logistico.

Turismo

Nei servizi e soprattutto nella filiera turistica si è osservato un buon andamento. La dinamica dei flussi turistici da gennaio ad agosto ha mostrato una crescita del 5,3%, trainata dalla componente internazionale (+14,7%), dove ad aumentare in misura consistente è il segmento extra-europeo (+50%); è rilevante osservare come le presenze turistiche di stranieri abbiano complessivamente superato il valore del 2019, anno particolarmente positivo in termini di presenze, con un aumento dell’1,2% che si articola in un +8,2% per le presenze di europei e un ritardo del -10,5% per i turisti extra-europei. Per le presenze di turisti italiani, il divario rispetto al pre-Covid si è attestato al -5,5%, con un sostanziale allineamento per i toscani che scelgono la propria regione (+0,6%), mentre per gli altri italiani la variazione è del -7,7%. Il rimbalzo delle presenze straniere è legato al ritorno dei turisti dell’estremo oriente che sanciscono finalmente una decisa ripresa da paesi come Corea del Nord (+285%), Cina (+179%), Giappone (+285%), oltre a un incremento molto sostenuto dei turisti americani che sono aumentati del 35,7% rispetto al periodo gennaio-agosto 2022 e che superano del 22% le presenze registrate nel 2019. Le prospettive per la filiera turistica nel resto dell’anno confermano un’intonazione positiva, grazie agli effetti di un prolungamento della stagione reso possibile da un clima mite nei mesi autunnali. Inoltre, le variabili commentate si riferiscono alle presenze di turisti e non colgono la dimensione del prezzo che può aver sostenuto e amplificato la crescita del fatturato e della marginalità degli operatori; infatti, a livello nazionale nel primo semestre il fatturato dei servizi di alloggio e ristorazione presentava una crescita rispettivamente del 27% e del 22% rispetto al 2019.

Costruzioni

Nel comparto delle costruzioni, dopo il sensibile aumento dell’attività nell’ultimo biennio, si rileva una decelerazione nel primo semestre dell’anno spiegata dal progressivo ridimensionamento degli incentivi previsti per la riqualificazione degli immobili: in base ai dati diffusi dall’Associazione nazionale costruttori edili (Ance), le ore edili lavorate hanno mostrato una sostanziale tenuta rispetto all’anno precedente (+1,3%) frutto di un incremento nei primi tre mesi e di un calo nel secondo trimestre; anche le imprese attive e i lavoratori impiegati hanno registrato un incremento molto contenuto.

L’occupazione

Un ulteriore elemento che facilita l’interpretazione dell’economia regionale riguarda il quadro occupazionale che continua ad essere un elemento di supporto dello scenario: l’Italia e la Toscana sono entrate nello shock inflazionistico con un mercato del lavoro robusto. Nel primo semestre 2023 l’occupazione regionale è cresciuta con il tasso di occupazione che si è attestato al 68,9%, in crescita di 1,1 punti percentuali rispetto al primo semestre 2022 e contemporaneamente si è assistito anche a un calo degli inattivi (tasso di attività al 73,2%) con una conseguente riduzione del tasso di disoccupazione che è sceso al 5,7% a fronte del 7,9% in Italia. Le preoccupazioni maggiori dal mondo del lavoro si concentrano sulla disponibilità della manodopera e sul divario tra domanda e offerta: secondo la rilevazione mensile Unioncamere di dicembre 2023 con uno sguardo sulle tendenze occupazionali per il periodo dicembre-febbraio, in 53 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati. Nel descrivere l’andamento dell’economia regionale nel 2023 è necessario considerare anche gli effetti dei recenti eventi alluvionali che hanno colpito a partire dal 2 novembre alcune aree del territorio.

L’alluvione ha interessato oltre 60 comuni delle province di Firenze, Livorno, Pisa, Pistoia e Prato. L’Istituto Regionale di Programmazione Economica ha elaborato una stima dei danni provocati dall’alluvione per famiglie e imprese: non si tratta di un vero e proprio censimento, ma di una valutazione su basi statistiche dei danni subiti. La superficie allagata rappresenta lo 0,8% del territorio regionale, con punte del 7% per Pistoia e del 10% per Prato. Secondo questa quantificazione i danni potenziali complessivi ammonterebbero a 1,9 miliardi di euro, senza considerare le spese per il ripristino delle infrastrutture (strade, ponti, argini dei fiumi, ecc.): questo importo comprende 1,2 miliardi di impatti alle imprese per danni ai magazzini, a fabbricati e macchinari e quelli legati all’interruzione delle produzioni, oltre a circa 600 milioni di danno alle famiglie per la manutenzione straordinaria di abitazioni, garage e cantine, cui si aggiungono anche i danni per la sostituzione di mobili, elettrodomestici, auto e motorini.

Prospettive

Le prospettive per il 2024 restano ancora incerte e condizionate soprattutto dai rischi geopolitici, ma è probabile che in un contesto di crescita contenuta si possa comunque realizzare un “atterraggio morbido”, scongiurando quindi il rischio di recessione intensa nelle principali economie mondiali.

D’altra parte il percorso di ritorno dell’inflazione a livelli coerenti con gli obiettivi della Bce sta proseguendo e ci porta a prevedere che nel corso del 2024 possa prendere avvio una fase di allentamento delle politiche monetarie. Inoltre, tra gli elementi che sosterranno il 2024 si sottolinea il recupero del potere di acquisto delle famiglie grazie al rientro dell’inflazione e l’accelerazione nella spesa finanziata dal Pnrr.

L’economia regionale dovrà competere in un contesto di crescita ancora modesta nei prossimi mesi, ma con prospettive di riaccelerazione nel secondo semestre grazie anche alla ripresa degli scambi commerciali che costituiscono un elemento trainante per un’economia come quella toscana che vanta un buon posizionamento nei mercati internazionali e una forte propensione all’export.

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