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Il racconto

L’altra estate da animatrice con i bambini: «Con loro ho imparato ad affrontare la tristezza»

di Aurora Spezzano*
L’altra estate da animatrice con i bambini: «Con loro ho imparato ad affrontare la tristezza»

L’esperienza di una studentessa del liceo delle Scienze umane Rodari di Prato che ha lavorato in un centro estivo: «I miei amici mi dicevano che sprecavo tempo ma non è così»

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Ho 17 anni e adoro fare l’animatrice e stare a contatto con i bambini, anche se la mia aspirazione per il futuro è un po’ differente, ma rientra sempre in quella sfera.

Per quanto adoro stare a contatto con bambini, dopo gli studi mi piacerebbe infatti fare la professoressa di matematica alle superiori.

L’amore verso i bambini è nato quando un mio amico mi ha trasportato nel mondo del "campo estivo" che si teneva proprio dietro casa mia. Io ci ero andata una volta quando era piccolina, ma per poco tempo, perché dopo due settimane sarei dovuta partire per andare dai nonni.

Il primo giorno, ricordo, avevo tantissima paura. Lì si conoscevano già tutti e io mi sentivo un’estranea. Dopo 5 minuti che ero arrivata, però, ho fatto amicizia e, passati due giorni, avevo fatto conoscenza con tutti.

Mi ricordo ancora le prime parole, i primi saluti, le prime risate e le prime chiacchiere.

A distanza di due anni, anche se con diversi cambiamenti di persone che sono "uscite" o "entrate", abbiamo creato un gruppo fantastico, soprattutto quest’ultimo anno, disponibile per tutto e che non lascia mai nessuno solo, ci si aiuta tutti.

Mi è capitato spesso, durante l’estate, che i miei amici mi prendessero in giro per questo mio impegno che mi ero presa. Mi dicevano che sprecavo tempo a stare dietro a bambini, che mi limitavo a divertirmi, che rischiavo di diventare asociale perché, sempre stanca dopo 8 ore sotto il sole a ballare, giocare e a educare, non volevo uscire la sera e preferivo rimanere a casa.

Io ho sempre risposto che quello che io facevo mi piaceva e mi divertiva, rispondevo che non uscivo non perché ero stanca, ma perché mi ero assunta una responsabilità e che, al posto di dormire fino a tarda mattinata nelle vacanze estive come facevano loro, io mi svegliavo alle 6 per essere al campo mezz’ora prima dell’arrivo dei bambini, perché potessero trovare qualcuno che li spronasse a iniziare la giornata con un sorriso.

La cosa più difficile che ho riscontrato è stata riuscire ad avere sempre un sorriso e a mostrare felicità davanti a loro, soprattutto i primi giorni del primo anno. Ma dopo una settimana tutto era diventato più semplice.

I bambini, ma anche gli altri animatori, mi hanno aiutata a controllare le mie emozioni e soprattutto a non lasciarmi sotterrare da esse; prima tendevo a chiudermi al primo ostacolo, ma con loro ho imparato ad affrontare la tristezza, a rialzarmi nei periodi bui, a non lasciarmi condizionare dalle cose negative che arrivano dall’esterno, e, cosa più importante, ho imparato a dedicare più tempo a me stessa per stare bene e spensierata proprio come una bambina.

Ho deciso di dedicare questo articolo a tutti gli animatori e aiuto animatori del campo estivo che ormai reputo la mia seconda famiglia. Sono persone con un cuore speciale, persone pure, persone vere che non si fermano all’apparenza, mi hanno aiutata ad affrontare momenti difficili della mia vita e mi hanno insegnato ad affrontare le cose in modo molto più spensierato e leggero, anche se inconsapevolmente. Auguro a tutti di trovare persone così pure, persone che ti aiutano nel momento del bisogno, persone vere proprio come loro.

*Studentessa del liceodelle Scienze umane Rodari di Prato

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