Migranti, il sistema è saltato: «Non c’è più posto». Le Regioni si ribellano all’accoglienza
Il governo svuota Lampedusa con navi e aerei e manda i migranti sul continente. La proposta di Piantedosi: aumentare i rimpatrii. Zaia: «Svuota il mare col secchiello»
Un volo militare con 45 migranti è atterrato anche a Pisa. Un altro (con 69 persone) è atterrato a Comiso. La maggior parte dei migranti, però, viene portata via da Lampedusa in nave. Ieri i primi 591 trasferiti ad Augusta, mentre si prepara una nave diretta a Porto Empedocle. Con quelli destinati a Trapani si dovrebbe arrivare a circa 1700 persone tolte dal punto di prima accoglienza che esplose. Si alleggerisce l’hot spot di Lampedusa, ma non si risolve il problema. Si sposta sul continente”. Dove le Regioni si stanno ribellando. Destra o sinistra non importa. Il sistema dell’accoglienza è saltato. Lo dice il governatore leghista del Veneto, Luca Zaia coi 9mila migranti ospitati; lo dice il governatore della Toscana, il dem Eugenio Giani. Ma si lamentano anche Lombardia e Calabria, con giunte di destra.
Tutti d’accordo allora? Non proprio. Per le Regioni di sinistra, la colpa di questa situazione è del governo che ha demolito il sistema dell’accoglienza diffusa; per le Regioni di destra, invece, la colpa è dell’Europa che abbandona l’Italia. «L’immobilismo di Bruxelles» e il tempo buono sono la causa dell’aumento degli sbarchi e delle difficoltà a trovare sistemazioni ai migranti. Su questo è è chiaro Romano La Russa, assessore regionale alla Sicurezza in Lombardia: «La nostra regione è satura di immigrati e la situazione dei centri di accoglienza ha raggiunto il punto di non ritorno. Per noi sarebbe difficile farci carico di nuovi arrivi. La situazione di collasso dei centri e del sistema di ospitalità è un dato di fatto. Spetta all’Europa, dopo 20 anni di “prese per i fondelli”, contrastare con un approccio serio i flussi migratori bloccando gli sbarchi e ridistribuendo in modo più equo gli immigrati che comunque arrivano».
L’Europa respinge le accuse. Riconosce lo stato di difficoltà dell’Italia, ma evidenzia che «molte delle dinamiche che dovranno essere attivate a seguito del memorandum d'intesa con la Tunisia devono ancora essere messe in atto perché il processo deve essere avviato ed è un processo che è stato firmato appena cinque settimane fa. Ci aspettiamo che i risultati arrivino a medio termine. Questo non è un accordo di soluzione rapida» ricorda la portavoce della Commissione europea Dana Spinant.
Solo che le Regioni non hanno tempo. Nei primi otto mesi del 2023 si è registrato un aumento del 103% di arrivi rispetto al 2022 e le proposte del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, non risultano convincenti. In particolare suscita perplessità l’annuncio di inserire «nel decreto misure per facilitare il rimpatrio dei migranti irregolari che si sono distinti per condotte violente o pericolose e continueremo nell'azione intrapresa per realizzare altri Cpr, i Centri di permanenza per i rimpatri, e per ripristinare la piena funzionalità di quelli attuali». A esprimere le proprie perplessità è il presidente del Veneto, Luca Zaia: «Arriveranno oltre 200mila persone quest’anno in Italia, e di queste solo l'8% avrà lo status di rifugiato. Pensare al rimpatrio è come svuotare il mare con un secchio. Perchè se fossero confermati questi numeri, almeno 150mila persone dovrebbero essere riaccompagnate una ad una in aereo con le forze dell'ordine. La vedo dura». Una soluzione sembra avercela il governatore della Calabria, anche se viene subito osteggiata dal Pd. Roberto Occhiuto (centrodestra) sostiene che i flussi dei migranti «malgrado il governo stia facendo bene, non si fermeranno . In Calabria ci sono famiglie che accoglierebbero volentieri un minore non accompagnato. Invece di dare risorse ad aziende o a cooperative, che a volte speculano sull'accoglienza considerandola una ragione di profitto, si potrebbe pensare di dare un contributo economico a queste famiglie. Così trasformeremmo un problema in opportunità».
La proposta di inserire bambini con situazioni già complesse in famiglie a basso reddito e magari con dinamiche altrettanto complicate è considerata «irricevibile» dal Pd che, in Piemonte, è alle prese con una situazione « estremamente critica, con arrivi e la distribuzione dei migranti, sia dalla rotta balcanica sia da quella mediterranea. A Torino abbiamo accolto la richiesta del prefetto di mettere a disposizione via Traves, struttura destinata ad ospitare i senza fissa dimora per l'emergenza freddo, ma siamo già al massimo della capienza, come lo sono gli altri comuni della città metropolitana» dice il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, per il quale e non è più «emergenziale, ma strutturale». Tanto da proporre l’introduzione dello ius scholae: chi va a scuola in Italia deve poter ottenere la cittadinanza. Inorridisce Frdi, ma il Pd non si ferma. Anche perché - conclude il deputato e segretario del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo - la situazione «degli hot spot solo qui sta esplodendo. Perciò abbiamo attivato ispezioni immediate per comprendere lo stato reale di tutti i siti siciliani: vogliamo conoscere le condizioni igienico sanitarie, quanti minori accompagnati e non sono presenti e quanti non rientrano».