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La sentenza

Prato, stop alla pubblicità sulla Declassata

di Redazione Prato

	La Declassata vista dall'alto
La Declassata vista dall'alto

Il Consiglio di Stato conferma la decisione del Tar e respinge il ricorso della concessionaria. Lo scopo è non distrarre i conducenti

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PRATO. Il viale Leonardo da Vinci, meglio conosciuto come Declassata, è una strada extraurbana primaria, o principale, e per questo ai suoi lati non possono essere installati cartelloni pubblicitari, per non distrarre i conducenti. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato, organo di secondo grado della giustizia amministrativa, respingendo il ricorso della società Point Studio, cioè la concessionaria dei cartelloni pubblicitari, che ora dovrà rimuovere quelli esistenti, ben 52.

Già nel 2023 il Tar aveva respinto un ricorso di Point Studio contro l’obbligo di eliminazione dei cartelloni pubblicitari, per gli stessi motivi. La società, assistita dagli avvocati Mauro Giovannelli e Matteo Cecconi, ha dunque fatto ricorso al Consiglio di Stato, ma l’esito è stato lo stesso.

Che la Declassata sia una strada di grande scorrimento può sembrare un parolone a tutti coloro che la mattina affrontano le code all’altezza della Questura in direzione Firenze e nel tardo pomeriggio affrontano le stesse code alla strozzatura del Soccorso in direzione Pistoia, ma in certe ore della giornata quella che ora è la strada statale 719, data in gestione ad Anas, diventa davvero a grande scorrimento e c’è un articolo del Codice della strada, il numero 23 comma 7, che vieta qualsiasi forma di pubblicità lungo questo tipo di arterie. A nulla dunque sono valse le ragioni difensive portate dagli avvocati Cecconi e Giovannelli: il Consiglio di Stato si è allineato alla precedente decisione del Tar della Toscana, che fu resa nota nell’estate del 2023.

La strada era passata all’Anas già otto anni prima, nel 2015, più che altro per consentire la realizzazione del sottopasso del Soccorso (di cui ancora non si vede la luce) ma solo molti anni dopo ci si accorse che la pubblicità non ci poteva stare. Ora, salvo sorprese, quei cartelloni dovranno sparire.

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