Mostro di Firenze, "riesumata" una pista pratese

La scena di uno dei delitti delle coppiette
La scena di uno dei delitti delle coppiette

Gli inquirenti starebbero indagando sul defunto tedesco Rolf Reinecke, che fu contitolare di un carbonizzo alla Briglia, la procura non conferma né smentisce

08 luglio 2015
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PRATO. Le indagini sul mostro di Firenze non finiscono mai. Ne è convinta anche la Procura di Firenze che non conferma, né smentisce, un rinnovato filone d’indagine che sconfina nella provincia di Prato, più precisamente alla Briglia, la frazione di Vaiano. A riportare la notizia sul suo sito internet è Tv Prato, che dedica un ampio articolo a questa suggestiva ipotesi. Che non è nuova, in quanto tira in ballo Rolf Reinecke, l’imprenditore tedesco morto nel 1996 a 59 anni dopo aver guidato, insieme ad altri soci, un carbonizzo della frazione vaianese. Secondo Tv Prato, nei giorni scorsi i carabinieri del Nucleo investigativo di Firenze sarebbe tornati alla Briglia per ascoltare amici ed ex dipendenti che avevano conosciuto l’uomo.

La figura di Rolf Reinecke entra in ballo nell’inchiesta dei delitti del mostro, che ha insanguinato le colline fiorentine per almeno un ventennio (l’ultimo delitto attribuito al maniaco delle coppiette risale al 1985), nel 1983, quando furono ritrovati i corpi di due suoi giovani connazionali. I due tedeschi furono assassinati mentre si trovavano in tenda nella zona di Giogoli. Ma, a differenza delgi altri delitti, in quel caso mancò il macabro rito dell’asportazione del pube, semplicemente perché l’assassino si accorse solo dopo che si trattava di due uomini, mentre nell’oscurità si era lasciato ingannare dal lunghi capelli biondi di una delle due vittime. Guarda caso, Reinecke prima di arrivare in Vallata abitava proprio a Giogoli, nel comune di Scandicci.

Ed anche piuttosto vicino alla zona dove furono ritrovati i due giovani tedeschi brutalmente assassinati. La villa dove Reinecke abitava con una nuova compagnia, dopo essersi separato dalla moglie pratese Lucia Bartolini, fu perquisita dagli inquirenti, ma invano. Non solo, l’imprenditore tedesco, descritto come persona eccentrica, possedeva anche una pistola calibro 22, dello stesso modello di quella attribuita al “mostro” dai proiettili ritrovati. Furono ascoltati i familiari e i dipendenti del carbonizzo della Briglia ma, bontà sua, Reneicke non fu mai iscritto nel registro degli indagati e la sua figura rimase in ombra.

Almeno fino ad oggi quando, stando all’articolo di Tv Prato, nuovi inquirenti che forse erano appena bambini all’epoca delle prime indagini, si stanno nuovamente occupando di questo tedesco che per qualche tempo ha incrociato il suolo pratese. Da fonti della Procura fiorentina si appura che anonimi non hanno mai smesso di segnalare episodi e coincidenze, ma non hanno mai trovato riscontri concreti.

Vedi l'articolo di Tv Prato

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