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Sport e giovani

Studia e allenati: sei storie di giovanissimi atleti tra gare e compiti a casa

di Romina Gjoka e Greta Calloni*
In ordine Naomi Sgherri, Margherita Baratta, Edoardo Tesi, Lorenzo Tesi, Alessio Ciraudo e Francesco Garruccio
In ordine Naomi Sgherri, Margherita Baratta, Edoardo Tesi, Lorenzo Tesi, Alessio Ciraudo e Francesco Garruccio

Dalla pallavolo al canottaggio, dal basket al calcio: fatica ma anche gioia. Ecco come si organizzano Noemi, Alessio, Margherita, Edoardo, Lorenzo e Francesco

15 maggio 2023
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Lo sport è un qualcosa che inizia a far parte della vita della maggior parte dei ragazzi fin da piccoli, prima come pura fonte di divertimento e di gioco, poi, spesso, come passione. Oltre a far bene fisicamente, i giovani praticano sport come valvola di sfogo, perché aiuta a non pensare alle difficoltà, alle preoccupazioni e ai problemi. Stare in campo con il solo obiettivo di dare il massimo per vincere ed essere fieri di se stessi permette di non pensare a nulla.

Lo sport fa crescere i ragazzi, spesso crea la loro personalità e li aiuta a legarsi tra loro, insegna cosa vuol dire fare squadra, esserci per un compagno, sostenersi a vicenda ma soprattutto insegna ad accettare le sconfitte per riuscire a rialzarsi e dare di più. Molti adolescenti arrivano a praticare sport in maniera agonistica e questo comporta per loro sacrifici e scelte. Riuscire a gestire vita privata, scuola e sport nell’adolescenza non è semplice. Questi sono alcuni dei ragazzi che ci stanno provando.

Noemi Sgherri

Noemi Sgherri è una studentessa che frequenta il quinto anno del liceo Scientifico XXV Aprile a Pontedera (Pisa). Gioca a pallavolo da quando aveva 5 anni e questo è il suo terzo anno in B2 nell’Ambra Cavallini. «I primi due anni, causa Covid-19, non riuscivo a capire cosa volesse dire giocare in un campionato nazionale ma quest’anno la mia vita e i miei obiettivi sono cambiati», dice. Questo percorso l’ha aiutata a formare la sua persona, ad avere ambizioni, tanta determinazione, la possibilità di conoscere persone con anni di esperienza e soprattutto di creare nuovi rapporti di amicizia. «La palestra è il mio suo posto sicuro – dice – dove andare per non pensare ai problemi e alle preoccupazioni della vita privata e scolastica».

Le partite nel weekend sono spesso fuori Toscana e occupano gran parte del suo tempo. Riuscire a gestire scuola, sport e vita privata non è facile. Il tempo per lo studio infatti non è molto con quattro allenamenti a settimana, dei quali tre durano 3 ore e uno 2 ore, ma fortunatamente Noemi riesce ad avere un’organizzazione efficace grazie anche al progetto Studente-Atleta offerto dalla scuola. Non sempre si ritiene soddisfatta in quanto a volte è costretta a tralasciare qualche materia a causa anche delle trasferte fuori regione. «I professori sono spesso comprensivi nei miei confronti – dice la giocatrice – e cercano di aiutarmi quando possibile: scuola e famiglia sono un sostegno imprescindibile per continuare a coltivare questa passione».

Margherita Baratta

L’appoggio incondizionato della famiglia ha portato Margherita Baratta lontana da casa per seguire anche lei la grande passione per la pallavolo.

Margherita è una ragazza di 14 anni che frequenta la terza media. Pratica la pallavolo da quando aveva 6 anni e adesso gioca alla Bellaria Cappuccini di Pontedera, ma grazie all’appoggio del suo allenatore e della famiglia ha avuto la possibilità di giocare nell’U.S. Torri di Vicenza, una squadra di eccellenza per il giovanile. Il 18 agosto 2022 si è trasferita a Vicenza.

A soli 13 anni ha dovuto affrontare questo grande cambiamento, dovendosi allontanare dai genitori, dagli amici e dalle abitudini. Per fortuna ha trovato delle ragazze con cui si è trovata bene e che l’hanno aiutata ad affrontare quel difficile periodo iniziale. Questo trasferimento le è servito per una crescita personale e per avere più indipendenza. Margherita passa molto tempo in palestra: cinque allenamenti a settimana di 3 ore e mezzo ciascuno. Il fine settimana ha le partite di campionato Under14 e Prima Divisione. Il tempo da dedicare alla scuola non è molto, qualche volta si ritrova la notte a finire di studiare ma lei riesce comunque a portare a termine i suoi doveri. Da parte degli insegnanti non c’è sempre comprensione e frequentando la terza media non ha la possibilità di avere un aiuto con il Progetto Studente-Atleta. «In campo il mio obiettivo è vincere», dice.

