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Prato

Le indagini

Escort uccise, si scava intorno alla casa di Vasile Frumuzache: si cercano nuove prove con ruspe e cani molecolari – Video

di Paolo Nencioni

	La ruspa in azione e gli scavi (foto Nucci / Innocenti)
La ruspa in azione e gli scavi (foto Nucci / Innocenti)

Monsummano, ricerche degli investigatori per capire se l’uomo possa aver compiuto altri omicidi oltre a quelli di Ana e Denisa

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MONSUMMANO. Prima o poi ci si aspettava che entrassero in campo le ruspe, nelle indagini sui due brutali omicidi di Ana Maria Andrei e Maria Denisa Paun, e puntualmente sono arrivate questo pomeriggio, 11 giugno, prima a Monsummano, intorno alla casa di Vasile Frumuzache, la guardia giurata romena di 32 anni reo confesso dei due omicidi; poi nel parco delle Panteraie a Montecatini, nel campo dove tra il 4 e il 5 giugno sono stati trovati i resti di Ana e Denisa.

Insieme alle ruspe, i carabinieri di Monsummano e i militari della Sezione investigazioni scientifiche di Firenze. Cercano altri elementi sugli omicidi delle due escort romene, uccise alla fine di luglio dell’anno scorso e nella notte tra il 15 e 16 maggio di quest’anno, ma soprattutto cercano tracce di altri delitti, perché le due Procure di Prato e Pistoia sospettano che Vasile non si sia limitato a queste due donne. Ecco perché si son portati dietro i cani molecolari e hanno scavato in almeno due punti, forse tre, intorno alla casa in località Bizzarrino.

Il camion con la ruspa è arrivato poco prima delle 14, poi sono arrivati i carabinieri in tuta bianca e si è cominciato a scavare nei punti indicati dai cani. Due grosse buche intorno alle quali si sono affaccendati i militari della Scientifica prima di chiudersi in un capanno di lamiera con sostanze reagenti (probabilmente Luminol, per trovare tracce di sangue). Sul posto, a titolo volontario, anche il criminologo Cosimo D’Oronzo. Al momento non è dato di sapere se dalle buche sia uscito qualcosa, se non una roncola arrugginita e un sacco dell’immondizia, gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo, così come sui risultati dell’autopsia sui resti della prima vittima, Ana, eseguita dal medico legale Luciana Sonnellini. Di quei resti si può dire soltanto che c’era anche il cranio, ma non si può dire se Ana abbia subìto lo stesso trattamento di Denisa, cioè la decapitazione. Se così fosse, sarebbe un macabro rito.

Terminate le operazioni al Bizzarrino, la macchina delle ricerche si è spostata alle Panteraie di Montecatini, qui con l’aiuto dei vigili del fuoco. L’area incolta è stata ulteriormente disboscata e anche qui è entrata in azione una ruspa. Quel campo intorno a un casolare abbandonato era già stato battuto nei giorni scorsi, ma gli investigatori non vogliono lasciare nulla di intentato. Di sicuro Vasile Frumuzache, ora in isolamento nel carcere di Sollicciano dopo essere stato aggredito con l’olio bollente da un cugino di Ana al suo ingresso nel carcere di Prato, non si è attribuito altri delitti e non ha indicato sepolture. Dunque al momento è come cercare un ago in un pagliaio.

Si scava in Valdinievole, ma si scava anche nel passato di Vasile, quando si trovava in Sicilia, dove ha vissuto fino al 2022, quando si è trasferito in Toscana. Se è davvero un serial killer, come si ostina a negare, potrebbe aver agito anche prima dei due omicidi in Toscana. Per questo si stanno analizzando le denunce di scomparsa, che nel caso delle prostitute vengono spesso trattate come allontanamenti volontari. Un fronte investigativo, nel caso dell’omicidio di Maria Denisa Paun, è rappresentato anche dalla possibilità che Frumuzache abbia avuto un complice. L’ipotesi di reato con la quale è scattato il fermo parla di «omicidio volontario in concorso con ignoti».

Ignoti che al momento rimangono tali, perché nella ricostruzione a cui ha aderito il giudice per le indagini preliminari Francesca Del Vecchio, intorno al residcence Ferrucci di Prato dove Denisa è stata uccisa compare il solo Frumuzache. Ma nelle fasi successive (la decapitazione, lo spostamento del cadavere) potrebbe essere intervenuto qualcun altro. Qualcuno che Vasile potrebbe voler coprire ostinandosi a dire che la decapitazione è avvenuta all’interno del residence quando molti elementi, compresi i risultati dell’autopsia (un unico fendente incompatibile con l’uso di un coltello da cucina) lo smentiscono. Domani i carabinieri, questa sera esausti, torneranno nel campo alle Panteraie e ricomincerà la ricerca dell’ago nel pagliaio.

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