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L’attrice Mita Medici: «Con Califano fu una storia vera ma mi ha stregato un altro uomo»

di Clarissa Domenicucci
L’attrice Mita Medici: «Con Califano fu una storia vera ma mi ha stregato un altro uomo»

La cantante racconta la sua vita sentimentale e i suoi tanti addii: «Mi faccio lasciare dopo il batticuore iniziale, ora mi sposerei e festeggerei»

21 agosto 2023
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La Mita Medici che non ti aspetti riannoda la trama sentimentale della sua vita e spiazza con un finale a sorpresa. La incontriamo a Roma, ai Giardini della Filarmonica, al termine della prova generale di “Elena, o della passione amorosa”, lo spettacolo che porta in scena nell’adattamento teatrale di Salvo Bitonti.

Partiamo dal protagonista della rubrica, il suo grande amore.

«Potrei raccontare dell’amore bello e pulito per Franco Califano, una storia diventata un po' leggenda, ma ero giovanissima, diciannove anni, immersa in una vita frenetica di incontri e di emozioni. Che capivo? Nulla. L’amore della vita è stato un altro: erano gli anni ‘80, siamo stati insieme tre anni e abbiamo anche convissuto. Un amore totalizzante».

Lui è un personaggio noto?

«Sì, però mi sembra tardivo svelarne il nome ora. È stato l’amore che mi ha costretta a fare i conti con i miei limiti. Questo ovviamente l’ho capito con gli anni».

Perché è stato l’amore della sua vita e perché è finito?

«Avevamo davvero tante affinità, è stata una storia bellissima e forse, lì per lì, non me ne sono neanche resa conto. Eravamo talmente innamorati che facevamo tutto insieme, troppo insieme, talmente dipendenti l’uno dall’altro che questo legame a un certo punto mi è sembrato troppo. Troppo grande, troppo impegnativo, troppo. Non voglio dire che mi sentissi soffocare ma costretta sì, impaurita da una vita a due».

Lo ha lasciato?

«Costringo a farmi lasciare, sono come gli uomini in questo, quindi sì ci siamo lasciati e la “colpa” è stata la mia: forse non ho capito che l’amore è fermarsi a un certo punto, al riparo dai batticuori iniziali, dalle farfalle, con la consapevolezza di volersi bene per trovare insieme la formula, il vero senso del continuare a crescere insieme. Non so se all’epoca sono stata egoista o generosa, se ho pensato a me o se ho lasciato libero lui da una condizione che poteva essere limitativa per il suo lavoro, ma ancora mi domando se ho sbagliato».

Quarant’anni dopo?

«Sì».

Un amore che sa di rimpianto.

«Sì, se ha un senso».

Vi siete rincontrati?

«Certo, è capitato, ora è tanto che non ci vediamo. Chissà se ci sarà occasione, io sono portata a pensare di sì».

Non vi siete mai detti “è stato un peccato”?

«Ad oggi no, ma questa storia ha lasciato un segno in tutti e due».

Eravate una coppia rock?

«Si, eravamo piuttosto rock! (se la ride, ndr)».

L’amore ieri, ai tempi della ragazza del Piper e l’amore oggi.

«Era più facile incontrarsi, trovarsi; “fate l’amore non fate la guerra”, già questo ti racconta tanto e fare l’amore voleva dire estrinsecare amore da tutti i pori. Io sono cresciuta con l’idea che l’amore fosse la cosa più importante, me lo hanno insegnato, e infatti poi non mi sono voluta sposare, convinta che non bastasse una firma a salvaguardare il sentimento per sempre, a tenere legate le persone».

L’ho letto in altre sue interviste: “appartenere all’albo degli sposati non mi è mai interessato”.

«L’ho detto, ma da giovane era quasi un fatto politico e di contestazione, un gesto di libertà; poi, da grande, capisci perché è importante e perché ha un senso, anche in una prospettiva di tutela dei diritti della coppia».

Un uomo che amava le ha mai proposto di sposarvi?

«Me lo hanno chiesto, è capitato, ho proprio detto “no”».

La sua storia più lunga?

