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Aumento Mps, Lovaglio vuole chiudere ma i bond tremano

di Paolo Algisi
Aumento Mps, Lovaglio vuole chiudere ma i bond tremano

L’amministratore delegato deve stringere sui nuovi soci. I subordinati sono quasi dimezzati

06 ottobre 2022
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MILANO. Settimana decisiva per l'aumento di capitale di Mps da 2,5 miliardi di euro, con l'amministratore delegato Luigi Lovaglio al lavoro per assicurarsi una copertura sufficiente da parte degli investitori della parte riservata al mercato (900 milioni) e strappare così alle banche la garanzia sull'inoptato che blinderebbe l'operazione. Il banchiere è convinto di farcela nonostante i segnali di nervosismo che sono trapelati da alcuni degli otto istituti al suo fianco, ansiosi di avere un quadro chiaro del livello di rischio dell'operazione. L

'obiettivo di Lovaglio è portare l'aumento sul mercato lunedì 17 ottobre, dopo aver ricevuto giovedì il via libera della Consob al prospetto. Si parla di 250 milioni da Anima e Axa, un centinaio o forse più dalle casse e dalle fondazioni (alla Fondazione Mps ne sarebbero stati chiesti 30, riferisce La Nazione) a cui si aggiungono i contributi che potrebbero arrivare da fondi e investitori, alcuni dei quali - come il francese Denis Dumont - già compagni di viaggio di Lovaglio ai tempi del Creval. La riga sulla copertura dell'aumento si dovrebbe tirare all'inizio della prossima settimana, salvo un ulteriore mini-slittamento, che la delega in mano al cda consentirebbe (l'aumento va chiuso entro il 12 novembre).

In Borsa il titolo ha perso oggi un altro 5,3%, scendendo a 22,4 euro, per una capitalizzazione inferiore ai 230 milioni. Ma i dubbi del mercato sul successo dell'operazione si riflettono soprattutto nelle quotazioni dei quattro bond subordinati che potrebbero registrare perdite (burden sharing) in caso di un nuovo salvataggio statale. I titoli, scesi oggi con percentuali comprese tra l'1,7 e il 4,2, trattano in un range del 50-57% del loro valore nominale.

Valutazioni, spiegano gli analisti di Equita, che "scontano l'ipotesi di un coinvolgimento" con "una conversione/svalutazione di circa il 40-45%", pari "a un ammontare di poco inferiore ai 900 milioni che la banca dovrebbe raccogliere dal mercato". "In questo momento - aggiungono gli analisti di Bestinver - il rischio che il Monte dei Paschi possa proporre una conversione in azioni del debito subordinato sta diventando sempre più possibile". Se l'aumento dovesse saltare la palla tornerà alla Bce, che dovrà decidere se concedere più tempo a Siena (che al momento rispetta i requisiti di capitale) o invece provocare un nuovo intervento dello Stato. Un'eventualità che Lovaglio non pare prendere in considerazione.

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