Cenni, Assohotel Confesercenti, sulla stagione in Toscana: «L’arte traina il turismo ma è caos affitti brevi»
«Mi appassiona il contatto con le persone, che è la chiave dell’ospitalità». A raccontarsi per sciogliere il ghiaccio è Fabio Cenni, presidente regionale di Assohotel Confesercenti Toscana, con cui abbiamo dialogato sullo stato di salute del turismo toscano.
Presidente, un primo bilancio della stagione?
«Il primo bilancio è molto buono, anche se non omogeneo dappertutto. Ci sono segmenti che vanno più forte di altri. Quest’anno sono le città d’arte ad attrarre maggiormente i turisti in Toscana, e con questo le zone limitrofe, che vivono “di rimbalzo” delle città d’arte».
La stagione sta andando bene anche con il fenomeno degli alloggi extra-alberghieri in corso allora.
«Questo fenomeno fa danni da più punti di vista. All’inizio era sola concorrenza sleale agli alberghi. Da una parte, in diversi casi vengono affittati interi appartamenti, e così facendo si danneggia il settore ricettivo, andando contro il numero di hotel che le amministrazioni hanno permesso di costruire».
E dall’altra?
«Stanno mancando alloggi per l’uso civile, soprattutto nelle grandi città. Mancano sia per le giovani coppie che per gli studenti fuorisede, perché si stanno destinando sempre più ad uso turistico. È un problema di carattere sociale».
È anche per questo che aumentano i prezzi degli affitti?
«Pochi mesi fa c’è stata la protesta degli studenti universitari. Se dai un appartamento agli studenti a cinquecento euro al mese, ma sai di poter guadagnare la stessa cifra in poche notti, è ovvio che si punti a guadagnare di più e a stare più sicuri».
Più sicuri cioè?
«Ci sono delle società di gestione affitti che gestiscono il tuo appartamento e molti altri insieme. Lo commercializzano, pensano alle pulizie. Non ci sono problemi di clienti che non pagano».
Non siete soddisfatti della bozza di legge del ministero del Turismo?
«La troviamo inefficace. Nella bozza sono previste minimo due notti di alloggi, tranne che per le famiglie numerose, che potrebbero alloggiare anche solo una notte in appartamento. Noi abbiamo proposto un soggiorno minimo di una settimana. Affittare le camere negli appartamenti deve essere un sostentamento al reddito, nacque per questo».
I prezzi delle camere d’albergo non sono troppo alti?
«I prezzi si stabiliscono almeno un anno prima della stagione. Quest’anno c’è stato un forte incremento dei prezzi. Ciò è dovuto al fatto che l’anno scorso gli albergatori si sono sobbarcati gli aumenti del caro energia sulle proprie spalle. Chi l’altro anno aveva un albergo di medie dimensione ha perso tra i trenta e i quarantamila euro. Ora si deve recuperare qualcosa. Inoltre i prezzi sono alti anche perché c’è una fortissima domanda quest’anno, e il mercato si autoregola».
Aumenta la domanda ma manca il personale.
«È così da due o tre anni. È la bassa natalità che ci portiamo avanti da decenni la causa. Il lavoro stagionale è fatto da persone tra i diciotto e i quarant’anni, oggi questa fascia di popolazione è meno numerosa rispetto a qualche anno fa».
Non è anche per i salari bassi?
«La vita oggi è più costosa per tutti. Di sicuro sono necessari stipendi più alti, ma questo coinvolge tutti i settori, non solo quello alberghiero. Poi in questo settore si lavora nel fine settimana e di notte, e dal Covid si è riscoperta l’importanza del tempo libero».