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Prato

Il reportage

Prato, dagli edifici fatiscenti al Garibaldi annerito: viaggio tra le brutture del centro storico

di Alessandro Formichella

	Da sx la facciata del palazzo in piazza del Comune, a dx in alto l'isola ecologica di via Santa Caterina e sotto l’obelisco di piazza San Francesco
Da sx la facciata del palazzo in piazza del Comune, a dx in alto l'isola ecologica di via Santa Caterina e sotto l’obelisco di piazza San Francesco

I commercianti e i residenti chiedono maggiore attenzione al decoro del salotto buono della città

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PRATO. Cose inguardabili, incuria e montagne di burocrazia. Il centro storico di Prato appare visibilmente piegato alle brutture del tempo o del periodo di travaglio che vive la città. «Sembra di giocare a Shangai (il gioco chiamato anche Mikado ndr) – dice il titolare di uno storico bar in piazza del Comune – Chiude tutto, non c’è più un negozio attrattivo, bello, sembra che tutto cada a pezzi. Aspettiamo di arrivare al prossimo 2026 con le elezioni per il sindaco, ma che esca fuori uno che le cose le fa e veloce».

Il palazzo cadente

È proprio davanti al palazzo comunale, dove un tempo si trovava il negozio Benetton, ora chiuso, che si staglia una delle brutture esemplificative della situazione in cui vive il centro. Siamo nella piazza centrale della città, e i proprietari di quel palazzo dalla facciata completamente sconquassata non hanno approfittato neppure del superbonus del 110%. Cade a pezzi. La facciata è già deteriorata in abbondanza. «E non avete idea di come sia dentro – aggiunge un passante che risiede fra queste strade – È tutto distrutto. Ci sono stanze e pareti affrescate, ma è tutto abbandonato fino al terzo piano. Si dice che sia stato acquistato anni fa da un privato ad una asta ma non si sa niente di più».

La via degradata

Via San Bonaventura, tra piazza delle Carceri e piazza San Francesco: buche, dislivelli, asfalto rimesso come una grande toppa dopo i lavori sulle tubature, segnano l’altro punto dove batte l’occhio. E si resta di nuovo delusi. La breve strada in pieno centro che congiunge piazza San Francesco dalle Carceri di Prato (unica zona pedonale vera e propria della città) sembra l’emblema dello stato d’animo di Prato. È la fotografia dell’incuria materializzata, prima di mettere piede vero e proprio in una parte del centro città che, invece, avrebbe le carte per dimostrare le sue particolarità. Ma niente; tutto resta fermo, in attesa di tempi migliori che agiscano prima che non sia troppo tardi.

Il Garibaldi annerito

Poco più in là, proprio in piazza San Francesco, che prima del fascismo si chiamava piazza XX Settembre, l’eroe dei due Mondi appare ormai irriconoscibile, annerito dalla furia del tempo. Lì a rappresentare non solo la sua, ma l’importanza dell’Unità d’Italia. Ma la grande sfida sembra persa. Da anni c’è chi fra i residenti del centro ha mandato email su email in Comune chiedendo la pulizia dei monumenti e il decoro del centro; cosa che è avvenuta in parte, con la pulizia e il restauro della statua di Giuseppe Mazzoni in piazza del Duomo e dell’opera di Henry Moore in piazza San Marco. Ma Garibaldi è rimasto nell’oblio. Il monumento realizzato alla fine dell’800 ha seguito per ora le sorti di altri beni; impegni a parole, dimenticanza nei fatti. «Vedo tante città toscane in prima fila per eventi, mostre e bellezze – dice un altro residente del centro storico – Qui oramai non avviene più niente da tempo. Prato vive un periodo triste che si riflette nella vita sociale e qui non c’entra niente centrodestra o centrosinistra. C’è proprio un clima che viene da lontano».

“Isole” o discariche?

I cassonetti dei rifiuti interrati in via Santa Caterina, in un paese civile sarebbero l’occasione per conferire la raccolta differenziata. Qui ora assomigliano a discariche perché si sono guastati e sono in attesa di riparazione . Qualcuno ci lascia i rifiuti tutto intorno. Alia, il gestore dei servizi ambientali, cerca di intervenire quanto e prima possibile anche di fronte all’abbandono dei rifiuti, ma, come dice una residente della strada, «ho visto di persona lanciare i sacchetti di organico a terra anche dalle auto. Definire tutto questo disdicevole, è poco». Una piccola isola ecologica che poteva essere molto utile, chiusa adesso dalla stessa Alia.


 

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