Cascina, questo è jazz: da Sosa a Pacheco arriva una parata di big
Da Cuba all’Europa passando per gli Usa, un mondo di sonorità nella nuova rassegna di Fondazione Sipario Toscana e Toscana Produzione Musica
Dare a Cascina il titolo di capitale del jazz in questo scorcio di fine inverno con vista primavera non è improprio. Perché il cartellone della nuova rassegna promossa da Fondazione Sipario Toscana e Toscana Produzione Musica, titolo secco e perentorio “This is jazz” non lascia dubbi sulla qualità dell’offerta e il prestigio dei nomi in scaletta.
Una carrellata di prime parti, vere colonne del panorama internazionale, messa a punto dai direttori artistici Francesco Mariotti e Maurizio Busìa.
Bastano i nomi che salgono sul palcoscenico della Città del Teatro a testimoniare l’evento: Omar Sosa e Marialy Pacheco, Jan Garbarek e Trilok Gurtu, Steve Coleman e i suoi Five Elements.
Dunque si parte venerdì 17 marzo con una coppia di artisti straordinari, i pianisti cubani Omar Sosa e Marialy Pacheco. Lei è una delle più elettrizzanti musiciste della sua generazione, la prima donna a vincere il Piano Solo Competition del Montreux Jazz Festival, sempre in cerca di nuove sfide e avventure artistiche, col suo tocco sensuale che mixa la tradizione della sua isola coi ritmi afro e il jazz contemporaneo. Lui, che non ha bisogno di troppe presentazioni, è un virtuoso della tastiera che è il suo “campo da arare” a 360 gradi, latin jazz, spiritualismo africano, stile classico europeo, i suoni dell’american west coast. Due pianoforti e quattro mani per un folle interplay, note, melodie, frasi, scale, una musica che danza frenetica e avvolgente senza soluzione di continuità.
Il 13 aprile arriva Jan Garbarek, vera icona del sax, una delle bandiere della prestigiosa etichetta Ecm, già a fianco di Keith Jarret nel suo leggendario European Quartetto. Alla soglia dei 76 anni, l’artista norvegese continua a cavalcare sperimentazioni progetti, soprattutto live. Ad accompagnarlo ora sono il fedelissimo pianista e tastierista tedesco Rainer Brüninghaus e il bassista brasiliano Yuri Daniel mentre a impreziosire la performance sarà il percussionista indiano Trilok Gurtu, un nome un mito, un artista in grado di abbattere col suo stile eclettico le barriere ritmico espressive fra oriente e occidente, che ha legato il suo nome a collaborazioni che vanno Don Cherrya Joe Zawinul, passando per John McLaughlin, Ralph Towner, Pat Metheny, Larry Coryell. Joe Zawinul.
La chiusura, domenica 30 aprile, in occasione dell’International “Jazz Day” promosso dall’Unesco, è affidata a Steve Coleman e al suo gruppo, i “Five Elements”. Capace di mescolare il jazz con l’hip-hop e i ritmi del funk, Coleman (nato a Chicago nel 1956) è una delle personalità più avvincenti e affascinanti del jazz contemporaneo. Coleman ha raccolto l’eredità dei suoi padri ispiratori, maestri riconosciuti come John Coltrane, Charlie Parker, Duke Elllington e Charles Mingus, per poi “superarla” sviluppando una sua modalità narrativa, una piattaforma sonora inconfondibile e travolgente, nella quale sfocia, fiume carsico in ebollizione, un’inarrestabile vena swing.
In quello che è un continuo dialogo tra il jazz e la world music, Coleman fa confluire in un suono riconoscibile le tradizioni africane, asiatiche e cubane, scegliendo sempre di circondarsi di musicisti che possano apportare la loro impronta personale ai progetti.
Leader di numerose formazioni, Coleman dal 1981 ha portato avanti, con i “Five Elements” (Jonhatan Finlayson tromba, Anthony Tidd basso elettrico, Sean Rickman batteria, Kokayi voce) un complesso lavoro di sperimentazione e ricerca.
I concerti iniziano alle 21. Per informazioni e prenotazioni: 050 744400, www.cittadelteatro.com.