Cancellati trenta voli a Firenze per gli scioperi: rabbia tra i turisti: «Scarsa informazione»
Quattro ore di stop, dalle 11 alle 15. Un dipendente: vicino alla pensione e non ho contratto stabile
FIRENZE. I bambini corrono da una parte all’altra dei banconi ignari della disperazione dei genitori. I trolley si trasformano in poggiapiedi e le felpe in coperte per ripararsi dall’aria condizionata. Sfogliano riviste, parlano al cellulare, altri leggono un libro seduti sulla valigia. Julian viene da Parigi. Doveva partire con Delta Airlines alle 12. 10 ma il suo volo rientra tra i 12 cancellati. È con la sua famiglia composta da due figli grandi e uno di appena due anni che dorme. «Sto provando a contattare l’assistenza clienti per avere maggiori informazioni riguardo il volo, ma sono in attesa da almeno mezz’ora. Temo che torneremo a casa a notte fonda», racconta.
Firenze sta vivendo giorni di fuoco, e non solo per il caldo. L’aeroporto Vespucci di Firenze e il Galilei di Pisa sono presi d’assedio dai turisti che hanno dovuto prolungare la loro vacanza. Il motivo? Lo sciopero indetto da Filt-Cgil, Uil trasporti, Ugl e Usb: quattro ore di stop, dalle 11 alle 15. Centinaia di dipendenti di Toscana Aeroporti, la spa che gestisce gli scali in regione, hanno incrociato le braccia. E assistenti di volo e piloti delle compagnie low cost potrebbero farlo per tutto il giorno. Mancanza di personale lamentano i primi, condizioni di lavoro non più sopportabili i secondi. Un fulmine a ciel sereno per i turisti, ma per i lavoratori è l’ennesimo grido di protesta, nonostante il momento di ripresa turistica che sta vivendo la regione.
Solo pochi fortunati potranno partire per il loro viaggio o tornare a casa. Sono le 15 e sono stati già cancellati ben 24 voli a Firenze, tra partenze e arrivi. Pisa conta sei annullamenti. Le compagnie aree coinvolte non sono nemmeno solo le low cost: Vueling, KLM, Iberia, Delta, Swiss, Ryanair e AirDolomiti. E i turisti a terra, in tutti i sensi. Famiglie distese in attesa di un imbarco o di un nuovo volo disponibile. Mentre Julian fruga nella borsa della moglie per recuperare i biglietti, a fianco c’è una coppia di giovanissimi. Sono Rocio e Jesus dalla Spagna.
Anche loro dovevano partire in mattinata, alle 12. 25 per Madrid con Iberia. I ragazzi hanno visitato Firenze e poi hanno noleggiato una macchina per visitare i borghi toscani. Le foto dei cipressi scattate al telefono lasciano spazio a quelle che immortalano i tabelloni, inviate sulla chat di gruppo con gli amici. «Ho mandato questa foto al mio gruppo di università perché anche una mia amica sta avendo problemi con i voli, ma a Parigi» spiega Rocio, che aggiunge «spero di tornare a casa entro stasera. Non abbiamo alcuna informazione. Siamo spaesati». Il motivo dello sciopero riguarda l’assenza di personale. O meglio, a mancare è una vera e propria organizzazione del lavoro. Il trasporto aereo in Toscana sta vivendo un momento delicato e la ripresa ha colto di sorpresa la società guidata da Roberto Naldi e Marco Carrai. Un guaio, che ha causato turni scoperti, notevoli carichi di lavoro sugli addetti che sono insufficienti e aggressioni da parte dei passeggeri verso di loro. I lavoratori si troverebbero, dopo due anni di pandemia, a fare i conti con un contratto non adeguato e dignitoso. A parlarne è un dipendente, che preferisce restare anonimo: «Lo sciopero segnala evidenti problemi. Il personale c’è, ma non esiste un contratto stabile perché l’azienda non vuole investire. Io lavoro da 15 anni part- time, con un contratto di 4 ore con richieste di “allunghi” arrivando così a 8 ore. Questo fino a due anni fa. Ad oggi mi trovo, a pochi anni dalla pensione, a lavorare 4 ore perché l’azienda, con la cassa integrazione ancora in vigore, non può richiedere il prolungamento, anche se ne avrebbe bisogno». E aggiunge: «Dopo anni di sacrifici e di duro lavoro, io e tante persone come me, ci troviamo ancora a batterci per far valere il diritto a un lavoro dignitoso. Combattiamo per la nostra generazione ma anche per quelle più giovani, che devono attivarsi per il cambiamento. Non devono adagiarsi e chinare la testa».
Il disagio dei turisti è perciò la punta dell’iceberg di una situazione che da anni si trascina senza trovare una soluzione adeguata. I turisti, italiani e stranieri, con gli occhi all’insù, indicano con il dito il loro volo, consapevoli che in quella sfilza di “cancellato” troveranno anche quello che li riporterà a casa. I posti a sedere, sulle scomode sedie di acciaio, si esauriscono. La calca davanti ai tabelloni aumenta. Tra i turisti spazientiti, un gruppo di ragazze che deve partire per Edimburgo, tira un sospiro di sollievo: il volo delle 11. 40 è salvo. «Siamo state graziate», esclamano. Pochi voli confermati comunque non possono sopperire le 30 cancellazioni e il malcontento dei dipendenti. Molti turisti non sono partiti. Speriamo che, almeno le parole dei sindacati e dei lavoratori, arrivino a destinazione. l