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L’autunno freddo dei condomini: tanti morosi in Toscana, termosifoni a rischio

di Danilo Renzullo
L’autunno freddo dei condomini: tanti morosi in Toscana, termosifoni a rischio

Gli immobili con impianti centralizzati rischiano l’interruzione delle forniture. L’allarme dell’Anaci: «Prezzi triplicati e morosità al 70%: gestione impossibile» 

03 ottobre 2022
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Firenze Per molti condomini sarà un autunno freddo e, il prossimo, probabilmente un inverno gelido. Ma non solo. «Il caro energia ha accesso la miccia di una bomba sociale che è pronta ad esplodere», l’allarme di Silvia Burchielli, presidente regionale Anaci, l’associazione nazionale amministratori condominiali e immobiliari. «E sarà una deflagrazione che investirà migliaia e migliaia di toscani».

All’accensione dei termosifoni manca poco più di un mese, ma nei condomini con impianti centralizzati la temperatura è diventata “bollente” già da mesi. Tra morosità, bilanci in sospeso e aziende che chiedono anticipi per attivare la fornitura in vista di novembre, quando sarà inaugurato il nuovo anno termico. «Saranno decine i condomini toscani che resteranno senza gas – la preoccupazione di Burchielli –. A differenza del periodo pandemico, adesso i fornitori sono autorizzati a rinunciare al cliente o a staccare la fornitura. In questo caso il condominio entra nella cosiddetta fornitura di ultima istanza e si trova obbligato a pagare immediatamente tutta la quota per evitare di rimanere a “secco”. Uno scenario che provocherà non solo i distacchi, ma anche liti tra inquilini morosi e virtuosi».

Gli aumenti

Sono i numeri a parlare. Nell’anno termico 2020-2021 il costo medio del gas per la fornitura di un condominio di medie dimensioni si aggirava tra i 70 e gli 80 centesimi a metro cubo. Prezzo raddoppiato nell’anno successivo (2021-2022), quando è arrivato a circa 1,40 euro al metro cubo, e più che triplicato rispetto alle quotazioni attuali. «Le proiezioni – specifica la presidente dell’Anaci – parlano di prezzi tra i 2,60 e i 3 euro al metro cubo. Costi praticamente insostenibili per gran parte dei condomini».

La morosità

La prima conseguenza sarà un ulteriore aumento della morosità. «Attualmente arriva al 60%, con punte del 70% (pagamenti che arrivano con tre, quattro mesi di ritardo, ndr), in pratica triplicata rispetto alla morosità cronica degli scorsi anni che si aggirava attorno al 20%. E questo vuol dire che la gestione di un condominio diventa praticamente impossibile – aggiunge Burchielli –. Ed è, quindi, impossibile far fronte alle scadenze. Molte aziende fornitrici attendono ancora il pagamento dell’ultimo anno termico e, per tutelarsi, chiedono anticipi sulla fornitura per partire con le accensioni a novembre».

I rischi

Oltre al rischio, più o meno immediato di un’interruzione della fornitura di gas, è la “divisione” dei condomini tra inquilini morosi e inquilini virtuosi uno dei pericoli più temuti dagli amministratori. «Per la prossima stagione termica abbiamo elaborato i preventivi sulla base dei consuntivi della scorsa stagione, ma ci troveremo con costi reali triplicati o quadruplicati – spiega Burchielli –. Parliamo di gas, a cui vanno aggiunte anche le spese per l’energia elettrica che alimenta ascensori, impianti di autoclavi e di illuminazione. Secondo le stime, 7 condomini su 10 non riusciranno a far fronte alla quota condominiale richiesta. Gli eventuali distacchi delle forniture riguarderanno però tutti. Questa è una bomba sociale che provocherà liti e contenziosi condominiali: occorre disinnescarla e bisogna farlo subito con un intervento immediato e straordinario da parte del governo».

Come difendersi

Poche le “armi” a disposizione degli inquilini virtuosi. «Chi paga regolarmente ha diritto ad accedere a tutti i servizi e, in particolare, alla fornitura di gas per alimentare l’impianto di riscaldamento casalingo», sottolinea l’avvocato Claudio Lazzeri. Due le strade da percorrere: spingere l’amministratore ad agire contro i morosi (che hanno sei mesi di tempo per regolarizzare la posizione) o rendersi indipendente dall’impianto centralizzato, installando una caldaia in casa. «Vari condomini – aggiunge il legale – hanno deciso di istituire un fondo morosità per prevenire il problema, ma ciò è possibile solo in presenza di inquilini che hanno una buona disponibilità economica».

I consigli

Con le ultime bollette, gli intestatari di una fornitura di luce o gas hanno visto concretizzarsi gli aumenti, ma secondo l’avvocata Francesca Galloni, vicepresidente regionale di Confconsumatori Toscana, «i condòmini si renderanno conto del dramma energia solo alla presentazione del consuntivo da parte degli amministratori, troppo tardi per aggiustare e adeguare i bilanci familiari all’impennata dei prezzi».

«In questo momento – spiega la legale – gli operatori, soprattutto quelli più in difficoltà, per non dichiarare il default tecnico stanno recedendo in anticipo dai contratti sottoscritti, ma in casi ancora più gravi stanno richiedendo nuove garanzie, pena l’interruzione della fornitura entro 15 giorni». Per cercare di fronteggiare la situazione, l’associazione consiglia di «cercare eventuali nuovi fornitori o valutare il rientro nel mercato di tutela, facilitare i condomini ad accedere ai bonus gas e incentivarli alla riduzione ulteriore, rispetto a quanto consigliato dal governo, della temperatura di riscaldamento e della durata di accessione». l




 

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