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I retroscena

Primarie Pd, una vittoria contro i pronostici: ecco la galassia toscana di Fossi

di Danilo Renzullo e Luca Gasperoni

	Andrea Giorgio, assessore a Firenze e fedelissimo di Fossi
Andrea Giorgio, assessore a Firenze e fedelissimo di Fossi

Da Giorgio a Nardini, chi ha puntato su di lui e ha vinto la scommessa

28 febbraio 2023
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FIRENZE. È fatta di assessori regionali, sindaci e piccoli amministratori, la galassia di Emiliano Fossi e quella che ha sostenuto in Toscana la svolta a sinistra del Pd. A partire dal deputato Marco Furfaro (in corsa come vice Schlein) e il suo portavoce Diego Blasi, considerati gli “artefici” della vittoria di Fossi. E i protagonisti di un capovolgimento dei pronostici, quasi tutti a favore della sfidante Valentina Mercanti e della mozione Bonaccini, costruita soprattutto sui territori.

A partire dalla costa, dove l’assessora regionale Alessandra Nardini, pisana, ha vinto l’ennesimo round del lungo braccio di ferro politico con il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo e Alessandro Tambellini, l’ex sindaco di Lucca dove l’avanzare dell’ala sinistra dei dem ha spazzato via il «sogno riformista» dell’ex senatore, bonacciniano di ferro, Andrea Marcucci. Pure a Livorno, dove Fossi ha ricevuto l’appoggio di Francesco Gazzetti, il consigliere regionale che, insieme all’attuale assessora Monia Monni, ha lasciato il “leopoldismo”, per abbracciare prima la proposta di Zingaretti e ora quella accoppiata Schlein-Fossi. Una sorta di morsa, stretta anche a Siena dove il segretario provinciale Andrea Valenti ha sfidato il “partito dei sindaci” e dove forte è stato anche l’apporto dell’assessore regionale Simone Bezzini, che si è chiusa verso la Toscana centrale abbracciando i “fortini” dei bonacciniani e arrivando al cuore di Firenze, con il fedelissimo di Fossi Andrea Giorgio, assessore all’ambiente di Firenze. Una galassia multiforme che ora lancia una nuova sfida.

Toscana anno zero, o quasi. Archiviata definitivamente la stagione riformista dell'ultimo decennio la doppia affermazione di Schlein e Fossi inaugura una nuova fase con scenari ancora tutti da decifrare. Dal futuro degli sconfitti eccellenti, il governatore Eugenio Giani e il sindaco di Firenze Dario Nardella, al destino dei principali dossier aperti sul territorio regionale, fino alle scelte in ottica elettorale: all’orizzonte le amministrative a Pisa, Massa e Siena, poi il voto a Firenze, nel 2025 la partita regionale, tutte con il rebus alleanze ancora da sciogliere. Il day after delle primarie agita la classe dirigente dem toscana. Da un lato il timore di una silenziosa resa dei conti interna, dall’altra la prospettiva di rimettere in discussione molte decisioni già prese. Nonostante le rassicurazioni sull’inclusività, Fossi non fa mistero delle intenzioni: «Ci mettiamo a lavorare per costruire un Pd più forte e unito ma netto e chiaro nelle scelte, quindi anche con le persone giuste per interpretare questa nuova fase». Parole che riecheggiano in maniera sinistra soprattutto in Regione, epicentro delle tensioni post congressuali.

Alla frattura tra il consiglio regionale, in maggioranza schierata per Bonaccini, e la giunta regionale, ben 5 assessori di fede schleniana su 7 esponenti dem, si aggiunge l’incognita del rimpasto che aleggia da mesi. Con l’assessora Nardini in prima fila ad auspicare il «bisogno di cambiare nella guida del partito regionale e nei modi». Un’inversione di linea che suona anche come seria ipoteca sulla ricandidatura di Giani per un secondo mandato. A questo si aggiunge la nuova visione dell’ala progressista su dossier centrali come il Cpr e il rigassificatore. Una miscela esplosiva di cui il governatore regionale si mostra consapevole: «Il rapporto tra presidente e segretario è la chiave del buon andamento del governo. Ci incontreremo e lavoreremo in sincronia per dare le giuste sollecitazioni da parte del partito alla Regione». Il sindaco di Firenze, coordinatore nazionale della mozione bonacciniana, dopo aver coltivato la possibilità di una corsa in prima persona alla fine ha perso la scommessa congressuale. Ora vede traballare la successione a Palazzo Vecchio preparata a favore dell’assessora Sara Funaro, le partite dell’aeroporto e della Multiutility e la candidatura blindata in vista delle Europee.


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