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Boccata d’ossigeno per il carcere di Prato: in arrivo 53 nuovi agenti

Boccata d’ossigeno per il carcere di Prato: in arrivo 53 nuovi agenti

La casa circondariale è da sempre a corto di personale

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PRATO. È una vera e propria infornata di agenti di polizia penitenziaria quella in arrivo alla casa circondariale della Dogaia, da sempre a corto di personale e da quasi due anni al centro delle cronache, prima per l’abnorme numero di suicidi che si sono verificati al suo interno, poi per l’inchiesta della Procura di Prato che ha alzato il velo sui traffici di sostanze stupefacenti e di telefoni cellulari dentro il carcere.

Ora potrebbe arrivare una svolta, almeno sul piano della polizia penitenziaria.

«Alla casa circondariale di Prato entreranno in servizio 53 agenti, 47 uomini e 6 donne – ha annunciato la deputata di Fratelli d’Italia Chiara La Porta – A queste nuove unità, si aggiungeranno due commissari che entreranno in servizio una volta completato il periodo di tirocinio».

«L’impegno del Governo Meloni nel garantire legalità e sicurezza nelle carceri, anche della nostra regione, compie un ulteriore passo in avanti – ha spiegato La Porta – Le nuove assunzioni al carcere della Dogaia di Prato sono la prova concreta di quanto, ancora una volta, l’attuale esecutivo abbia invertito la tendenza rispetto al passato. Gli agenti di polizia penitenziaria vivono ogni giorno all’interno delle carceri italiane situazioni, spesso, estreme. Ringrazio il sottosegretario Delmastro per il suo impegno costante, e personalmente continuerò a tenere sempre alta l’attenzione rispetto alle esigenze dell’istituto penitenziario del mio territorio».

Per quanto riguarda la Toscana, ha spiegato ancora la deputata di FdI, entreranno in servizio 177 nuovi agenti, di cui 123 uomini e 54 donne. Questo significa che quasi un terzo dei nuovi ingressi sono concentrati nel carcere di Prato, evidentemente ritenuto quello più problematico, anche se Sollicciano a Firenze non se la passa molto meglio.

Secondo il sottosegretario Andrea Delmastro Delle Vedove «le tragiche politiche di abbandono volute dalla sinistra sono ormai un brutto ricordo lontano. Abbiamo promesso di migliorare la situazione lavorativa di chi opera nelle carceri: lo abbiamo fatto e continueremo a farlo, come con il prossimo 186° Corso Allievi da 3.246 unità e con il concorso bandito a luglio di quest’anno per ulteriori 653 unità».

La Dogaia, nonostante un improvvido annuncio risalente all’anno scorso, non ha ancora un direttore di ruolo e si affida di volta in volta a direttori che sono responsabili di più di un istituto di pena, nonostante il carcere pratese sia uno di quelli dove sono concentrati i detenuti potenzialmente più pericolosi.

Più volte, soprattutto in occasione dei suicidi, i sindacati della polizia penitenziaria hanno segnalato come la casa circondariale di Maliseti sia diventata una sorta di ricettacolo dove vengono trasferiti i detenuti più problematici. Questa tendenza, unita alla cronica carenza di personale denunciata dagli stessi sindacati, è all’origine di periodici disordini all’interno del carcere, disordini di cui fanno le spese sia i detenuti che gli agenti di polizia penitenziaria.

L’arrivo dei 53 nuovi agenti potrebbe rappresentare una boccata di ossigeno per chi, come molti agenti, da anni sopporta una condizione simile a quella dei detenuti a cui dovrebbe fare la guardia. 

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