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Il ritorno dei mitici Sessanta: il museo del Tessuto celebra il flower power

Azelio Biagioni
Il ritorno dei mitici Sessanta: il museo del Tessuto celebra il flower power

Dal 16 settembre il museo del Tessuto ospita un omaggio a Ossie Clark e Celia Birtwell icone di stile che tra il 1965 e metà anni Settanta hanno definito la “Swinging London”

14 agosto 2022
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PRATO. Sarà inaugurata il 16 settembre al museo del Tessuto la mostra “Mr & Mrs Clark”, che vede come sottotitolo “Ossie Clark and Celia Birtwell / Fashion and prints 1965/74”, un progetto dello stesso museo del Tessuto e della fondazione Sozzani in collaborazione con l’archivio Massimo Cantini Parrini.

Si tratta della prima mostra a livello italiano che celebra i due creativi. Ossie Clark è stato uno stilista londinese nato nel 1942 e morto nel 1996. La mostra, curata da Federico Poletti, sarà visitabile fino all’8 gennaio 2023. Con il patrocinio della Camera nazionale della moda, l’esposizione si trasferirà poi a Milano alla fondazione Sozzani, per essere ammirata dal 16 gennaio al 23 aprile del prossimo anno.

CANTINI PARRINI La collaborazione dell’archivio di Cantini Parrini in questa mostra è molto importante. Il pluripremiato costumista Massimo Cantini Parrini, tra l’altro, ha avuto modo di esporre a Prato, al museo del Tessuto, gli abiti da lui realizzati per il film “Pinocchio”. Il costumista fiorentino ha vinto cinque David di Donatello e per due volte è stato candidato al premio Oscar. Ed è proprio partendo da un primo importante nucleo di abiti proveniente dalla collezione e archivio di Cantini Parrini che il museo del Tessuto e la fondazione Sozzani hanno deciso di dedicare un’ampia retrospettiva che possa raccontare la creatività di Mr e Mrs Clark, spesso trascurati nel mondo della moda. Inoltre, rari capi provenienti dalle collezioni private di Celia Birtwell da Londra e Lauren Lepire da Los Angeles completano la ricerca museale.

«Questa mostra – spiega Massimo Cantini Parrini - racconta il percorso e il sodalizio creativo di due artisti che in un solo decennio hanno rivoluzionato e cambiato per sempre la moda, ispirando attraverso il loro modo di reinterpretare l’arte della stampa e il design delle linee molte generazioni di futuri couturiers. È un onore per me aver scoperto, studiato e collezionato i loro abiti».

LO STILE Geometrie stilizzate, bouquet floreali e fantasie ispirate all’arte, il linguaggio di Ossie Clark ha definito la ‘Swinging London’ con i suoi lunghi e colorati abiti fluidi. Con uno stile inconfondibile (il flower power) anticipatore di tendenze, Ossie Clark era definito “King of Kings Road” per i suoi abiti di ispirazione ’30 e ’40 dal taglio slanciato che rivelavano il décolleté tra movimenti sensuali e giochi di trasparenze. Una carriera breve ma intensa quella di Ossie Clark, che ha lasciato un segno nella Londra nel periodo compreso tra la minigonna di Mary Quant e il movimento punk sovversivo di Malcolm Mac Laren e Vivienne Westwood, dal 1965 al 1974. Clark e sua moglie Celia Birtwell arrivarono a definire il quartiere bohémien della West London che ospitava la nuova generazione di giovani brillanti e rivoluzionari. Celia disegnava le stampe su leggere crêpes, sete e chiffon e Ossie le trasformava in abiti che hanno subito conquistato il jet set internazionale e la scena pop. Eric Clapton, George Harrison, Bianca Jagger e Marisa Berenson sono alcuni dei personaggi che Ossie Clark ha vestito.

LA MOSTRA «Teniamo molto a questo nuovo progetto espositivo che reputo fortemente innovativo, sia per i contenuti che per le modalità operative e organizzative – dice Francesco Nicola Marini, presidente della Fondazione museo del Tessuto - i capi e la documentazione in mostra sono straordinari e documentano alla perfezione la relazione artistica di questi due grandi protagonisti della moda del Novecento. Siamo felici di avviare la collaborazione con la Fondazione Sozzani in un progetto culturale che connette Prato e Milano, così come di rinnovare l'amicizia e la collaborazione con il grande costumista e collezionista Massimo Cantini Parrini».

Il percorso espositivo che si potrà ammirare dal mese prossimo al museo del Tessuto presenta non solo una serie di abiti con le stampe iconiche di Ossie e Celia, ma intende raccontare anche il contesto e l’evoluzione del designer, dalla boutique Quorum di Chelsea, frequentata dalla gioventù della scena londinese, alle performance, tramite una serie di video, foto ed editoriali d’epoca, memorabilia, schizzi e riproduzioni dei disegni, fino a un’esclusiva video intervista con Celia Birtwell. Tra le muse dello stilista Jane Birkin, Amanda Lear, fino alla stessa Celia da cui si separa nel 1973. «Sono entusiasta di questo progetto – spiega Celia Birtewll - è una celebrazione della vita di Ossie. È importante mantenere accesa la fiamma di Ossie affinché il suo lavoro non vada dimenticato. Professionisti e studenti possono imparare molto dalla sua modellistica e dal suo stile. È ancora oggi fonte di ispirazione per tante persone e i suoi abiti restano attuali, una visione di una donna sexy e femminile ma mai volgare».

IL CATALOGO Della mostra verrà fatto un catalogo che verrà presentato a Prato e vedrà i contributi di giornalisti ed esperti tra cui Suzy Menkes, Antonio Mancinelli, Renata Molho, Cristina Giorgetti, Giorgia Cantarini, Antonio Moscogiuri, Beatrice Manca. Ci saranno anche due interviste inedite di Amanda Lear e Celia Birtwell.


 

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