Palio di Fucecchio, Re Gavino al grido “Banzay” fa esplodere la festa insuese
Sanna domina dopo una mossa interminabile, tensione Ferruzza-mossiere. Ora è il più titolato della Buca (4 vittorie), settimo cencio rossoverde: è record
FUCECCHIO. Una contrada e un fantino macina record: col trionfo di ieri la Nobile contrada Sant’Andrea si erge come la più vittoriosa della storia del Palio di Fucecchio, con sette trionfi (di cui ben 5 dal 2009 a oggi) ; e Gavino Sanna – il piccolo grande alfiere del popolo insuese – diventa allo stesso modo il fantino più titolato in Buca con 4 vittorie, staccando Simone Mereu, Giuseppe Pes e Angelo De Pau.
Una vittoria che – col senno di poi e con tutti i corsi e ricorsi del Palio – si è iniziata a materializzare mercoledì sera al Palazzo della Volta, sede della contrada rossoverde: avuto in sorte Banzay alla tratta – e senza particolare entusiasmo – gli insuesi hanno ripreso vigore quando Gavino Sanna di sua spontanea volontà si è presentato in contrada, proponendosi per montare Banzay. Una parola giapponese – scritto Banzai – che significa “Evviva”, che è poi ciò che hanno pensato gli insuesi quando si è presentato Gavino. Da lì è stato come sta succedendo da tanti anni a questa parte un crescendo: da accoppiata nascosta a binomio vincente, al termine di una finale condotta di autorevolezza e prepotenza dall’inizio alla fine; solo Cappiano c’ha provato ma la legge di Gavino è diventata un teorema, come quello di Pitagora.
Ogni 2 anni negli anni dispari Gavino Sanna vince: 2017, 2019, 2021 e 2023. E quattro indizi o per meglio dire trionfi (di cui tre con Sant’Andrea e uno con Borgonovo) fanno più di una prova. Una vittoria meritata oltre ogni dubbio, dopo due batterie rapide e una finale al cardiopalma, nella quale il mossiere Andrea Calamassi ha ingaggiato una battaglia quasi personale con Ferruzza, facendola arretrare dal primo canapo (su indicazione dei veterinari) perché il cavallo Arathon Baio scalciava (una decisione non accettata di buon grado, tanto che alcuni contradaioli a fine corsa sono andati a chiedere spiegazioni sotto il palco delle autorità) .
Le batterie
Nella prima la sorte aveva messo insieme: Ferruzza (Francesco Caria-Arathon Baio) , Torre (Adrian Topalli-Zamura), Borgonovo (Carlo Sanna – Sultano da Clodia), Porta Bernarda (Valter Pusceddu – Zucarello) , Massarella (Antonio Mula – Assalto) e di rincorsa Querciola (Alessio Migheli – Austesu) . Mossa rapida con Torre, Massarella e Ferruzza sempre davanti e sicure di andare in finale; dietro Porta Bernarda, Querciola e Borgonovo si giocano l’ultimo posto disponibile e ad averla vinta dopo parecchi minuti a guardare il fotofinish sono i biancorossi, con Porta Bernarda e Querciola out. Nella seconda batteria – la più competitiva sulla carta – grosse sorprese: eliminate Porta Raimonda (Simone Mereu – Compilation) e Botteghe (Giuseppe Zedde – Chiosa Vince), due delle contrade più accreditate (soprattutto i gialloblù). Vanno in finale Sant’Andrea, San Pierino (Dino Pes – Blue Star) , Samo (Giosuè Carboni – Tiepolo) e Cappiano (Antonio Siri – Silbomba), che all’ultima curva infila Porta Raimonda all’interno e compie un mezzo miracolo, mentre Botteghe rimane staccata in sesta posizione già dalla prima dirittura.
Finale concitata
San Pierino, Ferruzza e Cappiano mostrano segni di irrequietezza, mentre Borgonovo sorniona guarda dalla rincorsa. Le altre stanno ferme e attendono: lo fanno per almeno 40 minuti, intervallati da due ammonizioni a San Pierino e Ferruzza per il non rispetto delle posizioni. Il mossiere poi ingaggia un duello rusticano con Ferruzza, che viene “invitata” a stare più indietro rispetto alle altre contrade perché il suo cavallo scalcia; un qualcosa che si vede di rado e che l’ultima volta che si è verificato risale al 2012, con Botteghe e Fata Bombolina, che non stava proprio ferma al canapo. Quando Borgonovo decide che è il momento di entrare, Sant’Andrea prende la testa e non la lascia più, nonostante i tentativi ripetuti di Cappiano; alla prima curva Borgonovo cade all’esterno e il fantino riporta traumi al volto mentre il cavallo è stato riaccompagnato alla zona dei box sulle sue zampe, senza l’intervento dell’ambulanza equina. Dopo Sant’Andrea e Cappiano ecco Torre, Samo, Ferruzza, San Pierino, Massarella e Borgonovo. E così è cominciata la settima festa del popolo insuese, al grido di “Banzay”.