Il Tirreno

Toscana

Scuola2030
Il dibattito

A lezione senza cellulare: nelle aule ecco il raccoglitore numerato

di Michele Stolpovic*

	Il contenitore per cellulari in un'aula del liceo Chini
Il contenitore per cellulari in un'aula del liceo Chini

Una misura che fa discutere, attuata sempre di più in tutta Italia. La preside del liceo Chini di Lido di Camaiore: «Non è una coercizione, se il telefono è spento e rimane in cartella nessuno dice niente». Ma gli studenti contestano la disposizione

21 novembre 2022
3 MINUTI DI LETTURA





Una nuova misura, attuata in diverse scuole di tutta Italia, sta facendo molto discutere. L’oggetto del dibattito è il ritiro temporaneo degli smartphone degli studenti, da parte degli insegnanti, durante le ore di lezione, e il loro inserimento in un apposito contenitore con tasche numerate, appeso alla parete di ogni aula.

Il malcontento è subito dilagato tra gli studenti, che in massa si sono opposti ai metodi utilizzati.

Il provvedimento, però, non è nulla di nuovo. A volte il comportamento degli studenti può non essere appropriato e, soprattutto nelle classi prime e seconde della scuola secondaria di secondo grado, si creano spesso discussioni a causa dell’utilizzo sbagliato dei telefoni da parte dei ragazzi. Prima di tutto, se lo smartphone viene usato in maniera inappropriata durante le lezioni, ne nasce un problema per il percorso formativo degli studenti. In più è una mancanza di rispetto nei confronti dei docenti.

Ciò che più sta facendo discutere, tuttavia, è che, secondo molti dei ragazzi, questa nuova misura creerebbe problemi di fiducia all’interno dell’ambiente scolastico, da parte dei professori verso i ragazzi. Inoltre ritirare i telefoni allontanerebbe gli studenti dalle responsabilità delle loro azioni.

Insomma, agli occhi dei ragazzi la scuola vorrebbe insegnare loro il corretto uso di uno strumento, vietandolo. Non c’è più una punizione per chi usa il dispositivo, ma un ritiro preventivo a prescindere che colpisce senza distinzioni sia chi lo usa, sia chi non ne ha intenzione. Da qui la riflessione di molti studenti, che pensano che le disposizioni siano non solo inutili, ma contrastino i loro principi e obiettivi. Insomma, i ragazzi considerano le misure inefficaci.

«L’idea è stata mutuata da quello che una docente del nostro istituto ha visto in visita a un istituto superiore di Viareggio», spiega Monica Biagi, dirigente scolastica del liceo Chini a Lido di Camaiore in provincia di Lucca, che poco dopo la riapertura delle scuole dopo la pausa estiva ha adottato questo provvedimento. «L’insegnante – spiega ancora la preside – ha notato un apposito contenitore per gli smartphone e ha proposto quello che aveva visto al collegio docenti».

Quanto alle ragioni e alla natura delle nuove misure, la dirigente spiega: «Come ben sappiamo l’utilizzo del telefono (in classe) è proibito e, nonostante questo, spesso ne viene fatto un uso distorto. A volte si verificano anche casi di riprese non autorizzate e per questo ci sono state molte lamentele da parte dei professori».

Eppure gli studenti hanno molti dubbi su questa novità e vedono quel contenitore sul muro come un’imposizione nei loro confronti.

«Non è una coercizione – spiega la preside – ma dipende dal docente. Se il telefono è spento e rimane in cartella, nessuno dice niente. La situazione è diversa se, ad esempio, viene tenuto sotto al banco. Lì spesso viene usato per copiare o fare altro».

Infine la dirigente ribadisce l’importanza di un ambiente sereno e consapevole: «Questo provvedimento vuole essere uno strumento per aiutare i docenti a gestire la classe. I telefoni vanno saputi usare e, laddove ci sono situazioni problematiche, è importante un’educazione degli studenti all’uso consapevole dei dispositivi». l

*Studente del liceo Chini di Lido di Camaiore, 20 anni
 

Vespa World Days
Mitici

Gli eroi del Vespa Days: nove ore sotto la neve per raggiungere Pontedera, la storia degli amici del Belgio – Video

di Tommaso Silvi