«Sette anni. Mi diceva che mi invidiava per le mie passioni, perché lui non ne aveva. Io vivo di passioni, ne ho tante, ad esempio il mare: se ci passo vicino, anche di inverno, io mi devo fermare perché il mare mi racconta un sacco di cose e devo fermarmi a respirarlo. L’acqua mi calma, placa le cose che dentro fanno le capriole».

Quella paura “di stare in coppia” l’ha mai superata?

«No, non l’ho mai superata e mi è mancato qualcosa. Sono cresciuta in una famiglia meravigliosa e libera, i miei genitori mi hanno insegnato subito come essere anticonvenzionale, critica, contestataria. Quando si sono separati io non ho sofferto perché mi avevano già insegnato il valore della responsabilità, delle scelte e li ho capiti: stare in coppia certe volte... Sa qual è la verità?»

Qual è?

«Sono una sognatrice. Io da sempre voglio vivere in un mondo migliore, e le mie storie finivano quando iniziava la vita, i problemi, o quando le farfalle nello stomaco iniziavano la frenata».

Oggi ha una storia d’amore?

«No, è da tanto che sono sola».

Vede amore intorno a lei?

«Qualche coppia felice la vedo e le guardo incantata».

Gli uomini negli anni ‘70 e gli uomini nel 2020?

«Oggetto di una trasformazione antropologica direi!»

Torniamo all’amore con Franco Califano, entrambi belli e anticonvenzionali. È stato un colpo di fulmine?

«Senza dubbio. Ci siamo conosciuti a Milano alla casa discografica di un amico che da tempo voleva farci conoscere e ci siamo innamorati immediatamente. Era il più bello di tutti e con me era tenero. La più “diavoletta” tra i due ero io, e non mi riferisco alla droga che non abbiamo mai condiviso. Anche in questo è stato bravo, protettivo: io non ho mai visto e saputo niente, e forse in quel periodo era più libero dagli orpelli che dopo si è portato addosso».

Vivevate insieme in un condominio “storico” del Fleming, a Roma.

«Sì, al terzo piano di una mitica palazzina in via Castiglion del Lago. Ci abitavano anche Renzo Arbore, Renato Marenco, Shel Shapiro... Ci si vedeva tutte le sere, si suonava, si ballava; tante cose sono nate lì. Avevo 18 anni e lui quasi 30; può sembrare una distanza abissale, ma lui aveva l’anima del poeta e un poeta non ha età. L’ho capito conoscendo Alda Merini, una bimba».

Ha raccontato di quando scoprì una storiella tra Adriano Panatta, suo fidanzato, e Loredana Bertè, sua collega in teatro. Cosa si prova quando si scopre un tradimento?

«Una sensazione di distacco immediato, lo rappresenta bene un taglio di forbice».

E quando ha capito che la bellezza non preserva dalle delusioni d’amore?

«Veramente è il contrario, dovrebbe chiedermi: quando ha capito che la bellezza può essere un’attrattiva? E la risposta sarebbe: lo devo ancora capire. Non ho mai puntato su quello, mi sorprende davvero come la bellezza possa essere un’arma, come influisce su tante cose. Io sono stata un’incosciente».

Il luogo del cuore.

«Stromboli, fin da quando ci sono sbarcata con Adriano Panatta. Eravamo su una nave meravigliosa, si chiamava Lipari, sembrava un galeone di pirati. Adriano era stupendo, custodisco ricordi bellissimi e Stromboli è diventata la “mia” isola».

Oggi se incontrasse l’uomo giusto si sposerebbe?

«Oggi sì e non solo! Farei una grande festa, gli amici se la riderebbero, sarebbe strepitoso e divertente. Ogni tanto ci penso... Chissà. Le cose strane avvengono».

Quando in passato ha risposto di no al matrimonio, come l’ha motivato?

«Credo di aver detto “non ti sposo perché ti amo”».

Si ricorderà di rispondere diversamente la prossima volta?

«Assolutamente! Risponderò: sì, sì, perché ti amo da morire. E l’avrò detto anch’io, una volta nella vita».

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