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Tessile, i produttori pratesi snobbano Parigi e scelgono Milano

Tessile, i produttori pratesi snobbano Parigi e scelgono Milano

Saranno 118 gli espositori alla fiera lombarda, solo 18 quelli nella capitale francese

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PRATO. Meglio Milano di Parigi. Gli imprenditori tessili pratesi hanno fatto la loro scelta.

Sono imminenti le principali fiere dei tessuti, incentrate sulle collezioni autunno-inverno 2025-2026: Première Vision si svolgerà a Parigi il 2, 3 e 4 luglio, invece la 39a edizione di Milano Unica la settimana successiva, 9, 10 e 11 luglio.

Un dato che emerge nettamente sulla partecipazione delle imprese pratesi è l'attenzione, ancora crescente, verso la fiera milanese: 118 espositori, contro i 95 della corrispondente edizione del 2023 e i 101 di gennaio 2024. Sono invece 18 (contro, rispettivamente, 55 e 20) i partecipanti a Première Vision. Un quadro, questo, che evidenzia l'apprezzamento per Milano Unica, le sue strategie e la sua organizzazione, ma che costituisce anche un manifesto programmatico del tessile pratese, sempre più orientato verso il profilo elevato che caratterizza la fiera milanese.

"Senza nulla togliere alla grande e importante fiera parigina e alle scelte indubbiamente motivate di chi la predilige o la affianca a Milano Unica, emerge con chiarezza che è quest'ultima fiera a essere riconosciuta come più congeniale alla connotazione che si è dato il tessile pratese – commenta Maurizio Sarti, coordinatore del gruppo Produttori di tessuti della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord, oltre che componente il Comitato di presidenza di Milano Unica – Programmaticamente, Milano Unica intende diventare il punto di riferimento del tessile di qualità nel mondo. Da qui la selezione accurata degli espositori, quasi esclusivamente italiani ed europei, che devono rispondere puntualmente ai rigorosi requisiti richiesti dall'organizzazione della fiera. Le imprese oggi hanno bisogno di giocare le loro carte al meglio: il mercato è molto statico."

Nel 2023 la produzione complessiva di tessuti pratesi è scesa in volume del -4,3% (export -8,1% in valori sul 2022), complice anche l'ultimo trimestre con i colli di bottiglia produttivi generati dalle conseguenze dell'alluvione del 2 novembre; ma del disastro ha risentito soprattutto il primo trimestre 2024, che nel confronto con lo stesso periodo del 2023 ha segnato -10,9% nei volumi di produzione e -11,9% nel valore delle esportazioni. Riguardo all'export di tessuti pratesi, anche nel 2023 i primi mercati di sbocco esteri per importanza sono stati paesi europei comunitari: ancora in prima posizione la Spagna con il 14,6% del totale (anche se in calo di -3,2% sul 2022); seconda la Francia (viceversa in avanzamento del +6,9%, coprendo così il 9% dell'export 2023); terza la Romania (-2,1%, con una quota del 7,9%), paese dove si effettuano operazioni di confezionamento anche per conto di aziende di altri paesi. A seguire Germania, Marocco, Portogallo, Regno Unito, Turchia.

"Sono molti i fattori che penalizzano il mercato della moda – aggiunge Sarti – La situazione politico-economica generale e l'inflazione, in regresso ma ancora significativa, sono delle zavorre; ma il freno diretto di questi mesi è rappresentato dagli stock eccessivi accumulati dai brand e ancora in via di collocazione sul mercato. Un fenomeno, questo, che dà la misura delle difficoltà di previsione anche da parte di chi col mercato ha contatti più diretti: un tema su cui lavorare molto, ritengo, ricorrendo a tutti gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia più avanzata. In questo quadro, è difficile far valere anche le caratteristiche migliori di prodotti e produttori. Rimane forte l'impegno delle nostre imprese verso le certificazioni e la tracciabilità: un percorso opportuno e necessario che tuttavia mostra anch'esso delle falle. Siamo di fatto all'inizio di un modo nuovo e più sostenibile di produrre moda: per farlo affermare e crescere occorre che non si lasci spazio al greenwashing, a operazioni di facciata e a comportamenti opportunistici. Soprattutto si deve evitare che ci siano anelli della filiera che rimangano, soprattutto sotto il profilo del rispetto dei diritti dei lavoratori, delle terre di nessuno, delle casse di compensazione, niente affatto virtuose, dei costi delle buone pratiche seguite in fasi diverse e più visibili”.

"Il successo di Milano Unica è un po' anche il successo di Prato, che nella fiera nazionale crede fortemente da sempre – aggiunge il presidente di Pratotrade Giovanni Gramigni – Il profilo di eccellenza che la fiera si è data rappresenta una strategia che piace perché consente alle imprese di sentirsi, e di essere percepite, come parte di un club esclusivo: esporre a Milano Unica è già di per sé un attestato di qualità. Come consorzio partecipiamo attivamente anche alle fasi progettuali della fiera: il collega Sandro Ciardi ed io facciamo parte del tavolo tecnico della società di gestione e assieme ai colleghi delle altre aree siamo convinti che Milano Unica debba coniugare sempre più la propria immagine con quella della città che la ospita, che a sua volta è un potente simbolo della moda italiana. Da qui l'idea della fiera di realizzare eventi che consentano ai visitatori di conoscere e vivere Milano. Massima attenzione anche alle altre fiere di interesse dei consorziati, prima fra tutte Première Vision, che rimane la grandissima vetrina internazionale che il mondo della moda conosce e apprezza”.

Le aziende pratesi produttrici di tessuti (trama ordito, a maglia, jacquard, speciali, tecnici, spalmati, velluti, a pelo e altri) sono 230 con oltre 4.500 addetti diretti.

Gli ultimi dati disponibili fanno stimare per queste aziende più di 2 miliardi di euro di fatturato: gran parte (circa il 70%) è da attribuire all'export, che nel 2022 è stato pari a 1,38 miliardi di euro (+20% sul 2021).
 

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