Il Tirreno

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Il caso

Il presidente Commini minaccia di non iscrivere il Prato alla Serie D

di Vezio Trifoni

	Stefano Commini, presidente del Prato
Stefano Commini, presidente del Prato

Alla vigilia della protesta davanti allo stadio arriva lo sfogo: «Non ci metto più un euro, voglio vedere adesso che succede»

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PRATO. Domani 24 giugno alle 19 davanti ai cancelli dello stadio Lungobisenzio la Curva Matteo Ventisette protesterà nei confronti del presidente del Prato Stefano Commini. I tifosi biancazzurri hanno organizzato un sit-in di protesta per far vedere e far capire che la gestione improvvisata del patron romano non è più gradita a Prato. Ad attendere quello che succederà anche mister Marco Mariotti e il ds Francesco Virdis, ancora in stand by.

Ma proprio in queste ore Commini dopo aver risposto alla cordata dei “volenterosi” minaccia di non iscrivere il Prato al prossimo campionato di serie D. «Commini si vede fare la manifestazione contro Commini con frasi eloquenti come Vattene e l’unico a mettere i soldi fino adesso sono stato io – ha detto in un intervista a TvPrato – Ora non ci metto più i soldi la squadra non la iscrivo al campionato, poi voglio vedere cosa succede. Perché se mi devo prendere tutto questo fango contro avendo speso milioni di euro, ora basta». Il presidente ammette che non sono stati raggiunti risultati sportivi, «ma qui sono tutti buoni a venire davanti al cancello, e lasciamo stare i tifosi che sono gli unici che avrebbero ragione perché sono i soli che tengono al risultato sportivo e hanno l’amore per la maglia, poi vengono altre persone che sono quelle che fanno parte anche della cordata a protestare davanti ai cancelli dicendo Commini vattene. E va bene Commini se ne va la prossima settimana non iscrive la squadra al campionato e se ne va, così sono tutti contenti».

«Se io questa settimana – aggiunge – devo versare 200mila euro per chiudere le pendenze arretrate, io sono da solo e dall’altra parte ci sono 38 persone, forse 40, che ne vogliono dare 300mila per entrare, e io sono solo. Di questi penso che almeno 35 hanno dato solo la loro disponibilità, allora Commini deve seguitare a mettere soldi per arrivare a prendersi gli insulti. No, ora basta, Commini non mette più soldi. Quale è la soluzione? Voglio vedere cosa succede, sono davvero curioso di quello che accade se il sottoscritto non mette più soldi». I tifosi hanno chiesto alla cordata di aspiranti compratori di partecipare alla protesta. «Ricordo che anch’io glielo avevo domandato (cioè di metterci la faccia nella trattativa, ndr) ma non si è presentato nessuno – continua Commini – Io sono disponibile ad andare via ma voglio avere di fronte il futuro proprietario per cedergli il testimone. Mi sembra il minimo, lo avevo già detto. I debiti possono essere ripianati in due anni e certe cose sono spalmabili in più esercizi, queste sono questioni tecniche. Basterebbe sedersi a un tavolo per vedere i numeri. Ora basta, se qualcuno e sono in tanti a parlare, vuole aiutare il Prato è questo il momento. Commini si è stufato di essere trattato male quando è l’unico ad avere investito in questo progetto sportivo e soprattutto nell’Ac Prato 1908 con la gestione dello stadio. Quando sono arrivato non avevamo un nostro impianto e abbiamo rimesso a nuovo il settore giovanile che non esisteva, era scomparso, forse qualcuno se lo è scordato. Io me ne vado visto che non sono gradito ma voglio vedere se qualcuno della città ha a cuore questa maglia, oltre i tifosi».

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