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Lezioni di educazione sessuale a scuola: «Servirebbero, molti non sanno cosa sia un contraccettivo»

di Maria Pulacci*
Lezioni di educazione sessuale a scuola: «Servirebbero, molti non sanno cosa sia un contraccettivo»

È un vuoto che andrebbe superato per orientare i giovani anche verso i consultori. L'articolo di una studentessa del liceo Chini di Lido di Camaiore che aderisce al progetto del Tirreno "Scuola 2030"

23 novembre 2022
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Quante volte, noi ragazzi, ci siamo sentiti in imbarazzo a parlare di sesso? Quante volte ci siamo sentiti a disagio nelle lezioni di biologia parlando degli apparati riproduttori? Perché l’atto sessuale ci fa così “strano”? Ci sono tante domande ma così poche risposte.

Ho notato che soprattutto in Italia c’è questa realtà, talvolta un po’ arretrata, su alcuni temi e uno di questi è proprio il sesso.

Come questo ne potrei fare mille altri, ad esempio l’argomento “mestruazioni.” Molte ragazze per portarsi dietro gli assorbenti se li nascondono. «È arrivato il marchese», diceva mia nonna. Un tempo non le si nominava neppure; le ragazze preferivano chiamarlo con nomi in codice perché non «stava bene» chiamarlo «ciclo». Ma perché?

Probabilmente se ne parla troppo poco. Ecco perché sono qui a scriverne per cercare di rendere questi argomenti più spontanei e naturali possibili, come in realtà già sono.

Mi ricordo quando mi vennero le prime mestruazioni e mia mamma cercò di “informarmi” sul fatto che da quel momento in poi sarei potuta rimanere incinta se avessi avuto dei rapporti sessuali. Se ci fu imbarazzo non fu colpa sua, ma della nostra società che ci abitua con queste idee. Infatti per spiegarmi questo concetto ci vollero troppe parole e troppi discorsi.

Io invece sono convinta che sia un argomento del tutto naturale e semplice, che ci appartiene e fa parte delle nostre vite. Nessuno dovrebbe provare disagio nell’esprimersi sotto questo punto di vista, come con altri argomenti. Come dovrebbero reagire allora tutti i ginecologi e andrologi? Si dovrebbero mettere a ridere ogni volta che visitano un paziente?

Secondo me un’attività, trascurata nel nostro Paese e che invece potrebbe essere molto importante, è proprio l’educazione sessuale a scuola. So che i ragazzi che frequentano il terzo anno di scuole medie possono assistere a una lezione; anche io quattro anni fa ne ho seguita una, ma è stata molto rapida e senza nessun chiarimento. Penso che dando più spazio a questa materia si risolverebbero molti problemi e si sfaterebbero molti tabù.

Ad oggi i casi di baby mamme (ragazzine tra i 15 e i 16 anni che diventano madri) stanno aumentando del 31% e ogni anno in Italia ci sono 7mila casi di mamme giovanissime. Molte ragazze non sanno neanche cosa sia un contraccettivo.

Per fortuna, come in tutte le cose, nel male ci sta anche il bene. Una luce nell’ombra, in Versilia (Lucca) c’è il consultorio di Viareggio, in via Fratti 530, un ente che nasce come supporto psicologico, ginecologico e nutrizionale. Per tutti i ragazzi dai 14 ai 24 anni l’accoglienza è gratuita e senza appuntamento, il personale è specializzato nell’ascoltare, nel consigliare e nel rassicurare chiunque vada per prevenzione e salute fisica e mentale. Inoltre vi è la massima discrezione e riservatezza. Come a Viareggio vi è un supporto per tutti i giovani, credo dovrebbe esserci in tutte le parti di Italia, se non del mondo. l

*Studentessa di 17 anni del liceo Chini di Lido di Camaiore (Lucca)


 

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