L’incidente
Infarto in piscina a Peccioli, 66enne di Pontedera salvato dai bagnini. Il racconto della moglie: «Quella telefonata da brividi»
Lorenzo Lenzi è ricoverato in ospedale in condizioni stabili: «Ho detto di non stare bene, è stato fatto uscire dall’acqua poi la situazione è precipitata»
PECCIOLI. Attimi di paura nella mattina martedì 15 luglio nella piscina coperta di Peccioli dove un uomo di 66 anni ha accusato un malore finendo poi in arresto cardiaco. La memoria di bagnini e responsabili dell’impianto è andata subito a dicembre quando il 51enne Matteo Morelli è invece deceduto mentre stava nuotando, rendendo vani i tentativi di rianimarlo sul posto. Questa volta, invece, tutto è andato liscio. «Mio marito è ricoverato all’ospedale di Cisanello a Pisa. Sta bene, anche se dovrà fare accertamenti. E il merito è del personale della piscina. Sono stati bravissimi. Li ringrazio con tutto il cuore», dice Giuseppina Palermo, moglie di Lorenzo Lenzi – la coppia abita a Pontedera – che nella mattina di martedì 15 luglio aveva cominciato ad allenarsi di prima mattina durante la fase di nuoto libero per avvertire i bagnini dieci minuti dopo, spiegando di accusare un malore.
Cosa è successo
«Una nostra bagnina l’ha fatto uscire dall’acqua – racconta Domiziano Lenzi, presidente della Uisp Valdera che gestisce le piscine di Pecccioli dove quella al coperto è rimasta chiusa fino alle 15 dopo il salvataggio del 66enne – facendolo sedere sul piano della vasca, mentre gli prendeva i battiti dal polso. Poco dopo ha perso i sensi e sono cominciate le manovre per il massaggio cardiaco a cui è seguito praticamente subito l’uso del defibrillatore che dopo due minuti ha defibrillato facendo ripartire il cuore. I massaggi sono proseguiti fino all’arrivo del personale del 118 che ha lo ha preso in carico, affidandolo poi all’elisoccorso per il trasporto a Cisanello».
Il racconto
Un racconto da brividi. Una vita salvata con la preparazione dei ragazzi che lavorano in piscina. «Giusto la settimana scorsa abbiamo fatto fare un ripasso dell’uso dei defibrillatori a bagnini, camerieri e personale amministrativo – dice ancora il presidente della Uisp –. I corsi dovrebbero essere fatti ogni due anni, ma noi preferiamo rinfrescare le nozioni ogni dodici mesi. La vita delle persone che frequentano i nostri centri sono troppo importanti per sottovalutare questo aspetto». La prontezza dell’intervento è stata decisiva. A differenza di quanto avvenuto a dicembre, questa volta il nuotatore ha capito che qualcosa non andava. L’altra volta, invece, il malore ha sorpreso Morelli in acqua. «Sono stati velocissimi – riprende la moglie che ha trascorso la giornata con il marito ma anche con i figli Leonardo e Martina – e penso che questo sia stato decisivo per salvare la vita a mio marito. Lui ora è in pensione, ma faceva il camionista. E proprio mentre lavorava ha avuto un problema al cuore poco più di dieci anni fa. Da allora è sempre stato bene e si allenava in piscina piuttosto regolarmente dopo aver praticato questo sport da giovane». Marito e moglie sono arrivati a Peccioli alle 8,30. Lui ha preso la via degli spogliatoi per cambiarsi ed entrare in acqua, lei doveva sbrigare alcune commissioni e quando l’hanno chiamata si trovava a Selvatelle. «Durante la telefonata mi hanno detto che Lorenzo aveva avuto un infarto – spiega la donna –. Ma quando è stata pronunciata la parola elisoccorso ho avuto paura. Sono tornata all’area sportiva e poi ho seguito il viaggio verso Pisa dove ora si trova mio marito ricoverato in terapia intensiva all’ospedale. È provato, ma, tutto sommato, sta bene. Ed è questo l’importante».