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L’intervista

Brancaccio (Ance): «Ok alle case green ma non paghino soltanto le famiglie»

di Massimiliano Frascino
Brancaccio (Ance): «Ok alle case green ma non paghino soltanto le famiglie»

L’edilizia può giocare un ruolo determinante non solo in termini economici e occupazionali, ma soprattutto come motore della modernizzazione del Paese grazie alle competenze intersettoriali: «Servono strumenti fiscali e risorse adeguate»

31 maggio 2023
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Federica Brancaccio, presidente nazionale di Ance (Associazione costruttori edili) nazionale non vuole rinunciare a nessun obiettivo strategico, dal Pnrr al contrasto al dissesto idrogeologico. L’edilizia può giocare un ruolo determinante non solo in termini economici e occupazionali, ma soprattutto come motore della modernizzazione del Paese grazie alle competenze intersettoriali. Dalle infrastrutture viarie e tecnologiche alla riqualificazione energetica e green del patrimonio edilizio. L’importante, per la presidente, è mantenere alta l’asticella degli obiettivi. Anche rispetto al nuovo Codice degli Appalti, che pure ha recepito diverse richieste di Ance, Brancaccio sottolinea che bisogna introdurre regolamenti e affrontare il tema determinante delle autorizzazioni che precedono la realizzazione delle opere.

Pnrr, cosa pensate delle ipotesi e delle polemiche sulla revisione del Piano?

«Mettere in contrapposizione grandi, medie e piccole opere non serve a nessuno. Siamo consapevoli che dopo decenni di depauperamento di risorse, competenze e organici i Comuni sono in difficoltà, ma non dobbiamo dimenticarci che molti dei piccoli interventi previsti riguardano scuole, asili, reti idriche, messa in sicurezza del territorio, opere essenziali per combattere il rischio idrogeologico e recuperare gli squilibri tra Nord e Sud. È necessario, dunque, valutare non sulla base della dimensione degli interventi, ma soprattutto della loro qualità e delle loro ricadute sociali. Va fatto ogni sforzo perché si riescano ad aprire tutti i cantieri. Del resto non esiste ancora un monitoraggio certo e completo del Piano e non vorrei che gettassimo la spugna prima del tempo».

Codice degli Appalti: semplificherà davvero?

«Qualche passo in avanti è stato fatto, ma bisogna ancora snellire e abbreviare i tempi: è nella fase prima della gara, infatti, che si accumulano i principali ritardi, non dopo. Adesso passeremo alla prova dei fatti: solo attuando il Codice capiremo se c’e’bisogno di correttivi. Però è necessario un manuale d’uso, un regolamento per i lavori e uno per i servizi e le forniture, per aiutare imprese e stazioni appaltanti ad avere chiare le procedure».

Dissesto idrogeologico: di fronte a quello che abbiamo visto in Emilia Romagna, quali provvedimenti sono necessari?

«Da troppi decenni assistiamo a queste tragedie. E come sempre siamo bravissimi a reagire, siamo primi nell’emergenza. Ora occorre mettere in campo soluzioni rapide. Abbiamo competenze e tecnologie per adattarci al cambiamento climatico, sempre più accelerato, ma dobbiamo anche compiere un grande sforzo politico e culturale, per far sì che quello che un governo mette in piedi non venga distrutto dal governo successivo, mantenendo le buone prassi, come ad esempio la struttura di missione Italia Sicura che invece è stata smantellata. Il nostro Paese ha assolutamente bisogno di un grande piano nazionale che consenta di manutenere il suolo, demolire e ricostruire edifici abbandonati e degradati e mettere in sicurezza le aree così da ridurre al minimo il rischio e garantire la sicurezza dei cittadini».

Superbonus: quale impatto prevedete dopo le recenti modifiche normative?

«Con una platea ristretta e senza possibilità di trasferire il credito, c’è il rischio di tornare a prima del 2020, quando si realizzavano in media all’anno 2.900 interventi, mentre col Superbonus si è arrivati a oltre 200mila. La misura non poteva durare in eterno, proprio perché nata in una circostanza straordinaria, in piena pandemia, per rilanciare il settore delle costruzioni e fare da traino all’economia nazionale. Salviamo quanto di buono si è realizzato, individuando rapidamente una soluzione di medio-lungo termine che continui a dare risultati importanti in termini di efficienza energetica e sicurezza sismica e sia sostenibile per i conti dello Stato. Noi siamo pronti con un progetto di rimodulazione dei bonus che va in questo senso».

Case green: cosa pensate della normativa europea in materia?

«Condividiamo la direzione e gli obiettivi indicati dalla direttiva e speriamo che si possa dare finalmente il via a un grande piano di riqualificazione energetica degli edifici, quanto mai indispensabile soprattutto nel nostro Paese, che è tra quelli con il maggior numero di edifici vetusti e inquinanti. Ma per farlo occorre individuare strumenti e risorse che consentano di adattare le previsioni alla realtà italiana. Obiettivi e obblighi devono viaggiare di pari passo con risorse e strumenti fiscali adeguati. Non si può pensare di far pagare la transizione ecologica solo alle famiglie».

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