Il Tirreno

«Neil Johnson il primo amore, adoro i racconti di Sara Cerri e i capolavori di Tolkien»

Elena Torre
«Neil Johnson il primo amore, adoro i racconti di Sara Cerri e i capolavori di Tolkien»

28 giugno 2021
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Elena Torre

La voce di Rossana Casale è una delle più belle e riconoscibili della nostra musica. Professionista instancabile compone, scrive, insegna. Insieme a Grazia Di Michele e Mariella Nava ha ideato il progetto Cantautrici che ha dato vita tra le altre cose a due meravigliosi singoli, “Segnali universali” e “Anime di vetro” e che dà la possibilità a giovani cantautrici di far conoscere le proprie voci e le propria musica. Casale sarà la protagonista dell’apertura del prestigioso Festival internazionale del fado che inizierà mercoledì a Senigallia, mentre il 16 luglio si esibirà al Festival dei laghi lombardi a Sesto Calende. Ma oltre ad amare la musica è anche una lettrice attenta, le pareti della sua casa ne sono ricoperte, con un amore che viene da lontano.

IL PRIMO AMORE

«I libri sono sempre stati per me porte per accedere ad altri posti, altri tempi, altre dimensioni – dice Rossana Casale – perfette vie di fuga da un presente in cui non sempre mi sentivo a mio agio, mezzi privilegiati capaci di allontanarmi dalle accese e passionali discussioni dei miei genitori, come acceso era il loro modo di vivere le cose, di cercarle di assaporarle di conoscere il mondo. La scoperta dei libri e della musica, grazie ad una chitarra trovata sotto il letto di mia sorella, sono state una sorta di astronave, una specie di porta che mi portava altrove, un po’ come accade nel libro di Neil Johnson, “The green door” in cui una vecchia porta verde era capace di farci ritrovare dove ci si aspettava. Credo proprio che “The green door” fu il primo libro che mi seppe illuminare, che mi fece innamorare, che riuscì a stupirmi e farmi vivere una grandissima avventura, un po’ come nel cinema hanno fatto i film di Hayao Miyazaki, che amo».

capolavori

«Da ragazza ho frequentato a Milano l’International School – dice ancora Casale – e avevo un’insegnante che si chiamava Miss White che, un po’ per farci stare buoni, un po’ per farci appassionare a quello che anche lei amava, cercava tutti i modi per trasmetterci il suo amore per la componente fantastica della letteratura, del suo amore per il teatro. In classe quindi ci leggeva storie fantastiche in grado di trasportarci da un’altra parte, di catapultarci in altri luoghi, in altri mondi come quelli creati da J.R.R. Tolkien ne “Lo hobbit” e “Il signore degli anelli”, un autore immenso che ha inventato addirittura alfabeti, lingue, canzoni per vivificare il suo mondo, un mondo incredibile, visionario, perfetto, talmente evocativo che il cinema non poteva trasformare in film. Autore che ha saputo creare personaggi letterari talmente perfetti e reali da farli entrare nell’immaginario del lettore e lì rimanere per sempre come vecchi amici».

grandi donne

«Sara Cerri è una autrice che scrive piccole storie in cui la possiamo riconoscere dietro i personaggi, oppure si mette al centro della vita di grandi donne come Isadora Duncan o Irena Sendler, ma raccontandone la parte più umana, più vicina, come in una sorta di diario. Sara è un’amica – prosegue Rossana Casale – e quando lessi il suo “Circo immaginario” mi ci approcciai con grande affetto, con uno sguardo diverso da quando si legge un libro di un’autrice e che non conosciamo. È stato più semplice per me sovrapporre lo sguardo al suo come per esempio quello sui luoghi che entrambe conosciamo, più naturale riconoscere la sua voce. Mentre leggevo questa storia fatta di mare ed emozioni che ha come protagonista una adolescente davanti ad un enorme dolore, questo mare che Sara metteva in secondo piano per me è diventato musica, un mare che monta fino a sfociare in una tempesta in un crescendo parallelo al sentire dei protagonisti. Durante la lettura ho sentito la necessità di scrivere una colonna sonora di questo film che vedevo mentre leggevo, un cosa che mi succede qualche volta, ma in quel caso era stato più forte. Tanto che poi a un certo punto pian piano che procedevo ho scritto anche parole. Pagina dopo pagina sono diventata via via i vari personaggi e li ho vestiti fino a scrivere un’opera a sé che è cresciuta fino a far nascere uno dei lavori più belli che ho fatto». —

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