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Incidente mortale

Maurizio Vannucci, morto al centro ippico di Crespina: i punti oscuri della tragedia, su cosa sta indagando la procura

di Sabrina Chiellini
Il centro ippico della tragedia e Maurizio Vannucci
Il centro ippico della tragedia e Maurizio Vannucci

Si lavora per approfondire cause, circostanze ed eventuali responsabilità. Il sindacato: «Era un lavoratore molto esperto, conosceva bene le sue mansioni»

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CENAIA. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo dopo l’incidente costato la vita all’artiere Maurizio Vannucci, 57 anni, di Livorno. Un incidente sul lavoro - nella giornata di martedì 14 maggio - che l’autorità giudiziaria è intenzionata ad approfondire anche alla luce delle dichiarazioni dei familiari della vittima. Una volta che carabinieri e Medicina del lavoro dell’Asl avranno trasmesso la loro informativa sulla dinamica dei fatti e su quanto è emerso dal sopralluogo nel centro ippico nel comune di Crespina Lorenzana, luogo della tragedia, verrà disposta (il pm è il dottor Egidio Celano, ndr) l’autopsia e saranno individuate eventuali persone indagate. Il dramma è avvenuto in un centro per l’allevamento di cavalli da corsa nel comune di Crespina Lorenzana, in località Le Lame per la precisione, nell’azienda Dioscuri di proprietà della famiglia Botti.

La dinamica

Maurizio Vannucci era un artiere esperto, stava riportando una cavalla nella giostra per il defaticamento dopo averla allenata nella mattina, quando l’animale lo ha colpito con il petto facendolo sbattere contro un palo. Subito dopo ha accusato un forte dolore sulla parte anteriore del busto ed è stata chiamata l’ambulanza, il cui personale ha cercato di rianimarlo senza riuscirci. Stefano Botti, uno dei titolari, nell’immediatezza del fatto, ha ipotizzato che la vittima possa essere stata uccisa da un infarto o da un’emorragia provocata dalla botta ricevuta. A maggior ragione sarà disposta l’autopsia che potrà chiarire le cause della morte.

La famiglia e gli amici

I familiari, che stanno vivendo il dramma per la perdita del loro caro, si sono affidati a un legale. Fin dal primo momento hanno parlato di «tragedia evitabile» e criticato la scelta del maneggio di aver inviato cavalli a correre all’ippodromo di Visarno a Firenze, rispettando il programma di lavoro della giornata, senza tenere conto della tragedia che si era verificata pochissimo tempo prima. La morte sul lavoro ha suscitato profondo cordoglio. Samanta Iannone (Slc-Cgil provincia di Livorno e Pisa) chiede che venga fatta chiarezza. «La tragica scomparsa del 57enne artiere livornese nel centro ippico in località Le Lame rappresenta l’ennesima inaccettabile morte sul lavoro. A quanto apprendiamo Vannucci era un lavoratore molto esperto e conosceva bene le dinamiche delle sue mansioni. Chiediamo pertanto con forza che si faccia luce sulla vicenda e che si chiariscano le cause della tragedia anche per far emergere eventuali responsabilità. Serve un’inversione di rotta, non è accettabile che si continui a morire sul posto di lavoro. Ai familiari e agli amici della vittima vadano le più sentite condoglianze da parte di tutta la Slc-Cgil».

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