Il Tirreno

Toscana

L’inchiesta

Morte David Rossi, indagato l’ex comandante dei carabinieri di Siena

Morte David Rossi, indagato l’ex comandante dei carabinieri di Siena

L’uomo della comunicazione di Monte dei Paschi era precipitato dal secondo piano. L’ipotesi è che il militare abbia reso false dichiarazioni al pubblico ministero dopo l’audizione in commissione

04 dicembre 2022
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SIENA. False dichiarazioni al pubblico ministero: è questa l'ipotesi di accusa rivolta all'ex comandante provinciale dei carabinieri di Siena Pasquale Aglieco dalla procura genovese i cui magistrati che hanno iscritto il colonnello Aglieco nel registro degli indagati nell'ambito della più vasta inchiesta sulla morte di David Rossi, l'uomo comunicazione di Monte dei Paschi deceduto dopo essere precipitato dalla finestra del suo ufficio di Rocca Salimbeni, a Siena.

Era il 6 marzo 2013, poco tempo dopo l'avvio delle indagini della Guardia di finanza sull'acquisizione di Banca Antonveneta. Aglieco, ormai in pensione, era stato ascoltato dai magistrati genovesi nei giorni scorsi dopo l'interrogatorio avvenuto a Genova dei tre magistrati toscani (Nicola Marini, Aldo Natalini, e Antonino Nastasi) che svolsero la prima indagine sulla morte di Rossi. Il colonnello, dopo molti anni di silenzio, si era presentato davanti alla Commissione parlamentare d'inchiesta per raccontare di quello che successe immediatamente dopo la morte di Rossi.

David Rossi era da poco precipitato dal suo ufficio e secondo Aglieco ci fu un sopralluogo nella stanza prima dell'arrivo della polizia scientifica. Secondo quanto riferito dal colonnello sarebbe stato toccato il computer personale di Rossi, rovesciato sulla scrivania il contenuto del cestino dove c'erano pure fazzolettini intrisi di sangue, chiusa la finestra e risposto al cellulare di Rossi. Azioni che sarebbero state fatte senza usare guanti e altre precauzioni per non mescolare le proprie impronte con altre e soprattutto per non alterare lo stato dei luoghi, ovvero le posizioni degli oggetti presenti nella stanza per un loro eventuale e veritiero esame scientifico.

Non sarebbe stata la polizia, che firmò il verbale, ma furono i carabinieri a entrare in quella stanza e effettuare il primo sopralluogo. Secondo i magistrati genovesi però le parole pronunciate da Aglieco davanti alla Commissione entrerebbero in contraddizione non solo rispetto a quanto dichiarato dai tre magistrati toscani ma anche rispetto ad alcuni documenti prodotti. Per questo i magistrati genovesi titolari dell'indagine hanno ipotizzato il reato di false dichiarazioni al pubblico ministero a carico di Aglieco. 

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