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L’intervista

Cristiano Lucarelli a Protti: «Forza Igor, puoi fare quattro gol alla malattia»

di Alessandro Lazzerini
Cristiano Lucarelli e Igor Protti dopo un gol col Livorno (Pentafoto 2004), a destra i due ex compagni al Picchi nei giorni scorsi (Foto Stick)
Cristiano Lucarelli e Igor Protti dopo un gol col Livorno (Pentafoto 2004), a destra i due ex compagni al Picchi nei giorni scorsi (Foto Stick)

Inseparabili anche fuori dal campo di gioco: «L’aspetto per un match di vecchie glorie. Mi raccomando: fate prevenzione»

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Ci vorrebbe un amico. Per dimenticare il male. Ci vorrebbe un amico, qui per sempre al mio fianco. Igor Protti quell’amico lo ha e si chiama Cristiano Lucarelli. Loro due, i “Gemelli del gol” vestiti di amaranto. Sempre insieme, che fosse per uno scambio stretto in area di rigore o una risata davanti a un bicchiere di vino. Lo è oggi nella partita più difficile del bomber riminese. Cristiano c’è. Accanto al grande amico di sempre, al compagno di mille avventure.

«Il destino ha voluto che sapessi di questo “ospite indesiderato”, come lo ha chiamato lui, mentre Igor era a fare la visita di accertamento dopo un periodo in cui non stava bene – spiega Lucarelli –. Lo avevo chiamato per proporgli di andare a fare il direttore sportivo in una squadra. Mi disse: “Risentiamoci, ora ho una visita delicata”. E quando gli ho chiesto cosa volesse dire delicata ha avuto sette - otto secondi di silenzio. Mi ha raccontato tutto e per me è stato un colpo al cuore».

Nati a otto anni e 320 chilometri di distanza, ma uniti dal pallone e dall’amicizia per tutta la vita. «È il mio migliore amico nel mondo del calcio. Prima sono stato suo tifoso, poi compagni di squadra, amici, lui dirigente, io allenatore. Ci sentiamo una volta a settimana, è un’esigenza naturale. È stato il mio idolo e l’ho sempre visto come un immortale. Gli ho detto che in campo ha sempre trovato una soluzione per farci vincere le partite, deve farlo anche adesso che l’avversario è più difficile».

Prima che Igor raccontasse pubblicamente questa battaglia che si trova a combattere, lei pubblicò sui social una foto con un semplice cuore.

«Sì, nelle nostre chiacchierate mi confessò che aveva voglia di raccontare quello che stava passando. L’ho appoggiato perché ho sempre pensato potesse essere utile. Gli ho detto: se pensi ti faccia stare bene, fallo. Misi quella foto, ma senza scrivere niente per non anticipare niente».

Poi è arrivato un vero e proprio mare di sostegno per Igor.

«Il mondo del calcio ha sempre apprezzato il giocatore, ma anche e soprattutto l’uomo. Non è mai stato divisivo, sempre rispettoso. Chi lo conosce da sempre poteva aspettarsi questa ondata di affetto perché conosce l’uomo. Mi arrivano messaggi da mezza Europa e da tutta Italia per fare da tramite e inviargli il sostegno della gente. La frase del tifoso pisano “preferisco perdere 10 derby e sapere che Protti sta meglio”, dice tutto».

Venerdì scorso all’Armando Picchi, nell’esordio del Livorno, avete vissuto una serata carica di emozioni.

«Sì. Sono stati bei momenti. Ci siamo sentiti il pomeriggio e quando mi ha confermato che sarebbe venuto ho subito pensato che avremmo dovuto battere il calcio d’inizio insieme. L’ho convinto. Gli ho detto: “Se non vieni sai quanto devono aspettare i tifosi? Io senza di te non do il via».

Il pubblico amaranto lo ha osannato come ogni volta. Che emozione è stata?

«Mi sono sentito quasi di troppo e in quel momento avrei voluto cedergli il pallone e lasciarlo da solo. Era il suo momento, insieme al popolo che più lo ama. A inizio serata lo avevo visto un po’ sofferente, ma dopo quella botta di adrenalina era carico come non mai. Aveva bisogno della gente, di tutto quell’affetto per rimettersi nella parte del guerriero che è sempre stato».

Come le ha vissute queste settimane Cristiano Lucarelli?

«Non c’è un giorno che non pensi a lui. Cerco di stargli il più vicino possibile, ma senza essere invadente. Prima di addormentarmi è sempre nella mia testa. E ha ragione in quello che ha detto nella bellissima intervista di ieri sul Tirreno: la prevenzione è fondamentale. Troppe volte, presi dalla velocità della vita, ci dimentichiamo delle vere priorità. Io stesso ho prenotato una serie di visite per dare valore alle sue parole».

Un insegnamento che deve servire a tutti noi.

«Esatto. Spesso ci si incazza per poco, per questioni risolvibili in un attimo. Queste situazioni ci ricordano davvero cosa sia importante nella vita, come la nostra salute».

Igor ha parlato di una partita in cui parte sotto 3-0. C’è un mare di gente che tifa per la sua rimonta.

«Se c’è una persona che può fare una tripletta quello è lui. Ma so che può segnare anche il 4-3 ai supplementari».

Vi sentite ogni giorno, ma c’è qualcosa che si sente di dirgli tramite questa intervista?

«Sono un po’orso, un po’burbero, dimostro le cose con i fatti e meno con le parole. Il nostro bene, la nostra amicizia ce la siamo sempre dimostrata giorno per giorno. Stavolta pubblicamente ci tengo a dirgli che gli voglio un bene dell’anima. E per lui ci sarò sempre. Ma in cambio voglio chiedergliela io una cosa».

Prego.

«Deve continuare a combattere come sta facendo e segnare un gol dei suoi per farci esultare tutti. Come a Treviso. Voglio fare una partita delle vecchie glorie amaranto e lo voglio di nuovo in campo al mio fianco».

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