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Pisa, l’affitto di un monolocale da 19 m2 a 500 euro ha attirato 250 candidati in due giorni

di Libero Red Dolce
Pisa, l’affitto di un monolocale da 19 m2 a 500 euro ha attirato 250 candidati in due giorni

La prova sul web del Tirreno con un annuncio “fake”: i prezzi degli affitti hanno raggiunto un livello mai visto negli ultimi anni. E tra affitti brevi e costi dei mutui il quadro è sempre più difficile in una città dove diminuiscono le immatricolazione da fuori regione

04 ottobre 2023
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«Monolocale a Pisa da 19 metri quadri in affitto a 490 euro, spese escluse». Il titolo dell’annuncio è sufficiente, da solo, per capire il livello di pressione sugli affitti che esiste nella città della Torre. Solo che non si tratta di una vera offerta. Lo abbiamo diffuso per verificare la tensione locativa presente in città, pensando di aver pubblicato più una provocazione senza interesse che un avviso di una qualche appetibilità. In meno di 48 ore ci hanno contattato più di 250 persone.

La pentola degli affitti borbotta da tanto tempo in città. La speculazione sui prezzi in centro per universitari non è una novità: è una denuncia rilanciata puntualmente dalle associazioni universitarie studentesche (e non solo) a ogni ripresa dell’anno accademico. A quel fuoco si è aggiunta la legna della penuria di affitti a lungo termine, che si riducono in modo consistente anno dopo anno per l’aumento delle soluzioni a breve termine. Colpa degli affitti turistici. Non bastasse questo, sono arrivati i rialzi dei tassi a contrarre il numero dei potenziali acquirenti di case, che rimangono in affitto, o le cercano, scoraggiati da mutui al momento insostenibili per molti. Sia pur salariati, ma con stipendi svuotati dall’inflazione.

Ed è così che sulla casella mail di Enrico Fosso – l’improbabile locatario che abbiamo impersonato – si sono presentati in tanti. L’annuncio è comparso solo su due piattaforme online, le richieste potevano essere di più. Monolocale decente. Ma piccolo piccolo. E caro. Attratti da un annuncio che fino a poco tempo fa avrebbe richiamato molti meno.

A dirlo non siamo noi. Michele, 32 anni, è un professionista che fa due lavori. Insegnante part-time e agente immobiliare. Tra i profili le cui speranze stavamo ingiustamente stimolando (e ce ne scusiamo, rifugiandoci dietro il primario interesse informativo), è sembrato uno dei più interessanti. Vuole affittare, ma è interessato a gestirla.

«Sarebbe interessato a una gestione da parte di terzi?». Chiarito che il bene non esiste ma si tratta di un’indagine giornalistica, Michele non fugge come hanno fatto in diversi. Ci spiega che «un monolocale come quello dell’annuncio, in buone condizioni e in centro città, può rendere più del doppio di quello che avevamo chiesto. Qualche anno fa le avrei detto che era cara». Non è l’unico ad averci chiamato per un “subaffitto”, ma è il meno improvvisato. Perché una posizione di rendita come questa fa gola a diversi. Ed è facile immaginare cosa faremmo noi di fronte all’alternativa di guadagnare 500 euro al mese contro più di 1000. Affitto breve in gestione e via il pensiero.

L’acqua della pentola degli affitti bolle e le aragoste che si cuociono senza riuscire più a sfuggire sono diverse: studenti delle triennali, i loro genitori, professionisti, ragazze che vogliono dividere la stanza (9.5 metri quadri a testa), dottorandi. Meno di 20 metri quadri per 500 euro non è più una combinazione impensabile.

Paola, lavoratrice autonoma di 29 anni interessata all’annuncio, fornisce un’ulteriore illuminazione. Quando per provocare una sua reazione, le ripetiamo con insistenza che ci sono spese condominiali mensili di 50 euro, più le bollette. «Si figuri – risponde lei conciliante a questo proprietario insolitamente masochista – ho visto una casa più grande di soli due metri quadri, in condizioni terribili, offerta a 50 euro di più. La sua almeno è in centro, quella era in periferia».

La dinamica del costo degli affitti non è una questione oziosa, da guardare con sufficienza mentre si attende l’intervento della mano invisibile del Mercato. In un contesto come quello pisano, dove l’intreccio tra città e università è vitale, c’è un dato che dovrebbe spaventare. La diminuzione costante, riscontrabile negli ultimi cinque anni (dati del marzo 2022 di Unipi) ,delle immatricolazioni di studenti che arrivano da fuori regione. Quelli che insomma quando vengono devono affittare casa, pagare servizi, vivere in questo contesto. La loro diminuzione dovrebbe suggerire di andare a disturbare il sonno della mano invisibile. Prima che si arrivi ai 10 metri quadri per 601 euro visti di recente su un annuncio parigino. D’altronde, la torre c’è anche là.


 

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