Toscana

Il dietrofront

Benedizione ai fucili da caccia a Pistoia, niente acqua santa sulle doppiette: don Alessio chiede scusa e rinuncia

di Danilo Renzullo
Benedizione ai fucili da caccia a Pistoia, niente acqua santa sulle doppiette: don Alessio chiede scusa e rinuncia

A Marliana stop all’iniziativa per il via alla caccia. Ma restano le polemiche: per Federcaccia nessuno scandalo

30 agosto 2023
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PISTOIA. Benedizione sì, ma non “armata”. Certo, sarà probabilmente numerosa la presenza di cacciatori, ma la santa messa che don Alessio Biagioni celebrerà nella chiesa di San Michele Arcangelo ad Avaglio si concluderà senza l’alzata dei fucili. Le “doppiette” non saranno, infatti, ammesse nella piazza del piccolo centro alle porte di Marliana.

Dove, in occasione dell’apertura della stagione venatoria, don Biagioni ha preferito fare un passo indietro per evitare «ulteriori fratture e divisioni», fanno sapere dalla Diocesi. E non solo nel paese. Perché quella che voleva essere un’iniziativa «per chiedere la protezione del Signore», ha acceso polemiche e una pioggia di critiche che, sui social network, si sono trasformate anche in accuse e attacchi. Al punto che don Biagioni ha «informato» anche «le forze dell’ordine».

Non per denunciare, né per blindare la chiesa, ma solo per comunicare lo “scontro” che l’iniziativa ha provocato. Quella pubblicizzata con una serie di volantini affissi nel borgo alcuni giorni fa e poi annullata. O meglio, riformulata. Perché la benedizione ci sarà, ma sarà “tradizionale” dopo il passo indietro compiuto ieri da don Biagioni. «Sono rimasto stupito e molto dispiaciuto dalle reazioni, talvolta anche espresse con parole violente, suscitate dall'iniziativa della benedizione in occasione dell'inizio della stagione venatoria», sottolinea don Biagioni chiedendo scusa «se l'espressione di benedire i fucili possa essere stata tale da venire equivocata come una qualche santificazione di uno strumento di morte da parte della Chiesa». L'iniziativa «voleva essere un momento di preghiera con cui incominciare un’attività sportiva a cui sono affezionati molti parrocchiani e tante persone che frequentano il territorio», spiega il prete.

E in questo senso «il fucile è non solo lo strumento usato maggiormente e con maggior attenzione dai cacciatori, ma anche un mezzo comprensibilmente da usare con cura, prudenza e perizia». La benedizione su quello “strumento” era stata quindi pensata per «chiedere la protezione del Signore dove la perizia e la prudenza umane non possono da sole garantire la sicurezza» e quindi «non per una questione di superstizione o di santificazione di armi». «Mi dispiace che la questione sia stata interpretata come una deviazione dalla cura del creato o, peggio, dal rispetto della vita umana che la Chiesa ha sempre difeso senza sconti», aggiunge il prete.

Annullata l’iniziativa, restano le polemiche. Con il comitato del Wwf di Pistoia e Prato che in una lettera al vescovo Fausto Tardelli fa notare che «la presenza di armi in Chiesa non è esattamente sinonimo di pace» e che «l’esercizio venatorio collide con il messaggio di Papa» che «nell’Enciclica “Laudato si” evidenzia che “la nostra terra, maltrattata e saccheggiata”, richiede una “conversione ecologica”, un “cambiamento di rotta” affinché l’uomo si assuma la responsabilità di un impegno per “la cura della casa comune”» e che «l’esercizio venatorio è sicuramente antitetico rispetto all’auspicata cura della natura». «Sappiamo bene che la Toscana ha una tradizione venatoria consolidata – aggiunge il Wwf –, ma le tradizioni, specie quelle cruente, sono fatte anche per essere cambiate o cessate». Per l’Aidaa non basta invece aver sospeso l’iniziativa. «Benedire i fucili, simbolo di morte durante la Santa Messa è blasfemo», sottolinea l’Associazione italiana a difesa di animali ed ambiente in una lettera al vescovo chiedendo di «rimuovere don Biagioni dal suo incarico ministeriale ad Avaglio e di valutare l’ipotesi della sospensione».

Certo, stupore e clamore, ma per Federcaccia nessuno scandalo. «La caccia è un’attività consentita, legale, regolamentata e se nell’ambito di questa attività viene chiesta una benedizione per avere una sorta di protezione non c’è niente da eccepire», sottolinea Marco Salvadori, presidente della sezione toscana. «Abbiamo anche un Santo protettore, Sant’Uberto, e in Italia sono molte le iniziative religiose organizzate per ricordare il Santo o in apertura della stagione venatoria – aggiunge –. Anche nel caso di Avaglio l’iniziativa era sicuramente rivolta alla categoria, non agli strumenti usati». Quelli che da sabato, per la pre-apertura della stagione venatoria (che sarà inaugurata il 17 settembre), saranno rispolverati da una parte dei circa 60mila cacciatori attivi in Toscana (500mila quelli in Italia), la regione con il maggior numero di doppiette. 

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