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Montopoli, l’Arno si “mangia” l’argine e la strada. I residenti: «Non sappiamo come fare, siamo in trappola»

di Nilo Di Modica
Montopoli, l’Arno si “mangia” l’argine e la strada. I residenti: «Non sappiamo come fare, siamo in trappola»

San Romano, si tratta di via Fontanelle chiusa da marzo. Per raggiungere la Tosco Romagnola gli abitanti devono percorrere più di 4 chilometri e temono per l’inverno

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MONTOPOLI. «Siamo in trappola. Nel nostro quartiere, se ci fosse un’emergenza, non sapremmo come fare». È lo sfogo dei residenti della zona agricola fra la ferrovia e l’Arno a San Romano, nei pressi di via Fontanelle. Proprio la strada campestre dal marzo scorso è stata completamente chiusa all’altezza dell’intersezione con via dei Canneti, dopo un tratto dell’argine dell’Arno ha cominciato a cedere, evidenziando preoccupanti crepe nel manto stradale e costringendo le autorità a transennare metà della carreggiata.

Sul sito, pochi mesi prima, erano stati effettuati dei lavori per la riqualificazione di una tubazione, poi conclusi. «Da allora tutti i residenti che vivono sul lato ovest di via Fontanelle per uscire dall’area si devono fare quattro chilometri di strade malmesse, sterrate e piene di buche – racconta Silvia Valori, consigliera comunale a Castelfranco ma in questo caso coinvolta in qualità di residente –. È da marzo che è così, e in questi mesi ci stiamo rimettendo tutti le macchine, senza contare che se in autunno dovremo affrontare una piena del fiume, l’unica strada disponibile sarà allagata e resteremo in trappola. Intanto – ironizza Valori – ogni poco, vicino al punto transennato, ci sono delle perdite, che certo non aiutano alla tenuta di un argine. Ad alcuni di noi gli addetti di Acque Spa ormai ci chiamano per nome».

Per tutti i residenti di quel tratto, andare sulla Tosco Romagnola, significa farsi tutta via Fontanelle in direzione mare, prendere poi via Fonda, passare di fronte al lago delle Conche, arrivare in via dei Girasoli e sperare di sbucare oltre la ferrovia. «Sperare, appunto perché la metà delle volte i sottopassi sono allagati e lo restano quando va bene per settimane – dice Nicola Zeggio, che con i fratelli Giancarlo e Federico proprio in quell’area ha una società agricola, con tanto di punto vendita –. Noi da quando è chiusa via Fontanelle non sappiamo più come far arrivare il materiale che ci serve per la nostra attività, né come spedire frutta e verdura. I trattori non possono passare dalla via alternativa, anche per colpa dei lavori fatti in via Kennedy appena fuori dai sottopassi, che l’hanno ristretta fortemente. Al tempo stesso le condizioni della strada e dell’attraversamento ferroviario sono proibitive per i mezzi pesanti che non riescono a venire da noi. Cosa dovremmo fare, arrivare fino a Casteldelbosco e fare 10 chilometri?» .

Problemi noti all’amministrazione, che tempo fa ha organizzato anche un incontro con tutti gli attori in campo. «C’erano il Consorzio, il Genio Civile, il comune, ma è stata solo un’opera di scaricabarile – dice Valori –. Ad oggi non ci hanno offerto delle vere soluzioni: si parla di allargamento della strada, di deviazioni con attraversamento di terreni privati, ma niente di concreto. Intanto questa storia va avanti da marzo e l’autunno e le sue piogge sono vicine».

«Gli uffici a seguito di questa prima fase stanno valutando la possibilità di riaprire la strada ad unica corsia – fanno sapere al Tirreno dall’amministrazione comunale di Montopoli –. Sono stati stanziati in bilancio altri 50 mila euro per l’affidamento delle indagini geologiche e l’incarico di progettazione necessario per la redazione del progetto di consolidamento della sponda ceduta. A breve saranno affidati gli incarichi e sarà aggiornata la cittadinanza». 

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