L’incidente
Attacco al commissario giudiziale
Barbara Burzi
Aziende e dipendenti della Btp: «Mentre lui decide noi come campiamo?»
26 maggio 2011
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PRATO. Tutti contro uno all'assemblea sulla crisi Btp durante la quale, martedì sera, i dipendenti dell'azienda e i colleghi delle ditte fornitrici e subappaltatrici hanno incontrato le istituzioni per far sentire la loro voce. In ballo il destino di centinaia di famiglie e di imprese rimaste coinvolte nel crac di uno dei maggiori gruppi dell'edilizia pubblica e privata italiana. Tutti contro il commissario giudiziale Bruno Inzitari, accusato di non fare il possibile per consentire una rapida ristrutturazione del Gruppo edile Baldassini-Tognozzi-Pontello. E prima di riempire il centro espositivo di Calenzano St.Art, dove si è tenuto l'incontro alla presenza del sindaco Alessio Biagioli, del presidente della Provincia di Prato Lamberto Gestri, dei sindacati e tecnici della Regione, tra i presenti si faceva un gran mormorare della lettera di Riccardo Fusi e dei fratelli Bartolomei (pubblicata anche sul Tirreno di ieri) in cui si spiega come, a loro avviso, chi di dovere non si starebbe adoperando abbastanza nel salvataggio dell'azienda. Ma quello che più esaspera la base è non sapere cosa sta succedendo ai vertici. «Possibile che quest'uomo - è intervenuto uno dei lavoratori riferendosi al commissario - debba decidere tutto da solo senza farci sapere cosa sta facendo? Vogliamo delle risposte». Il timore che scelga la strada del concordato è tanto tra le imprese dell'indotto, soprattutto perché in quel caso da parte loro ci sarebbe la riscossione solo di una percentuale dei debiti. «L'unico strumento che può permetterci di superare la situazione - è intervenuto Walter Rosi, titolare di una delle aziende dell'indotto - è un piano di ristrutturazione del credito legato alla 182 bis». «Mentre Inzitari decide, noi fornitori stiamo fallendo dopo che ci siamo spezzati la schiena per arricchire gli altri», ha gridato un altro. Oggetto di dibattito è stato ancora una volta la legge Marzano messa sul piatto da Mario Porcaro, il consulente che ha assistito la proprietà durante l'analisi dello stato di crisi della Btp. «L'amministratore giudiziale non ha tenuto conto di una richiesta di applicazione della legge Marzano che pende al Ministero - ha dichiarato - e che è stata presentata per garantire continuità e impedire la risoluzione dei contratti». Mettendo da parte sterili polemiche, in quanto, dopo la nomina del Tribunale di Prato del commissario, lui è l'unico titolato a decidere, si è chiesto di fare chiarezza e trasparenza, sapendo bene che il tempo è un fattore decisivo in questa partita. A nome degli altri colleghi hanno preso la parola prima Edoardo Belloni e poi Chiara Barresi, rispettivamente Rsu degli impiegati di Filca Cisl e Fillea Cgil. «Premiamo per una soluzione che consenta una continuità lavorativa nel territorio senza disperdere il patrimonio di professionalità che aveva portato la Btp ad essere una delle prime aziende d'Italia - ha detto Belloni - E' chiaro che tale continuità lavorativa deve tener presente gli interessi delle ditte fornitrici e subappaltatrici ed è per questo che anche noi auspichiamo il raggiungimento dell'accordo legato alla 182bis, ma con finalità che consentano almeno la prosecuzione dell'edilizia privata e non quella dello smembramento del gruppo: la vendita del ramo pubblico e l'affitto o la vendita del ramo edilizia provata porterebbe allo svuotamento totale con la chiusura della sede e della logistica.». «Uniremo le nostre forze tramite le istituzioni - ha continuato Barresi - per pretendere risposte da chi è preposto a darle». Numerosi i lavoratori presenti martedì sera in rappresentanza di un bacino di circa quattromila posti di lavoro a rischio nel distretto: «Se fosse stata una grande azienda sarebbe già intervenuto il Ministero - ha commentato il presidente di Cna Prato Anselmo Potenza, alla guida del comitato fornitori e subappaltatori - ma i numeri in termini di occupazione sono gli stessi di una grande azienda. Se stasera sono qui è per dire che sono dalla vostra parte. Non siamo di fronte solo a una crisi aziendale, questa è una situazione che coinvolge competenze e imprese di una filiera specializzata e qualificata nel settore delle costruzioni per tutta l'Italia centrale. Se questo patrimonio si disperde - ha sottolineato - la Toscana ne uscirà più povera». Alla luce di quanto emerso, è toccato ai rappresentanti delle istituzioni presenti all'incontro tirare le fila di una situazione che appare complessa e ingarbugliata. L'impegno preso dalla Regione è quello far il possibile sul piano politico, forte del sistema di relazioni che si è creato tra lavoratori, fornitori e istituzioni sul territorio, per incidere sulla procedura. E ieri mattina (si veda altro articolo in pagina) c'è stato un incontro in Regione tra il presidente Rossi e il commissario Inzitari. «Negli incontri che ho avuto a Prato con i fornitori è emersa con urgenza la questione tempo - ha fatto presente il presidente della provincia di Prato Lamberto Gestri - se non si riesce a individuare una soluzione al più presto, il rischio che corrono le imprese è di arrivarci fuori tempo massimo».