Pontedera, dalla morte in grembo di una figlia alla nascita di Bianca Beatrice: il grazie dei genitori e il ruolo della “Ciao Lapo”
La lettera al Tirreno di due genitori residenti nel comune di Cascina
PONTEDERA. Poco più di un anno dopo la nascita e la morte di Beatrice, in quel tempo fatto di lacrime, incredulità, di macerie scomposte, braccia vuote ma cuore ancora pieno di quell’amore che avevano generato, aspettato per nove mesi ma che non avevano potuto portare a casa con loro, è nata Bianca, che come secondo nome ha quello della sorella. E mamma e babbo, residenti nel comune di Cascina, di nuovo genitori, hanno sentito forte l’esigenza di ringraziare tutto il personale medico sanitario del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Lotti di Pontedera, dove entrambe le figlie sono state seguite.
«In particolare – scrive la coppia in una lettera inviata a Il Tirreno – la direttrice Martina Liut, le dottoresse Sara Merlini e Roberta Tana e i dottori Manolo Centofanti, Antonio Gargini, e Matteo Della Rosa. Desideriamo esprimere la nostra più profonda gratitudine e il nostro affetto per la cura, la professionalità e per l’umanità che ci avete dimostrato durante la nostra degenza in reparto, allietata dalla nascita di Bianca Beatrice il 9 settembre dopo un periodo per noi tragico segnato dalla morte perinatale della nostra prima figlia Beatrice l’11 luglio del 2024».
Accettare la morte è una cosa difficilissima, fare i conti con quella di una creatura portata in grembo sembra impossibile, innaturale. «Non è stato facile, ma possiamo solo esservi riconoscenti – continuano rivolgendosi ai professionisti sanitari – per averci guidato con empatia e sensibilità alla conoscenza di un’associazione “Ciao Lapo” con cui avete instaurato una collaborazione e che, a distanza di tempo, continuiamo a frequentare».
Claudia Ravaldi, psichiatra e psicoterapeuta e suo marito fondarono Ciao Lapo nel 2006, dopo aver perso il loro secondo bambino, Lapo, alla fine della 38ª settimana di gravidanza, con l’obiettivo di sostenere gli operatori sanitari di area materno fetale, le donne e i loro partner colpiti da lutto perinatale durante la gravidanza o dopo la nascita, per qualunque motivo. «Quest’associazione – spiegano i genitori – rappresentata da figure altamente preparate, oltre a offrire un supporto psicologico, ti accompagna nella metabolizzazione della morte perinatale sollevandoti dal peso di sentirti inadeguato, solo e colpevole dell’accaduto. Con l’aiuto e la vicinanza del reparto e quello dell’associazione abbiamo trovato il coraggio di non arrenderci alle nostre paure e realizzare così il nostro sogno, quello di diventare genitori».
Un evento traumatico mette in pausa la vita e far scivolare in un tunnel di sofferenza. Ma può essere elaborato con coraggio e resilienza. «E oggi la nostra gioia è Bianca Beatrice proprio per non dimenticare mai che la prima figlia è con noi ogni santo giorno e non dimenticare mai l’accortezza che la ginecologia del Lotti – continua la lettera – ha avuto nel prendersi cura di noi con tutto l’amore che la contraddistingue e mai scontato. Nel nostro piccolo vorremmo contribuire a far conoscere che in quel reparto c’è anche questa collaborazione con “Ciao Lapo”, una realtà che purtroppo se non toccati direttamente non ne immagineremmo mai l’esistenza».
Una lettera sul prima e il dopo, un cammino doloroso e una felicità grande «perché non ci siano più donne lasciate sole a superare un lutto perinatale. Porteremo con noi i sorrisi, la gentilezza e la delicatezza dei medici e dei membri dell’associazione come un ricordo prezioso».