Edoardo e Lorenzo Tesi

Edoardo Tesi e Lorenzo Tesi sono due ragazzi di 15 anni e frequentano il liceo Scientifico XXV Aprile a Pontedera. Giocano a basket da 10 anni, inizialmente nel vivaio della Bellaria, ora nel settore giovanile della Juve Pontedera, campionato under 17 eccellenza. Gli allenamenti sono 4 a settimana in più ci sono una, due ore a settimana di palestra e uno extra la sera con la prima squadra della Juve Pontedera che gioca in serie C. Le partite si giocano nel fine settimana. Trovandosi nella fase interregionale sono “costretti” a spostarsi in altre regioni.

Lorenzo nonostante il poco tempo riesce a organizzare bene la scuola e lo sport anche grazie all’aiuto della scuola con il Progetto Studente-Atleta, ma non sempre da parte di tutti i professori c’è la stessa comprensione. Anche con l’organizzazione della vita privata non ha difficoltà, riesce bene ad organizzare le cose e trovare del tempo da passare con amici e famiglia. Del resto dal primo allenamento Lorenzo aveva capito che quello sarebbe stato il suo sport e che avrebbe fatto parte della sua vita. «Quando sono in campo mi sento come in un altro mondo, mi diverto, mi sento soddisfatto e appagato», dice.

Anche Edoardo grazie al Progetto Studente-Atleta riesce bene a organizzarsi con la scuola. Trova appoggio da parte dei professori e questo lo invoglia e aiuta nel continuare a praticare lo sport stando al passo con lo studio. «Trovare del tempo da trascorrere con gli amici e la famiglia non è un problema anche se il tempo non è molto», dice. Grazie alla passione e alla dedizione che ha verso questo sport, i sacrifici non sono un problema. «In campo le ansie e i problemi esterni spariscono e giocare è un modo per sfogarsi e divertirsi», dice.

Alessio Ciraudo

Alessio Ciraudo è uno studente al terzo anno del liceo Scientifico XXV Aprile a Pontedera. Pratica calcio da circa 10 anni, da piccolo ha giocato nel Ponsacco, poi nel Pontedera, nel Livorno e infine, da tre anni, nella Fiorentina. La settimana tipo dei suoi allenamenti va dal martedì al venerdì e la domenica partita, ma quest’anno ha cambiato molte volte, cosa che ha reso più difficile l’organizzazione tra scuola e sport.

Facendo 5 allenamenti a settimana lontano da casa e perdendo molte lezioni a causa delle partite, gli è stato concesso dalla scuola il Progetto Studente-Atleta che, grazie anche all’appoggio dei professori, ha favorito la sua organizzazione dello studio nonostante le molteplici difficoltà. «Gli allenamenti mi tolgono molto tempo – dice – in quanto appena uscito da scuola, mangio fuori, poi vado subito alla stazione per prendere il treno per Firenze, e torno la sera poco prima delle 20. Anche questo non agevola lo studio e l’organizzazione». Lo sport limita un po’ anche la vita privata. «Cerco comunque di uscire insieme ai miei amici quando posso, dando però più spazio al calcio e alla scuola».

Francesco Garruccio

Francesco Garruccio, studente dell’Iti Marconi, pratica canottaggio dal 2017, quando aveva 12 anni, e da quel momento la sua passione è aumentata con la voglia di migliorarsi ogni giorno di più. Descrive questo sport come completo a livello fisico, basato su velocità e resistenza. Gareggia in U19, categoria complicata con un ottimo livello sia in Italia sia all’estero.

«Per ottenere dei buoni risultati, sia fisici sia tecnici – dice – è necessario allenarsi costantemente. Difatti io alla Canottieri Pontedera mi alleno tutti i giorni e, due volte a settimana, due volte al giorno». Le competizioni sono concentrate in primavera ed estate; durante il periodo invernale si allena per arrivare al massimo della forma. «Penso che rappresentare il proprio Paese sia la massima aspirazione per ogni sportivo – dice – e le emozioni che vivi gareggiando per esso sono uniche e irripetibili». Secondo Francesco inoltre fare sport ad alto livello a quest’età è molto impegnativo perché la maggior parte del tempo la passiamo a scuola e a studiare, e alcune scuole, come quella che lui stesso frequenta, non concedono il progetto Studenti Atleti di alto livello, costringendo i ragazzi come Francesco a organizzare lo studio in base agli allenamenti e alle gare.

Studentesse del liceo scientifico XXV Aprile di Pontedera (Pisa)
 

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