Il Tirreno

Prato

L’inchiesta

Prato, imprenditrice edile indagata per falso ideologico

di Paolo Nencioni

	L'imprenditrice Daria Orlandi
L'imprenditrice Daria Orlandi

La Procura le contesta di non aver detto di essere sotto processo per reati ambientali prima della nomina nel Cda di Estra

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PRATO. L’imprenditrice edile Daria Orlandi, presidente della Co.Edil, è indagata con l’ipotesi di falso ideologico commesso da un privato in atto pubblico. Ne ha dato notizia il procuratore Luca Tescaroli spiegando che è stata disposta l’acquisizione di documenti nelle sedi di Alia, di Estra e dell’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili. Daria Orlandi, 45 anni, fino a pochi giorni fa sedeva nel consiglio di amministrazione della partecipata Estra, in seguito alla nomina avvenuta il 20 giugno 2023, ma ora si è dimessa. La Procura le contesta «di aver dichiarato, contrariamente al vero, di non essere a conoscenza dell’esistenza a suo carico di procedimenti penali in corso» in relazione al decreto legislativo 231/2011 sui reati ambientali. In particolare di non aver detto prima della nomina nel Cda di Estra di essere stata sottoposta il 6 febbraio 2018 a una perquisizione nell’ambito di un procedimento in cui risultava indagata per trasporto e smaltimento abusivo di rifiuti.

Questa “dimenticanza” secondo la Procura avrebbe potuto pregiudicare la nomina, che invece andò a buon fine e ha resistito per un paio di anni.

Nei giorni scorsi, come detto, Daria Orlandi si è dimessa dal Cda di Estra, ma dall’azienda dicono che lo ha fatto per altri motivi, non essendo ancora a conoscenza degli addebiti che ora le muove la Procura. Intanto è stato fissato un interrogatorio nel corso del quale l’indagata, se vorrà, potrà spiegare l eproprie ragioni.

Il procedimento penale per il quale ora Daria Orlandi è indagata è stato aperto dalla Procura di Prato in collaborazione con quella di Firenze. Daria Orlandi figura anche nelle intercettazioni del procedimento che vede indagata l’ex sindaca di Prato Ilaria Bugetti con l’accusa di corruzione insieme all’imprenditore Riccardo Matteini Bresci. In quel fascicolo l’imprenditrice non risulta però indagata.

Quanto al procedimento che Orlandi si era “dimenticata” di citare prima della nomina nel Cda di Estra, si è concluso nel gennaio di quest’anno con quattro condanne. L’ex presidente del Consorzio Calice e tre imprenditori edili sono stati condannati per aver violato le norme ambientali nella gestione dell’impianto di stoccaggio degli inerti in località Pantanelle (Prato ovest), negli anni 2016 e 2017. Franco Sgrilli, all’epoca presidente del Consorzio Calice, e Alessandro Cafissi, legale rappresentante della Cafissi Alvaro, sono stati condannati a tre anni di reclusione, mentre Daria Orlandi della Co.Edil e Vincenzo Guarino della Endiasfalti sono stati condannati a due anni, con la sospensione condizionale della pena.

Secondo l’accusa sostenuta dal sostituto procuratore Lorenzo Gestri (lo stesso che indaga sulla sindaca, insieme ai sostituti Nastasi e Boscagli), l’impianto di stoccaggio alle Pantanelle, che aveva provocato le proteste dei residenti, avrebbe svolto un’attività non consentita dalle norme ambientali e dalle autorizzazioni comunali. 

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