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Viareggio Cup, la squadra nigeriana lascia il campo: «Contro di noi razzismo». L’arbitro: «Sono stato aggredito»


	La squadra nigeriana mentre esce dal rettangolo gioco di Santa Croce in segno di protesta 
La squadra nigeriana mentre esce dal rettangolo gioco di Santa Croce in segno di protesta 

È successo di tutto nella partita tra la Rappresentativa Serie D e il Ladegbuwa: il match è stato sospeso

26 marzo 2023
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SANTA CROCE SULL’ARNO. Accuse di razzismo e un arbitro aggredito: diventa un caso la partita di Viareggio Cup di sabato 25 marzo tra la Rappresentativa Serie D e la squadra nigeriana del Ladegbuwa. La gara è stata sospesa al 39’ del secondo tempo e dichiarata conclusa dall’arbitro sul risultato di 3-0 per la Rappresentativa D. I nigeriani hanno deciso di rientrare in anticipo negli spogliatoi per protestare per due espulsioni. 


I FATTI
La squadra nigeriana del Ladegbuwa ha lasciato infatti in anticipo il campo di gara, a Santa Croce sull'Arno (Pisa), dove stava giocando contro la rappresentativa di Serie D per la Viareggio Cup, quando stava perdendo e giocava in 9 per l'espulsione di due calciatori oltre a quella dell'allenatore, motivando poi con un post sui social la decisione anche per "offese razziste subite". Nella tarda serata, il club nigeriano ha pubblicato un post in cui si parla di una gestione «arbitrale orientata a favorire la Rappresentativa Serie D», di «contrasti maliziosi non puniti da parte dell’arbitro» e di offese razziste che sarebbero state ascoltate in campo e dalle tribune dello stadio di Santa Croce sull’Arno. Le accuse sono state "respinte al mittente" dagli organizzatori del torneo giovanile di calcio.


IL POST DELLA SQUADRA NIGERIANA

«È molto sbagliato – si legge – che i nostri giovani giocatori lascino questa competizione con la convinzione che ogni decisione contro di loro sia stata solo perché erano neri. I nostri ragazzi fra i 16 e i 18 anni torneranno a casa sapendo che l’Europa è ancora razzista, che tutto questo è successo a causa del colore della loro pelle. Nel 2023, in uno stadio in cui campeggia uno striscione con la scritta "No al razzismo”, non ci saremmo aspettati tutto questo. Chiediamo agli organizzatori delle scuse ufficiali e la possibilità di ripetere la partita in campo neutro e con un arbitro corretto. I nostri calciatori non possono approcciarsi alla vita adulta pensando che barare sia giusto». 


LA REAZIONE

In un comunicato il giudice sportivo ha raccontato una versione diversa: la sospensione della partita sarebbe da attribuire alla decisione dell’arbitro «costretto per l’atteggiamento aggressivo e intimidatorio di un calciatore del Ladegbuwa, il quale lo colpiva al braccio facendogli cadere il fischietto e graffiandolo, provocandogli così una lesione personale».

Il referto stilato dalla direzione di gara racconta infatti una storia completamente diversa da quella rappresentata dalla formazione africana: «Preso atto che al 39° del secondo tempo l'arbitro è stato costretto a sospendere la gara per l'atteggiamento intimidatorio ed aggressivo di un calciatore della squadra Ladegbuwa il quale lo colpiva al braccio facendogli cadere il fischietto e graffiandolo, provocandogli così una lesione personale; ritenuto che tale fatto integra una fattispecie idonea a determinare la mancata regolare conclusione della gara per responsabilità del calciatore, la società deve essere punita con la sanzione della perdita della gara per 0-3».


L’ORGANIZZATORE

Alessandro Palagi, organizzatore del torneo e presidente del Centro Giovani Calciatori è intervenuto così sulla vicenda: «Il no al razzismo è il nostro credo quotidiano - la replica di Alessandro Palagi, presidente del Cgc Viareggio che organizza il torneo - non è solo uno slogan di facciata, lo dimostra la nostra storia. Crediamo altresì che il rispetto nei confronti delle istituzioni calcistiche sia presupposto fondamentale per il buon andamento delle partite di calcio e della manifestazione. Ribadisco che in campo certi comportamenti non sono giustificabili in nessun modo. Ritengo quindi che ci debba essere una profonda riflessione da parte di chi ha voluto “sparare” sulla manifestazione in maniera gratuita. Un'altra formazione nigeriana, il Mavlon, che prende parte al torneo - aggiunge Palagi -, è approdata con merito agli ottavi di finale e un anno fa, sempre una squadra proveniente dalla Nigeria, l'Alex Transfiguration, con la forza del calcio giocato e con un comportamento irreprensibile dentro e fuori dal campo raggiunse con pieno merito la finale, perdendo con il Sassuolo solo ai calci di rigore, Non solo: due giocatori dell'Alex Transfiguration sono stati premiati quale migliore giocatore del torneo, trofeo Golden Boy, e migliore difensore, trofeo Mauro Bellugi».

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